Guglielmo Letteri
Disegnatore di fumetti, noto soprattutto per la sua quarantennale collaborazione a Tex, personaggio cui è stato il primo a dare un'interpretazione personale, capace di andare al di là della caratterizzazione del creatore grafico Aurelio Galleppini. Disegnatore molto amato dai lettori grazie al suo stile pulito, preciso e di alta qualità, il suo è un segno morbido, pastoso, sciolto eppure molto meticoloso, anticipatore per un certo verso della linea chiara.Biografia
1926|Guglielmo Letteri nasce a Roma l'
1939|Vive con la famiglia in
1944|Conseguisce la maturità classica a
1944|A partire da quest'anno si trasferisce, in successione, in
1945|Fino al
1949| Parte per l'
1958| Dopo varie peregrinazioni in giro per il mondo si stabilisce a
1963| Torna in
1965| Sul n.33 della serie a striscia Pueblo, poi in Tex n.76/77, "Formiche rosse", appare per la prima volta,
1968| A marzo esce sul n°10 della collana Rodeo, Rick Master, su testi di Gianluigi Bonelli, unico contributo non texiano di Guglielmo Letteri per la futura Sergio Bonelli editrice.
1991| A febbraio esce in Tex n.364 "Il Medaglione Spagnolo", illustrato da G. Letteri, ultima storia sceneggiata da Gianluigi Bonelli per Tex.
1991| A dicembre esce, illustrato da Letteri, "Oklahoma", albo speciale scritto da Giancarlo Berardi, apripista alla successiva pubblicazione della collana Maxi Tex, nonché per ora unica apparizione del creatore di Ken Parker su Tex.
1993| A partire da gennaio approda nelle edicole "Il segreto del Morisco" in Tex n.387-392, storia che, sceneggiata da Guido Nolitta e disegnata da Guglielmo Letteri, con le sue 586 pagine rappresenta l'episodio più lungo di Tex, e vede per la prima ed unica volta i due artisti insieme.
1998| All'opera di Letteri su Tex è dedicata una mostra nell'edizione di novembre del Salone del Fumetto di Lucca, da cui scaturisce un prestigioso catalogo intitolato
2006| Esce il decimo Maxi Tex, "Il veleno del cobra", ultima storia di Guglielmo Letteri, spentosi a Roma il 2 febbraio del 2006.
Dicono di lui..
Il suo stile, che ricorda quello di alcuni grandi disegnatori americani (Phil Davis, il Raymond di Rip Kirby, il Flanders di Lone Ranger) si è rivelato adattissimo alle atmosfere magiche e horror che tanto spesso si incontrano nelle storie di Tex.Gianni Bono
Letteri possiede il dono di un'arte impersonale che rifugge dalle emozioni forti. Egli tende a una illustrazione semplice, essenziale, traendo il massimo partito dal segno per far emergere le parti più significative delle vicende narrate. In lui ogni linea è funzionale, carica di significati. A Letteri la figura umana, lontana da ogni mediazione sentimentale, interessa soprattutto come elemento di una composizione. I ritratti sono energici, sinceri, pieni di dignità, ben individualizzati...Decio Canzio