Lo straniero senza nome
Scheda IT-MV-123
- Sentieri di sangue
valutazione (5,7,6) 85%
Scheda IT-MV-124
- Ciego, El
valutazione (5,7,6) 85%
Dopo aver perso il suo popolo ed essersi lasciato alle spalle la sua nemesi di sempre, Magico Vento è smarrito e alla ricerca di un nuovo scopo, ma non ha perso il proprio senso del giusto, un valore che quando non esistono ordine e legge lo costringe a sporcarsi le mani, replicando senza troppi scrupoli ai cattivi, colpo su colpo. "Sentieri di sangue" e "El Ciego" sono due episodi duri, crudi e tosti che, oltre le più ovvie similitudini (piombo rovente e sparatorie in quantità industriale), presentano tuttavia sfumature ben differenti.
L'avidità è giusta?
In "Sentieri di sangue", uno dei rari albi non scritti dal creatore della serie, Magico Vento assorbe il desiderio di vendetta di un anziano sciamano sepolto fino alla testa nella sabbia, restando coinvolto in una sanguinaria faida per un'eredità.Cartolina dal Texas
disegni di Ramella-Barbati-Biglia, Magico Vento n.123
(c) 2009 Sergio Bonelli Editore
Renato Queirolo fa prevalere i toni grotteschi e sarcastici, in una sarabanda di situazioni variegate e personaggi laidi, con sottotesti sempre attuali (la morbosità dei media). La storia prende direzioni così imprevedibili e casuali che anche Ned non può essere sempre consapevole di quel che gli sta accadendo intorno, venendo salvato due volte dagli interventi "fuori campo" della prostituta
Non è un paese per deboli
Con "El Ciego" torna al timone Gianfranco Manfredi, e con lui Magico Vento recupera una maggiore centralità nella trama, in una storia - semplicissima in sé - che incanta per equilibrio e asciuttezza, e che probabilmente sarebbe piaciuta a Sergio Leone.
I temi dell'albo spaziano dalla "guerra fra poveri" alla vacuità della gloria guerriera, sino alla riscoperta dell'orgoglio e dell'autodeterminazione di un popolo. Alla ricerca degli apache di Victorio, Magico Vento non esita a prendere le difese di un povero pueblo di uomini rossi che, dopo avere patteggiato con i bianchi, è soggetto non solo alle razzie proprio di una tribù di apache, ma anche alle violenze di desperados ladri di cavalli e vigilantes assoldati dagli allevatori. "Che cosa ti importa se attacco la gente di Pueblo de Taos?", domanda il capo apache
Alla bontà delle due storie e delle forti sensazioni trasmesse contribuiscono sceneggiature agili, con dialoghi incisivi e sferzanti, e naturalmente i disegni: più materiali e "sudici", aderenti alle bassezze e meschinità di cui è pervaso l'albo, quelli di "Sentieri di sangue", ad opera del trio Ramella-Barbati-Biglia; più evocativi quelli di Darko Perovic per "El Ciego", di cui va ricordata, per impatto, la tavola 118 (per la serie "quando le parole non servono"), con l'ambizioso, ma inconcludente,
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