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"Insetti assassini"

TESTI
Moreno Burattini
DISEGNI
Gaetano Cassaro

Verybad

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Piccoli assassini
recensione di Daniele Alfonso

Molto, molto pi� piccoli dell'altra volta...

La longevit� di un prodotto seriale, che � diretta conseguenza del gradimento del pubblico, � data dal bilanciamento di due forze contrapposte: la riconoscibilit� del prodotto e la sua variet�. La riconoscibilit� fa s� che il pubblico sappia in linea di massima cosa aspettarsi da un'avventura del suo personaggio preferito: sparatorie e scazzottate piuttosto che rapine e intrighi spionistici; ambientazione europea o americana; periodo storico contemporaneo o meno; una certa filosofia di fondo nelle tematiche trattate e, soprattutto, il carattere e la personalit� del protagonista e degli eventuali comprimari ricorrenti. La riconoscibilit� fornisce un confortevole ambiente -in senso lato- da ritrovare volta per volta, mentre la variet� � l'elemento sorpresa: ci� che permette al pubblico di essere stupito ed affascinato ad ogni nuovo episodio: nuove situazioni, nuovi personaggi, nuovi ambienti, nuove tematiche mai afforntate prima. Personalmente tendo a dare pi� peso alla variet� che alla riconoscibilit� in senso stretto: mi piace essere sorpreso. E' chiaro che non tutti la pensano come me, visto che (per restare nell'ambito del fumetto bonelliano, e senza entrare nel merito di un giudizio di qualit�), una serie di estrema variet� come Zona-X � ormai defunta, mentre Tex, che ha sempre privilegiato una notevole uniformit� di stile, � in edicola da decenni. Ad essere sincero, io ad entrambe ho sempre preferito Zagor, che, pur avendo una serie di ambienti, personaggi e tematiche che si ripresentano con una certa periodicit�, � sempre stato caratterizzato da una formula molto libera per quanto riguarda il genere delle avventure, spaziando dal western pi� stretto al giallo, alla fantascienza, all'horror. Credo che Zagor si avvicini estremamente al bilanciamento ideale di riconoscibilit� e variet� che un prodotto seriale deve avere, almeno per i miei gusti.

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Adolfo Verybad,
disegno di Cassaro, (c) 2003 SBE
   
La libert� di cui godono permette agli autori di presentarci una storia come "Insetti assassini", in cui non troviamo n� un grande approfondimento psicologico dei personaggi, n� particolare profondit� nelle tematiche trattate, come invece � avvenuto in altre storie passate: "Insetti assassini" � una storia di puro relax, da leggere per passare un paio d'ore divertenti senza troppe pretese. Questo ci basta proprio perch� sappiamo che Zagor, volendo, pu� offrirci storie di ben altro spessore, come alcune che abbiamo letto in passato e altre che sicuramente leggeremo nei mesi a venire, mentre per il momento possiamo accontentarci, e lo facciamo con piacere, di ritrovare Adolfo Verybad e le sue incredibili invenzioni. E' questo il bello.

Il rovescio della medaglia, perch� ce n'� sempre uno, � che, osservando la produzione zagoriana degli ultimi mesi, ci rendiamo conto che gli autori da un certo tempo indulgono fin troppo volentieri in storie di stampo fantastico, come le recenti "Il sudario verde" (ZG 449/450) e "Palude mortale" (ZG sp15), per non parlare della minaccia aliena che ci attende quest'estate. Sospettosi come siamo, ci viene da chiedere se si tratti di una precisa scelta, oppure se Moreno Burattini & C., in un periodo di stanca, abbiano lasciato briglie sciolte alla fantasia in mancanza di idee di una certa caratura. E sempre dando un'occhio alla programmazione, ci piacerebbe molto se Mauro Boselli, una volta o l'altra, avesse voglia di tornare a far visita a Darkwood...
 

 


 
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