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" Minaccia
dal cielo"


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recensione di Riccardo Panichi



TESTI
Sog. e Sce. A. Ostini
   

Quantomeno interessante questo decimo speciale di Nathan, il primo con la nuova formula a 160 pagine. Ostini imbastisce una storia corale di buona fattura, dove si cominciano a intravedere le linee di sviluppo futuro della serie.

Fa piacere soprattutto constatare come finalmente la parola speciale abbia riacquistato la sua etimologia originale. Troppo spesso, negli ultimi anni, queste pagine sono state occupate da storie che tutto erano tranne che speciali. Ma, si sa, il 2000 per Nathan è stato l'anno del nuovo corso e giustamente la linfa degli autori emergenti ha potuto trovare sfogo nell'enorme quantità annuale di pagine da riempire. Così, anche Ostini, catapultato sulla ribalta degli autori di punta della serie, ha potuto progettare una sottotrama di ampio respiro, da sviluppare nei prossimi mesi, di cui questo albo è solo il (lungo) prologo.

Una misteriosa organizzazione appare in grado di pilotare gli eventi atmosferici; all'Agenzia Alfa il compito di indagare. Così impietosamente riassunta, la trama mostra tutti i suoi limiti di originalità. L'idea di fantomatici "signori del tempo" non spicca certamente per originalità e del resto lo stesso autore si premura di segnalarci nella presentazione tutti i riferimenti bibliografici e cinematografici a cui ha attinto. Fortunatamente Ostini ha un talento non comune per la sceneggiatura e riesce così a bilanciare la banalità del soggetto con belle sequenze e incalzanti dialoghi.

La storia inizialmente fatica a carburare. Il prologo è poco incisivo e, poco dopo, veniamo introdotti nell'atmosfera patinata di casa Hab'Ahmal per una cenetta tra colleghi d'agenzia; Sigmund che racconta barzellette, Branko che fa discorsi politici, Darver che fa l'idiota: ce ne sarebbe abbastanza per chiudere qui la lettura. Eppure, il lettore che abbia la pazienza di superare l'empasse iniziale non se ne pentirà di certo. La narrazione infatti si fa improvvisamente tesa e vibrante, per poi decollare decisamente nella parte centrale e concludersi in maniera soddisfacente con un falso colpo di scena finale.

Sorprende positivamente la gestione corale della storia, dove buona parte dell'Agenzia Alfa partecipa attivamente, seppure in azioni di semplice spalleggiamento. Le sequenze introduttive, ad esempio, sono interpretate, oltre che da Nathan, da Sigmund e Andy, che poi quasi spariscono dalla scena per lasciare spazio a Link, Legs e Branko. Ostini è bravo tuttavia a gestire bene (anche parallelamente) tutti i personaggi in campo, sfruttando a pieno quel potenziale che generalmente gli autori di Nathan sembrano così restii ad utilizzare (si pensi come il pur ottimo AA7 di Vietti veda praticamente la presenza dei soli Nathan e Link).

L'inserimento di questa storia nella continuity neveriana è assicurato, più che dalle patetiche mire di dominio del consigliere Westwood, dal ritorno in scena di Aristotele Skotos (e parentame). Vedremo come si svilupperanno le cose. Certo è che se da una parte la ricomparsa di Skotos fa sempre piacere, dall'altra è triste constatare come si debba ricorrere sempre a vecchi nemici per poter conferire alla minaccia un po' di spessore. Ritornano i piloni atlantidei, i Venerabili, Odaka, i Tecnodroidi, adesso anche il temibile predicatore. Fatto salvo il nebuloso personaggio di Mr.Alfa, ancora tutto da verificare, non si può che prendere atto dell'incapacità quasi cronica degli autori di liberarsi del passato della serie e di dare vita a nuovi nemici sui quali costruire lunghi filoni di storie. Il titolo del nuovo gigante ("Una nuova minaccia", vedere anticipazione), in uscita quest'anno, lascia ben sperare, ma aspettiamo ad esaltarci: all'appello delle riesumazioni manca ancora La fratellanza ombra! ;-)

Due parole infine sulla caratterizzazione dei comprimari. I cattivi sono tratteggiati in genere superficialmente: al dottor Kronin e alla sua ragazza si poteva e si doveva dare più spazio, mentre le due tavole di approfondimento caratteriale a loro dedicate, costituite da un paio di scambi di battute un poco patinate, non riescono a conferire loro spessore. Il consigliere Westwood è il solito pazzo maniaco deciso a conquistare la Terra, solo più furbo della media.
Decisamente meglio i buoni: il procuratore Galya si conferma un ottimo personaggio, dotato di vita propria, che ci farà sicuramente piacere rivedere in futuro. Un po' di spazio viene concesso anche a Link, che arriva sino a sacrificare la propria vita per proteggere quella di Nathan (ma niente paura: l'ultima tavola ce lo restituisce nello splendore di tutti i suoi circuiti integrati!). Infine Nathan, eterno sconfitto, le cui vittorie sono solo piccole tappe di una guerra più grande di lui.



DISEGNI
Francesco Bastianoni    

Decisamente in caduta libera il valore delle tavole di Francesco Bastianoni. Rispetto agli ormai lontani esordi, dove si poteva notare un bel segno particolareggiato e iper-realistico, il disegnatore non ha saputo aggiornarsi, rimanendo così unico esponente di un uso del retino ormai sorpassato. Si confrontino ad esempio gli sfondi di Bastianoni, monotoni e monocromatici, con quelli (straordinari) di Olivares, sempre accattivanti e meravigliosamente sfumati. Qui non si parla solamente di valore assoluto degli autori in questione, bensì di una differenza abissale di abilità nel padroneggiare gli strumenti che i computer hanno messo a disposizione di tutti coloro che vogliano percorrere quella particolare strada che fa dei retini il proprio credo.

Peraltro, le tavole di Bastianoni, rispetto alle prime prove, hanno perso anche in pulizia, lasciando spazio a vignette iperdettagliate ma troppo impastate e difficilmente leggibili. Anche l'interpretazione dei personaggi è discutibile. In particolare, Nathan viene spesso vistosamente ringiovanito, a volte con effetti quasi caricaturali. Un paio, inoltre, le anatomie sbagliate: una su tutte a pag.11, nella vignetta in basso.

La sufficienza della prova di Bastianoni è comunque giustificata da un tratto personale che riesce nel complesso a raggiungere l'obiettivo prefissato, ovvero quello di una narrazione fluida e scorrevole. Niente male la caratterizzazione di Branko, direi una delle migliori in assoluto per un personaggio sicuramente ostico (si pensi ai lineamenti completamente irregolari e all'enorme stazza fisica).
Complessivamente, ciò che veramente rimproveriamo al disegnatore di questo albo è la mancanza di coraggio. Nel fumetto è importante non sedersi mai sugli allori e osare sempre proporre al giudizio del pubblico nuove vie espressive. Ed è ciò che ci aspettiamo sin dalla sua prossima prova.



GLOBALE
 

Bella copertina di Villa, che generalmente non ha mai dato il proprio meglio per Nathan Never. Qui il soggetto e la realizzazione sono entrambi su buoni livelli, così come la coloritura.

La formula a 160 pagine sembra assicurare agli autori lo spazio necessario per sviluppare storie particolari e importanti per il futuro della serie. Certo, il portare avanti la continuity non implica necessariamente un'alta qualità degli albi, ma quantomeno risveglia l'interesse di un lettore che ne ha avuto abbastanza di brodi allungati come lo speciale dell'anno scorso o buona parte degli "Agenzia Alfa" a più storie.

Per concludere, una curiosità. A causa di una strampalata programmazione, in edicola si sono trovati simultaneamente due albi (lo speciale in questione e l'ultimo Agenzia Alfa), dove, per la prima volta (e con esiti piuttosto diversi), si è cercato di sviluppare la psicologia di Link.
 

 


 
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