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Catturato Diabolik! recensione di Vincenzo Oliva Brillante operazione dell�ispettore Ginko che sventa il complotto del re del terrore e cattura lui e la sua compagna lady Kant. Clerville libera dall�incubo....
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Pagato il debito che Mortimer indubbiamente ha nei confronti di Diabolik - e se non fosse evidente dalle caratteristiche del personaggio: intelligenza diabolika, diabolika abilit� trasformista, spietatezza (b�, il Diabolik di oggi, magari...), il nome della sua compagna, Sybil Kant, elimina ogni minimo dubbio residuo :-) - resta il fatto che Moreno Burattini non ha tradito le aspettative, imbastendo una storia avvincente, ben congegnata, incalzante e con uno strepitoso Mortimer. In effetti l�autore ci regala un secondo capitolo della saga mortimeriana superiore al primo (in Zagor n.394/96, "Il diabolico Mortimer"). La necessit� di raccontarci la vendetta dell�arcicriminale, infatti, spinge Burattini a tirare fuori tutte le potenzialit� della "sua" creatura, e il Mortimer che cos� ne risulta � un personaggio potente, carismatico, che cattura l�attenzione del lettore e la tiene avvinta, facendogli sfogliare le pagine una dopo l�altra per arrivare alla conclusione e scoprire come vanno le cose. Multiforme, brillantissimo, a perderlo saranno l�imprevista (da lui) generosit� di Zagor, che si attarda a soccorrere una guardia carceraria ferita e un'eccessiva fiducia in s� stesso: in questo pi� umano di Diabolik :-)
Certo ha una spinta molto forte, Zagor, per dare questo meglio. Del resto Mortimer non poteva dargliene di pi� forte di un complotto contro il fraterno amico Tonka! Non � la prima volta che un avversario, per vendicarsi di Zagor, coinvolge i suoi amici: l�espediente fu usato da Marcello Toninelli nel primo speciale "Zagor alla riscossa!", ma con risultati decisamente inferiori a quelli di Burattini. La differenza � tutta nella personalit� del "cattivo". Se Burattini tiene desta l�attenzione del lettore dalla prima all�ultima pagina, con una sceneggiatura tesa e senza pause - cucita addosso ai due contendenti, a questo scontro di personalit�, fino al confronto finale - ma soprattutto con la presenza costante in scena - in corpo o in spirito - del suo brillante antagonista - Toninelli non seppe dar seguito al buon intreccio: dopo aver creato le premesse di un "gran finale", con una storia ricca di pathos, al momento di tirare le fila della storia mise in campo un Butcher decisamente banale: l�antico nemico si rivela poco pi� di un bestione.
Interessante e ambiguo (e forse interessante soprattutto perch� ambiguo) il rapporto tra Mortimer e Sybil. Se a tratti la fiducia e la complicit� tra i due sembra veramente ricalcare quella tra Diabolik ed Eva Kant in altri momenti diventa tutto pi� sfumato ed incerto. Per altro, Burattini non dimentica che, per quanto emancipata, Sybil resta una donna del secolo scorso, e che per lei quel rapporto paritario che Eva ha da tempo raggiunto � improponibile. Complice, s�, amante s�: ma sempre in posizione vicaria. Il genio resta Mortimer come ribadisce la stessa Sybil nel finale della storia, dove d� l�arrividerci al suo uomo ed ai lettori. Resta in ombra Cico; ma - al di l� della constatazione che la storia risulta troppo compressa per lasciare spazio alle gags del pancione - � umano :-). Su Burattini grava il peso degli speciali dedicati al messicano, annuali o semestrali che siano o saranno, ed � normale che a quelli riservi le sue risorse umoristiche. Finch� riuscir� a darci storie come il recente speciale n.17, "Cico soldato" la " latitanza" del messicano nelle sue storie della serie regolare va perdonata :-) La narrazione ha un ritmo intenso, a tratti frenetico; la storia � densa, ricca di avvenimenti; eppure l�autore riesce a concedere alcuni - brevi - attimi di pausa al lettore, per tirare il fiato, ma anche per aprire piccoli spiragli sul mondo dei protagonisti: la scena dell�incontro tra Mortimer e Sybil a Fort Wild ci illumina brevemente sul rapporto tra i due, e fa intravedere il rimpianto per qualcosa che non potr� pi� esserci nella vita di Sybil; le due scene nella grotta, dopo la liberazione di Tonka, servono a Zagor per fare chiarezza nei propri pensieri ed al lettore per prepararsi al redde rationem.
Anche cos�, abbiamo un�avventura sicuramente pregevole, che coniuga il fascino dello Zagor classico con quei piccoli, ma strategici aggiustamenti che lo hanno rivitalizzato nelle mani dei due autori principali: Burattini stesso e Mauro Boselli
Ad affiancare Burattini � nuovamente Gallieno Ferri. Un Ferri decisamente pi� a suo agio in quella foresta di Darkwood che ha creato ad uso e consumo proprio e del suo Zagor, che non nella New York che fu teatro del primo scontro con Mortimer. Un Ferri per il quale gli anni sono indubbiamente passati, ma il cui tratto mantiene intatto il proprio fascino. Non � artista, Ferri, nel quale si possa ricercare una bellezza di linee, un�esattezza di forme e proporzioni, ma la sua forza � altrove. E� nell�energia di quel suo tratto scuro, dinamico, con quelle macchie di nero che arricchiscono i contrasti, donano espressivit� a corpi e volti: si veda come Ferri sia forse il miglior ritrattista dell�ira, le furie del suo Zagor non avendo eguali.
Un plauso ulteriore a Ferri per la bellissima copertina del n.407, "La vendetta di Mortimer", con quel fulmine che squarcia una notte livida, dividendo il campo tra i due avversari, e quel ghigno feroce di Mortimer, opposto alla rabbia di Zagor: qui si pu� apprezzare in pieno la ricchezza di quest�arte "primitiva" di Ferri, tutta centrata sulla forza dell�impatto emotivo sull�occhio del lettore. Zagor prosegue la stagione felice della "seconda giovinezza"; le sue risorse, dopo quasi quarant�anni, non sono finite ed i suoi autori hanno la capacit� di scrivere storie divertenti e interessanti, e di creare ancora personaggi validi: come Mortimer.
Diamo dunque l�arrivederci a Mortimer, certi che presto torner� ad incrociare la strada dello Spirito con la scure.
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