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Rat-Man
Riflessioni sparse sul secondo topo più famoso del mondo dei fumetti

articolo di Vincenzo Oliva


Può essere originale una narrazione che ponga le sue basi sulla parodia? E in seconda battuta: è eventualmente importante che lo sia?

Se la risposta che reputo corretta (nel caso specifico sulla scorta del personaggio e delle storie di Rat-Man) è positiva nel primo caso e negativa nel secondo, uguale è invece la motivazione: in ultima analisi dipende sempre dal talento, dalle capacità dell'artista.

A ben vedere, l'originalità assoluta è elemento secondario nella creazione di un'opera. Ciò che conta è la qualità dello strumento artistico usato (che sia la scrittura, la musica, il disegno o quant'altro). In un fumetto è la capacità di usare una scrittura flessibile e adatta alle varie circostanze, un disegno perfettamente narrativo senza dover per questo rinunciare al soddisfacimento estetico del lettore e dell'autore, la capacità di scrivere dialoghi naturali e non banali, la padronanza del mezzo a livello di costruzione della tavola. Tutto questo, in Rat-Man è presente. Oltre a molto altro; e se é ozioso chiedersi se al momento attuale Rat-Man sia il miglior personaggio italiano (ma è di certo tra i migliori), senza dubbio è il più completo.

In giro per la rete..
Il sito del Ratto

Rat-man
sito presso l'Editore

Cult Comics/Panini Comics
sito della Casa Editrice

Official Rat-Man Home Page

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E con questo passo alla prima delle due domande che mi ponevo.

Non è certo nell'idea di partenza che si basa l'originalità del personaggio creato da Leo Ortolani: la parodia deve essere nata insieme alla materia parodiata; o forse anche prima, con lo sberleffo di un uomo nei riguardi dell'atteggiamento di un altro. La parodia è un atto d'amore (oltre che di ferocia), e l'amore di Ortolani per i supereroi e per il più grande interprete di questi personaggi in calzamaglia, Jack Kirby, è evidente nella cura filologica che mette nella rappresentazione dei Destino, Spider Man o Wolverine che si incontrano sulle sue pagine, come nella straordinaria traduzione in chiave umoristica che egli dà del tratto del "Re" Kirby (ma è comunque l'intera cultura popolare a passare sotto le forche caudine della sua lente caustica e deformante: basti pensare agli episodi dedicati a Star Wars o a Star Trek).

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le copertine di Rat-Man Collection nn.1-2-3
dedicate a personaggi Marvel

La vera originalità di Ortolani va ricercata nella naturalezza assoluta con la quale egli sa fondere insieme (e facendolo sembrare facile…) i toni preponderanti dell'umorismo e della satira con il dramma, fino a toccare punte di lirismo autentico (si pensi alla morte di Thea…), per poi riprecipitare il tutto nell'ironia più crudele una vignetta o una tavola dopo. E la crudeltà è un'altra caratteristica cardinale della scrittura di Ortolani e del personaggio di Rat-Man: egli non usa nessuna pietà con il suo piccoletto dalla faccia da scimmia e ogni volta che questi pare destinato a una minima elevazione personale si può stare certi che la stupidità suprema di cui lo ha dotato il suo autore lo riprecipiterà nell'abisso della sua nullità; e se non sarà questo sarà qualcosa d'altro, perché il destino del Rat-Man è nel suo stesso nome. Ma la crudeltà di Ortolani si esercita su tutte le sue creature e perfino sul lettore: in fondo non si riesce a non voler bene al Ratto, a non fare il tifo per lui, e ogni volta che le speranze dei lettori sembrano esaudirsi ecco che una brusca sterzata di Ortolani nel puro sadismo nei confronti dello sventurato Rat-Man li riporta con i piedi per terra; ovvero alla natura del personaggio.

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Speciale
Riminicomix
2001

In Rat-Man, la crudeltà raggiunge livelli "orripilanti" e... parossisticamente esilaranti (si veda lo speciale Rimini 2001 e la gag di Massimo contenutavi). Tuttavia il Ratto non ha come principale obiettivo quello di sprigionare tutta la "cattiveria" del suo autore, e la sua struttura narrativa svaria dalla farsaccia all'intermezzo (ebbene sì!) romantico, dalla parodia supereroistica - come si diceva - alla satira di costume, dalla tristezza, appunto alla crudeltà. Soprattutto verso il povero Ratto.

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Le meraviglie della natura n.1
   
 
Dove invece Leo Ortolani non ha alcuna remora nell'esibire tutta la comicità crudele che la sua matita riesce a distillare spietatamente dalle situazioni anche più dolorose e tragiche - e dove questa sua scrittura raggiunge il massimo dell'efficacia - è nel primo volume de "Le Meraviglie della natura".

Ma non voglio divagare.

Le storie di Rat-Man sono ricchissime, di emozioni contrastanti, opposte, come dicevo; e che si rincorrono senza sosta, sostituendosi l'una all'altra come in una continua doccia scozzese per il lettore (che però ne gode). Ma non solo emozioni: ci sono i protagonisti e i comprimari delle storie, e la capacità di Ortolani di trarre delle figure umane complete dai suoi improbabili "personaggi dal muso di scimmia"; la sua capacità di giocare sempre, costantemente sul filo sottilissimo che divide la satira ed il sarcasmo - molto spesso estremi - dalla volgarità e dal cattivo gusto. E senza mai scadervi.

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Come Cinzia
ha scoperto la
sua "vera" natura

Ecco Cinzia Otherside, la transessuale innamorata perdutamente (e inutilmente) del Ratto, personaggio difficile da gestire senza cedere all'ironia becera o al suo becero contraltare: il buonismo politically correct. Eppure l'abilità di Ortolani nel modulare la continua rincorsa di Cinzia al piccolo Ratto attraverso l'umorismo più spinto e crudele, l'amore sincero, il dramma - sempre scegliendo il momento giusto per ciascuno - fa di Cinzia un essere umano credibile e vivo.

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La Gatta

Oppure la Gatta. Come si fa a rendere sensuale - anzi di più: un'autentica, pericolosissima bomba sexy - un personaggio disegnato, come tutti gli altri, come se avesse il muso di una scimmia? Eppure Ortolani ha fatto della Gatta tutto questo: non si può sfuggire al fascino di questa femmina mortale che sprizza carnalità anche nel pieno della più terrificante gag surreale.

E' tutto questo a rendere l'appuntamento con il Ratto così atteso da tanti lettori.

Certo, è naturale che Rat-Man, come qualsiasi altra cosa, non può piacere a tutti.

Indubbiamente, una conoscenza anche solo superficiale del mondo dei supereroi è, se non fondamentale, quanto meno di molto aiuto per entrare in certi meccanismi del fumetto, a partire dal disegno, con il quale Ortolani compie un'operazione che probabilmente senza di lui sarebbe potuta sembrare irrealizzabile: adattare - e perfettamente - a ritmi e situazioni comiche il tratto epico e magniloquente di Jack Kirby.

Sono da puntualizzare alcuni aspetti: Rat-Man non è un poveraccio a cui va tutto storto: Rat-Man è un idiota che si merita ogni singola sfiga che Leo Ortolani gli lancia addosso. Rat-Man è un presuntuoso imbecille, un inetto totale che gioca al salvatore del mondo; Rat-Man è un arrapato cronico che si atteggia a macho e prende giustamente buca da ogni donna che incontra (e quando non prende buca se la dà da solo perché è troppo stupido). Rat-Man è uno che se lo incontrassimo dal vivo, la volta dopo lo sfuggiremmo come la peste. O gli daremmo volentieri il fatto suo.

Ed è, il Ratto, tenerissimo, perché ha il cuore più puro del mondo.

E' su questo contrasto che si basa la struttura narrativa di Rat-Man, perché nessun lettore, e probabilmente neppure il suo stesso autore, fino a quando la gag non è finita, sa quale anima del Ratto vincerà. Ovvio che la sfiga gli sarà servita in tavola, ma Ortolani lo farà con compiaciuta crudeltà facendoci ghignare sarcasticamente? Oppure con crasso umorismo farsesco, facendoci sbellicare dalle risate e anche un po' vergognare perché ridiamo di cose così basse e ignobili? O ancora, Leo chiuderà la disavventura del piccolo topo con una battuta surreale, lasciandoci spiazzati per poi farci sbottare a ridere? O magari ci farà empatizzare col cialtroncello dalle orecchie tonde, promettendogli un riscatto che inevitabilmente gli negherà, lasciandoci la bocca un po' amara, e gli occhi umidi. Prima per la lacrima, poi per le risate.

Rat-Man è sommamente imprevedibile nello scontato concludersi delle sue gag, e questo è uno dei caratteri più sicuri della bravura di Ortolani, capace di sorprendere e avvincere sempre, benché all'interno di uno schema necessario ed ineludibile.

Ma questo non esaurisce il Ratto, perché ormai da tempo Ortolani gli sta costruendo addosso una personalità ed una storia più complesse, articolate e profonde. Il ciclo in ben sei episodi in cui si è imbarcato e che si concluderà a gennaio 2003, pur nel completo rispetto della struttura del "vecchio" Rat-Man, sta rendendo il personaggio sempre più sfaccettato e ricco, donandogli una personalità più dolorosa (proprio dolorosa, sì), struggente e patetica, all'interno di una narrazione più coesa e meno spezzettata.

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Nota: questo articolo (se mi è concesso dargli una definizione così altisonante e un po' pomposa ;-)) è il risultato di alcuni interventi postati in epoche diverse su un forum dedicato ai fumetti.
 

 


 
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