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"Nemico pubblico"


Pagine correlate:

Stili di un tempo, segni ripresi, pensieri non più sopiti ed emozioni evocate... tutto questo nella prima "tripla" della serie.

Quando Nathan sognava Blade Runner
recensione di Pierfilippo Dionisio



TESTI
Sog. Antonio Serra
Sce. Antonio Serra e Stefano Piani
   

La genesi della storia di questi tre albi si perde nella notte dei tempi.

Nel luglio del 1997 usciva "L'orbita spezzata" (NN 74) per i testi di Antonio Serra e i disegni di Mario Atzori: la trama trattava della visita di Nathan alla cognata Madeleine sulla stazione orbitante Urania e la sua seguente distruzione.
Questa sarebbe potuta essere una tra le prime 10 avventure di Nathan Never se non ci fossero stati 7 anni di troppo. Ma questo, Serra non poteva saperlo - il ritardo fu nei disegni - e quindi, circa 10 anni fa, cominciò a pensarne il seguito, a sceneggiarne una parte ed a passarne la sceneggiatura al disegnatore.

...una storia dal sapore antico.
   

Ora quel seguito è stato terminato, è stato corretto, ampliato ed infine è stato pubblicato. E da ciò è scaturita la prima tripla del nostro Agente Speciale Alfa... una storia dal sapore antico.
Perché "antico" ?
Antico perché lo stile narrativo, il modo di scrivere di Antonio Serra ci catapulta nel mare delle sensazioni provate con la lettura degli albi dei primi anni della serie e fa rivevere emozioni dimenticate.
Ci riferiremo il più delle volte a Serra perché è difficile distinguere l'apporto operato da Stefano Piani, capacissimo di riprendere a quattro mani il lavoro iniziato. Si può supporre l'intervento di quest'ultimo in quelle parti modificate per rendere attuale il protagonista - riferimento rivolto soprattutto al personaggio di Hadija - e nel secondo e terzo albo: in questi il ritmo narrativo è sensibilmente differente (più lento) ma ciò - anche nel caso si trattasse di Serra stesso - potrebbe essere imputabile alla differanza di anni trascorsi tra l'inizio e la ripresa.
Comunque per quelli che possono essere definiti neolettori - o per i lettori occasionali - questa che si presenta è un'occasione unica per comprendere come era pensato originariamente Nathan Never, la sua filosofia ed il mondo che gli gravitava attorno.
Questa non è un'accusa verso le storie attuali - in fondo, non si può rimanere eternamente ancorati ad un modo di strutturare un prodotto seriale, pena la "noia" nei lettori - ma è un'esaltazione per il più che piacevole ricordo di chi ha seguito fin dagli albori la testata.
Inoltre, la storia ha l'opportunità di richiamarne altre, attraversando gli anni, dal lontano e primigenio 1991 fino ai più recenti.

Prendiamo in esame la storia.

Sommariamente la trama si occupa di terminare il capitolo aperto con "L'orbita spezzata".
Nathan si sveglia dopo due settimane in un vicolo: l'ultimo ricordo è l'appostamento nei confronti di Ash e Leonid e la colluttazione che ne è seguita. Al risveglio scopre di essere stato colpevole di ben tre omicidi. Inseguito, viene arrestato e condannato a morte ma, grazie agli amici e colleghi dell'Agenzia Alfa, fugge nuovamante. Braccato dalla legge, trova il tempo di riflettere su se stesso e, nel contempo, reincontra la piccola Chris/Madeleine, Padre Omero e persino Angel De Haven! E se pensate che questa sia solo una mera operazione di richiamo avente oggetto personaggi che si perdono nel ricordo - Padre Omero compariva in "Inferno" (NN 10) e Angel era la protagonista di "Forza invisibile" (NN 5) - vi sbagliate. Il viaggio che Nathan affronta è quello tra i reietti e gli emarginati e sono presenti richiami alle situazioni narrate in "Cabal" di Clive Barker (autore di "Hellraiser" e molti altri film e romanzi) e nelle prime avventure degli X-Men. Per certi versi è come se fosse sceso anche lui nella bocca dell'inferno con cui si chiudeva NN 5 e ora deve affrontarne le conseguenze.
Così gli spunti di riflessione sono farciti di quella sana azione che contraddistingue Nathan quando si trova invischiato in avventure più metropolitane, permettendo alla Città di svelare - affascinando - una parte di essa finora rimasta nascosta. Ma quel che colpisce di più è l'aria che si respira, grazie ai piccoli particolari tipici di una fantascienza ad un passo da qualche minuto nel futuro fino a qualcosa di più posteriore.
In questa storia Nathan riprende a fantasticare modelli alla "Max Headroom" e "Blade Runner" e chi pensa che così si aumenti la sua musonità - talvota ritenuta un freno all'evoluzione del personaggio - è in errore.

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Nathan sprofonda nei suoi pensieri
Uno degli elementi di sceneggiatura distintivi di quel "vecchio" stile è sicuramente la didascalia.
Nathan pensa come un tempo...
   
Nathan pensa come un tempo e l'uso delle didascalie avvicina il lettore e lo fa partecipe di ciò che nell'intimo lo preoccupa. Leggendo le prime pagine sembra di rivivere le pagine di apertura di "La prigioniera del castello" (NN 24/25 ancora di Serra/Bonazzi), con quei riferimenti a Janine, donna che occupava - allora - uno spazio preciso e più influente dell'attuale. Il cenno alla pioggia acida e al clima della Città accentua ancora di più il vecchio legame e la prima impostazione che aveva la serie, con un investogatore privato vagamente simile al Deckard di "Blade Runner".
Il successivo flashback riguardante Hadija è chiaramente posticcio: il personaggio femminile sciupa l'armonia della storia in quanto ha causato l'introduzione di modifiche che interrompono la narrazione. Per di più le poche pagine dedicatele rendono incomprensibili gli atteggiamenti dell'uno e dell'altra. Le ultime 2 pagine del terzo albo, inoltre, condensano in troppe poche vignette - 6 - la separazione tra i due amanti, quasi ad intendere una scelta redazionale ad abbandonare la donna per sempre, tanto che Nathan ritorna al suo vecchio appartamento dove incontra le sue due vicine di casa - Katia e Giulia, che erano state in ansia per lui - quasi a simboleggiare un nuovo inizio, un Anno Zero del protagonista.
La parte che segue è la più affascinante, con il ritorno di Padre Omero e l'ambiente bucolico in cui è immerso Nathan. La fuga e l'arresto sono elementi funzionali alla storia, utili ad alternare un ritmo che altrimenti sarebbe monotono. L'attenzione è focalizzata ancora una volta sui pensieri del protagonista, aperto verso il lettore.
Dopo questa buona narrazione di eventi, arriva il momento più particolare dell'albo: il giudizio! Quando questo avviene, il lettore sa già con certezza che la condanna a morte non sarà eseguita ma non rimane deluso perché lo aspetta una sorpresa suggestiva. Il processo è inserito all'interno di uno show e, se questo può sembrare normale, non lo è il modo in cui i giurati vengono scelti: una selezione casuale tra i telespettatori possesori di uno specifico televisore, sponsor del network. E qui i richiami evocati sono tanti, da "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury, a "L'uomo in fuga" di Stephen King (da cui è stato tratto il film "Running man" ("L'implacabile") con Arnold Schwarzenegger) alla famiglia di teledipendenti presente nelle pagine de "L'Incal" di Jodorowsky - e guarda caso il procuratore federale ha le fattezze del Metabarone - a vicende apparse sulla serie legate al potere dei mass media sulle persone, come in "Il monolito nero" (NN 2) o in "Piste infuocate" (NN 123/124).

Il primo albo termina con la decisione dei giurati. I successivi si differenziano - come anticipato sopra - per un ritmo più lento, tanto che la lettura in diretta, mese per mese, non dava molta soddisfazione ma, se letti di fila, scorrono piacevolmente.
Il secondo albo si presenta quasi - come può essere normale per il numero posto a metà - come albo di transizione e si dimostra leggermente ripetitivo con la seconda fuga di Nathan, sempre operata dai suoi colleghi dell'Agenzia Alfa. E' solo da pag.44 che parte: con l'arrivo di Angel. Nel frattempo le indagini vanno avanti ma appaiono come mera routine investigativa. Pian piano John Cleverly Cartney acquista spessore e l'arrivo di Chris/Madeleine e della città di Midian, arricchiscono la trama di parecchio. Nuovi personaggi si fanno avanti e la minaccia, per ora latente, si concretizza. Stavolta sono le riflessioni sui reietti di Midian che interessano i pensieri di Nathan.
Sicuramente una seconda parte che, dopo un iniziale arresto, riprende vigore in preparazione della fine.

Fine che avviene con passaggi che potevano essere condensati, magari per lasciare spazio a qualche personaggio. Per esempio è un dispiacere notare quanto poco sia stata utilizzata Angel ma non come personaggio d'azione - lo è sia nel'attacco a Midian che nel cyberspazio - ma come personaggio di atmosfera. Ha perso un po' di quel fascino che l'aveva contraddistinta, da angelo caduto e condannato all'inferno suo malgrado.

Il terzo albo tratta quasi unicamente dello scontro finale tra Chris/Madeleine e John Cleverly Cartney/Ravn, prima attraverso i propri affiliati nella città di Midian, quindi nel cyberspazio e poi nella realtà di uno scontro diretto. Un buon numero anche questo anche se la narrazione è lenta. Alcune scene legate ai comprimari come Darver sono quasi di troppo ma questa impressione può essere dovuta alla voglia di saperne di più del protagonista e non degli altri. L'antagonista principale è ancora in crescendo e quando raggiunge l'apice non può che soccombere. Anche la donna-bambina è ottimamente caratterizzata dagli autori, così come le vicende e i personaggi della città dei mutanti (e non solo).
Uno "scontro finale" - come scritto sopra - un po' lungo ma ben strutturato.

Da tutto ciò come esce Nathan? Sicuramente vincente - e non ci riferiamo alla libertà riacquisita - in quello che sarebbe stato il finale se non fosse esistita Hadija. Purtroppo le ultime due tavole - le famose 6 vignette cui accennavamo inizialmente - sminuiscono la storia.

Certo è che il ritorno al vecchio appartamento è sicuramente un evento piacevole per gli appassionati di vecchia data.

Un ultimo commento riguardanti la scrittura della storia. I personaggi ripescati come Ishimori, Ash e Leonid, Katia e Giulia, nelle loro piccole parte non hanno perso quella loro caratterizzazione, quasi come se non fosse passato tempo dalla loro ultima comparsa. Su Chris e Ravn abbiamo già espresso il giudizio di miglioramento: Ravn ne esce accresciuto da semplice terrorista esper de "L'orbita spezzata". Branko ha un uso più o meno standard e, siccome è presente anche nel primo albo, ci si chiede chi abbia sostituito (ipotizzando che le tavole siano state ritoccate). Sigmund, dall'alto della sua conoscenza informatica, è un po' sottotono. Si sente la mancanza di un personaggio come Mendoza, che poteva essere presente.

Chissà se era prevista la presenza di Aristostele Skotos! In fondo era lui che muoveva i fili come un burattinaio in NN 74.



DISEGNI
Germano Bonazzi    

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Chris e Nathan a Midian

Grande!
Germano Bonazzi è grande nell'abilità di saper utilizzare un tratto intimistico ad una storia che non poteva essere di sola azione.
Il segno grafico del primo albo è sicuramente quello dei primi anni con Nathan Never e la scena del protagonista sulle rive del lago con gli aironi - se sono aironi - è quasi un marchio di fabbrica del disegnatore.
La città di Midian è inquietantemente bella e gli abitanti trasmettono, con le loro pose ed espressioni, quel senso di angoscia che li opprime. Nulla è lasciato al caso.

Ma la domanda che si affaccia con più presenza è: dov'è lo stacco tra il Bonazzi di circa 10 anni fa e quello attuale? Quali tavole sono state riprese e corrette.
Pare che Bonazzi imiti il suo tratto di un tempo e lentamente porti il lettore all'attuale. Va fatto presente che sicuramente il primo albo presenta correzioni e interposizioni: Branko probabilmente non era presente e sicuramente non lo era Hadija con il flashback da pag.15 a pag.20.
Legs è il personaggio su cui si nota di più il cambiamento: dal viso del primo agente Alfa con le fattezze di Sigourney Weaver/Ripley nel n.135 si passa al più rotondo e giovanile viso del n.137 che riprende quello attuale.

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Legs nel n.135
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Legs nel n.137

Il disegnatore raggiunge l'apice con il saggio e il deciso uso di luci ed ombre su Nathan durante il processo, come a sottolineare la lotta interiore.
La sestupla di pag.88 e la quadrupla di pag.98 sono un ottimo esempio di suggestività e di evocazione.

Un Bonazzi d'effetto come non mai.



GLOBALE
 

Roberto De Angelis realizza da tempo ottime copertine. Quella del n.135 giustamente richiama le vicende della prima parte; quella del n.136 è la più bella, con un calibrato cromatismo e una composizione armonica e ponderata; la copertina del n.137 invece non convince: nel cyberspazio dovrebbe esserci il volto di Rav e non di J.C.Cartney e inoltre Nathan non vi entra (ma questo è un particolare superfluo) e poi non si cpaisce se il ritaglio impreciso della pixellatura esterna dell'antagonista sia voluto o no (ma così non piace).

Nel complesso la storia in globale è molto buona sia nella scrittura che nel disegno: Serra, Piani e Bonazzi hanno fatto un ottimo lavoro.
Per quanto riguarda i cambiamenti avvenuti nella vita di Nathan, speriamo di vederne presto gli effetti anche se non mancheranno storie che, per problemi logistici di tempi di pubblicazione, presenteranno qualche incongruenza.

In soldoni: un bellissimo Nathan delle origini!

Vedi anche la scheda della storia.
 

 


 
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