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DOPOLAVORO
APRILE 2001

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Dopolavoro
La posta di uBC/1  

Potete partecipare al dopolavoro sia utilizzando l'apposito form, sia scrivendo direttamente al sottoscritto, curatore della rubrica.
Anche per questo mese, buona lettura.

Il nuovo corso bonelliano


intervento di Alberto Pellegrini

Salve a tutti, questa volta "riprendo la tastiera" per alcune considerazioni sul cosiddetto "nuovo corso" Bonelli, ovverosia con le nuove serie uscite a partire da Magico Vento in avanti. Premetto di essere un collezionista fanatico, uno di quelli che prima di smettere di comprare una serie, ce ne deve passare... e al momento seguo proprio tutte le uscite bonelliane. Ma non sono sicuro di continuare in questa non indifferente spesa.

Partendo dalla più "vecchia" delle serie, Magico Vento... beh, questo è un caso particolare. Dopo i primi quindici numeri, incredibile ma vero, mi ero rotto... Un protagonista francamente insopportabile, una spalla patetica, storie noiose e con una continua sensazione di dejà vu, un "politically correct" di maniera (TUTTI gli indiani devono essere buoni e innocenti, TUTTI i bianchi stronzi e cattivi?): fatto sta che ho abbandonato l'acquisto, nonostante i disegnatori fossero eccellenti. Per "colpa vostra", con le vostre entusiastiche recensioni di alcune storie successive, mi sono riaccostato alla serie da qualche mese, e... avevate ragione, maledizione! Ned resta spocchioso e supponente (non ride mai...) ma la trama congegnata da Manfredi è perfetta, un meccanismo ad incastro quale non si vedeva da tempo in Bonelli (e l'acquisto degli arretrati me lo ha confermato), un parco disegnatori tra i più validi: che dire? speriamo che duri!

Napoleone: all'inizio, mi aveva lasciato quanto meno perplesso: che diavolo è, un Dylan Dog noir? Un giallo? Un romanzo kafkiano a fumetti? Le perplessità sono durate in compenso pochissimo. Magari non raggiungerà mai vette eccelse, o non darà emozioni elevatissime con le sue storie, ma il detective di Ginevra (ecco, magari si poteva scegliere anche un'altra ambientazione: non che la cittadina svizzera brilli per fascino...) non delude mai. Ambrosini le sa scrivere, le storie: personaggi simpatici, umani e ben caratterizzati (anche se introdurrei più comprimari), buoni disegni, trame coerenti (nonostante gli excursus nella psiche di Napoleone) e chiare, e non è poco: una serie che magari non lascerà mai il segno, ma ben fatta e ben curata.

Brendon: ahi, qui i punti dolenti sono di più. A parte dei disegnatori stratosferici, meravigliosi... beh, non che il resto sia memorabile. Le trame sono confuse, si sente la mancanza di una spalla del nostro cacciatore di taglie (e non ditemi che la squallida marionetta assolve a questo compito!), spesso bisogna rileggere un paio di volte l'albo per capire dove si va a parare, ci sono troppe incoerenze anche per una serie fantasy, l'ambientazione è desolante e disperata SEMPRE... mai possibile che tutto sia così nero? Boh, non fosse per i disegni, avrei già mollato...ma ancora gli dò fiducia, vediamo.

Julia: che delusione. Da Berardi mi aspettavo grandi cose, e i primi numeri erano esaltanti. Poi però...tutte le storie sono uguali. Julia è il protagonista più insopportabile che sia mai comparso in un fumetto, una zitella spocchiosa e saccente che si caccia nei guai regolarmente, piena di sè e che non sbaglia mai un'analisi (le capiterà ogni tanto di non azzeccarci sul profilo di un serial killer? Che è, un misto tra Holmes e un veggente?). Emily, presunta spalla comica, è da sopprimere; i due poliziotti sono poco più che macchiette (se nel mondo reale due agenti di polizia dovessero ricorrere sempre a una professoressa per acciuffare i delinquenti, sarebbero stati licenziati dopo 2 mesi!), ed infine il diario di Julia è patetico: un misto di Donna Letizia e una rivista di psicologia. Peccato, i disegni sono anche buoni (anche se sono sempre un po' troppo uniformi) e Berardi le sa anche scrivere, le storie...chiare, senza fronzoli stupidi, con comprimari ben definiti...io gli dò ancora fiducia, ma non è eterna!

Jonathan Steele: beh, qui invece siamo quasi al capolavoro. La migliore serie Bonelli di questi tempi, assieme a Zagor. Memola è un genio, i disegnatori sono bravi (non eccelsi, a parte Giardo): che sorpresa piacevole. Il primo numero, come penso a molti, non mi era piaciuto sto granchè: sì, avventura senza troppi casini intorno, ma insomma... Invece strada facendo le storie si sono legate ed intrecciate in una trama entusiasmante, i tre protagonisti sono perfetti (ben definiti, simpatici, carini), le trame dei singoli episodi sono chiare e godibili, l'ambientazione, pur fantastica, mantiene una certa logica e coerenza senza scivolare nell'assurdo. Senza dubbio un vero e proprio exploit, che spero sia apprezzato da un numero sempre crescente di lettori.

Gea: mah, che dire, di una serie di cui sono usciti 4 numeri? Enoch ci sa fare, non ci piove: ottimo disegnatore, buon soggettista. Ma è dura da giudicare: forse un po' troppo politically correct (anche se le idee di Enoch sono assolutamente giuste), comunque godibile.

Dampyr: beh, qui non ci siamo proprio. l'inizio folgorante mi ha fatto gridare al miracolo (Boselli sa scrivere, non c'è dubbio). Ma poi: tutte uguali. Harlan arriva in un posto, trova qualcuno che gli dice che ci sono dei vampiri, li sconfigge... etc etc. Mai possibile che ci siano tutti sti vampiri al mondo? Non sarebbe il caso di fargli vivere qualche avventura un pochino diversa ogni tanto? E cosa fa per vivere? Lo pagano per sparare ai vampiri? E a forza di autoprelievi per riempire i proiettili del suo sangue, non è che ci resta prima o poi? Le trame sono confuse (vedi gli episodi praghesi e quello africano), i comprimari poco definiti: e poi, è mai possibile che ogni volta che Draka si sposta, si imbatta in un'orgia di sangue? L'Interpol deve avere un dossier di qualche migliaio di pagine sul buon Dampyr! I disegni non sarebbero nemmeno malaccio, ma la mia pazienza sta per arrivare alla fine: anche perchè, nel caso di un mutamento di rotta, temo si trasformerebbe in una copia di Dylan Dog.

Infine,due parole su Gregory Hunter: ok, è uscito un solo numero, è presto per parlare. Ma mi pare che rasentiamo la boiata. Vediamo: certo che le premesse non sono davvero buone (in particolare, che scemenza la faccenda delle pile Coleman!)

Concludo questo lungo intervento rinnovandovi ancora una volta i miei complimenti per il vostro sito, il migliore sito fumettistico della rete: continuate così!

 

 




Pueroni ribatte


Intervento di Giacomo Pueroni

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JS n.22
  
Ciao,
ho letto sull'ultimo numero di uBC la recensione alla storia "Il volo dell'Albatross". Oltre a ringraziarvi per l'ottimo giudizio, vorrei rispondere in maniera molto pacata ad alcune critiche che il buon Riccardo Panichi rivolge ai disegni.

L'Albatross non è un'evoluzione del Concorde, a cui non assomiglia proprio (e che contrariamente a quanto affermato nell'articolo, è ancora attivo). Gli aerei che ho utilizzato come riferimento sono il bombardiere strategico americano B-1 (per l'attaccatura dell'ala), il Firefox del film con Clint Eastwood (per la forma della fusoliera e la posizione dei motori), e il Boeing 747 Jumbo (le dimensioni e la coda). Il Concorde in realtà è piccolo, più basso, affusolato, con un lungo timone e le ali a delta :-) La forma classica dell'Albatross, è nata da una precisa richiesta di Federico Memola, e la condivido in pieno. Quello che abbiamo scelto di fare è stato di creare un aereo realistico, che potrebbe davvero esistere nel 2020.

Guardando la storia dell'aeronautica civile degli ultimi vent'anni, vediamo come certi concetti aeronautici sono ancora validi oggi. Il Concorde, aereo originalissimo, è rimasto un caso isolato. A lui non si sono ispirati altri costruttori (a parte i russi con lo sfortunato Tupolev 144). Tutti gli aerei civili attualmente in servizio mantengono la stessa forma base, con piccole varianti nella dimensioni e piccolissime varianti nella forma dell'ala.

Il primo esemplare del Jumbo 747 ha volato nel 1969, trent'anni fa, e tutto lascia intendere che tra vent'anni ci sarà ancora. Nell'aviazione militare esistono aerei con forme più fantascientifiche, ma si tratta di velivoli nati per scopi differenti (manovrabilità, velocità, invisibilità ai radar). Nella base aerea nel deserto (mostratela ad un'appassionato di aviazione e ascoltatelo elencarvi tutti gli aerei che riconosce), lì sì che c'è un Concorde (pagina 79, prima vignetta, all'estrema destra), messo lì apposta, immaginando che qualcuno l'avrebbe citato. Grazie dell'attenzione :-)


risponde Riccardo Panichi

Innanzitutto un grazie a Giacomo, che ci permette ancora una volta di instaurare un dialogo costruttivo con gli autori.

Riguardo alle controcritiche mosse alla mia recensione, non posso che accettarle, in quanto dimostrano ampiamente come la forma dell'Albatross sia frutto di un elaborato studio derivante proprio da quella passione per l'aeronautica che già Memola ci aveva segnalato. Confesso di essermi fatto trasportare dalla delusione per la classicità dell'Albatross nello scrivere il commento ai disegni. Non avevo in effetti tenuto in conto la relativa prossimità del futuro di Jonathan, certo a noi più vicino di quello di Nathan, e l'esigenza, quindi, di un maggiore realismo.

 

 




Il mistero della distribuzione


Intervento di Massimo Barison

Vi scrivo per farvi una domanda che può sembrare strana: oggi 12 aprile mi sono recato in edicola per acquistare lo speciale di Zagor e, con mia grande sorpresa, ho trovato in vendita anche il nuovo numero di Nathan Never (che avrebbe dovuto uscire tra due o tre giorni) e quello di Magico Vento (previsto addirittura per il 18!!!). Ho subito pensato che questo era dovuto alle imminenti festività pasquali ma mi sembra strano che ciò abbia fatto anticipare anche Magico Vento la cui uscita prevista, come ho già detto, per il 18, non coinvolgeva giornate troppo vicine alla festività (mercoledì prossimo Pasquetta sarà già un ricordo!).

Dico questo pensando anche che, nella mia lunga carriera di frequentatore di edicole, mi è spesso capitato di imbattermi in testate pubblicate con grandissimo anticipo( "Peste!!! Non ho con me i soldi per comperare il nuovo Nathan di Di Clemente!!!!"), magari trovate in edicole scalcinatissime quando nella ultraaggiornata fumetteria dietro l'angolo neanche ancora avevano quelle del mese prima!!!

Allora vi chiedo (se lo sapete, non essendo il sito ufficiale della SBE): come avviene la distribuzione nelle edicole? Milano è privilegiata in quanto sede della casa editrice? Con quanto anticipo vengono spedite le copie di un albo al distributore locale? Che cosa può portare ad una distribuzione anticipata? Sono curiosità che mi attanagliano da anni, riguardo un argomento che ormai mi spinge a cercare gli albi giorni e giorni prima dell'uscita annunciata, quasi che l'acquisto della primissima copia disponibile fosse per me motivo di vanto e di gloria (e, vi assicuro, per le ultime storie di Dylan & Nathan ciò non è assolutamente vero!!!!). Un saluto e alla prossima!


risponde Fabrizio Gallerani

Caro Massimo,
quello dell'uscita nelle edicole degli albi bonelliani è un mistero sul quale dovrebbe essere chiamato ad investigare il BVZM... :-)

In linea teorica, in termini di distribuzione, Milano e la Lombardia dovrebbero essere privilegiate rispetto al resto d'Italia, non tanto perchè la casa editrice ha sede a Milano, ma piuttosto perchè l'agenzia di distribuzione nazionale (che si occupa della consegna delle copie alle varie agenzie di distribuzioni locali) è la A&G Marco che ha i suoi magazzini a Milano.

Quello che invece accade nella pratica, desunto dal confronto delle esperienze dei nostri collaboratori sparsi per tutta la penisola, è che il giorno di uscita degli albi varia senza una regola precisa: se da un lato è vero che esite un ritardo più o meno fisiologico nelle provincie del sud, dall'altro provincie insospettabili come Modena sembrano detenere il primato della distribuzione arrivando a registrare anche 3 o 4 giorni di anticipo rispetto alla data indicata sul Giornale di Sergio Bonelli.

 

 




Sondaggi


Messaggio di Emilio Bufalino

A proposito del vostro sondaggio sui team up, mi chiedo perchè non ne avete inserito uno tra Tex Willer e Magico Vento. Secondo me potrebbe venirne fuori una storia formidabile: i due personaggi vivono nello stesso periodo storico, sono entrambi votati alla causa degli indiani ed in Tex Willer le tematiche magiche sono state spesso utilizzate per avventure molto interessanti. Vorrei, tramite il vostro sito, proporre alla Sergio Bonelli Editore di realizzare un incontro tra Tex e Ned Ellis. Sono certo che molti altri lettori delle due testate la pensano come me.

 

 




Nathan e Conrad


Messaggio di Claudio Mucci

Volevo segnalare che nel numero 27 di Nathan Never, le citazioni non si limitano soltanto all' omonimo immenso libro di J.Conrad, e alla sua altrettanto grandiosa rappresentazione cinematografica "Apocalypse Now", nella scena in cui Nathan cerca informazioni nel computer del villaggio mi sembra di aver letto una indiretta citazione a "Il re della pioggia" di Below, i 3 sardi dimostrano così una notevole conoscenza della letteratura antropologica, mi piacerebbe sapere se questo risulta anche a voi.


risponde Fabrizio Gallerani

Caro Claudio,
proprio in questo numero di uBC ospitiamo un bell'intervento di Martina Galea sull'argomento che sollevi: ti rimando alla sua lettura.

 

 


 
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