Zagor 556-559
Scheda IT-ZG-556-559
Una differenza della nuova trasferta di
Zagor rispetto al "recente" passato è che i veterani
Boselli e
Burattini (artefici da ormai vent'anni della rinascita dello Spirito con la Scure) sono oggi affiancati ai testi da un più nutrito
staff di autori.
Se i risultati sono, nel complesso, soddisfacenti come nel caso de
"Nel Regno dei Cajun", c'è di che essere lieti di questa pluralità di firme.
L'inconsueta coppia ai testi, formata da
Paolucci e
Perniola, ha elaborato il seguito di un antico
classico nolittiano: tra cospirazioni politiche, rapimenti, tradimenti, una lunga ricerca nelle paludi di New Orleans, scontri a fuoco e duelli all'arma bianca, la lettura è piacevole e fresca.
Il piano dell'aristocratico
Alphonse De Marigny per riportare indietro la lancette della Storia, riannettendo la Louisiana sotto la corona francese, era ovviamente destinato al fallimento. Per questo avversario dal sangue blu, tuttavia, non si può che provare simpatia per come esordisce nel suo primo faccia a faccia con Zagor, intrappolato e alla sua mercè, nel finale di questo lungo episodio. Malgrado la mira disastrosa.
Lo Spirito con la Scure (a differenza del lettore) non poteva sapere che dietro le quinte ci fosse quel suo vecchio avversario, e non ha idea di come sia potuto giungere sin lì. Ma De Marigny, anziché perdersi in chiacchiere per autocompiacersi e dare all'eroe il tempo di salvarsi, estrae la pistola per eliminare l'uomo a cui deve tanti anni di carcere. Ovviamente anche questo tentativo si risolverà miseramente, ma ci piace particolarmente la frase che pronuncia, anche se sperare che diventi un manifesto contro l'artificiale ridondanza di alcune sceneggiature, di cui ci siamo lamentati in più di un'occasione, sarebbe probabilmente troppo.
Alphonse De Marigny
disegni di Marcello Mangiantini, Zagor n.559, pag.5
(c) 2012 Sergio Bonelli Editore

L'episodio, ricco d'azione, pur con la semplicità del soggetto e un'evoluzione prevedibile che non grida certo al capolavoro, trova i suoi punti di forza nei dialoghi durante i momenti di tregua e nelle sfumature che definiscono i vari personaggi. Su tutti spiccano, in particolare, i due
leader cajun rivali (l'idealista Badeaux, incarcerato ingiustamente, e il sanguinario Varant che ha preso il suo posto) e la baronessa Moreau (il cui rapimento è la miccia del piano di De Marigny): la loro tempra e caratterizzazione emerge in primo luogo da gesti e azioni, ma anche da frasi non meramente funzionali.
Degni di menzione, in particolare, sono alcuni dialoghi tra Zagor e Badeaux, la sequenza in cui il secondo calma il giovane Eymard (che lo accusa tra le lacrime di essere un traditore), il gioco di seduzione tra la baronessa e De Marigny e il duello finale tra Badeaux e Varant sotto una suggestiva pioggia torrenziale.
Resa dei conti tra Badeaux (a torno nudo) e Varant
disegni di Marcello Mangiantini, Zagor n.559, pag.35
(c) 2012 Sergio Bonelli Editore

Molto efficace, a questo proposito, la visualizzazione grafica di
Marcello Mangiantini, il disegnatore di Zagor con all'attivo più tavole pubblicate nell'anno del cinquantenario.
Il suo stile vagamente "
alanfordesco" può piacere o meno, a seconda dei gusti, in una testata classica come quella dello Spirito con la Scure, ma per il taglio dinamico delle inquadrature, la cura dei dettagli e dei paesaggi, la varietà delle fisionomie e l'espressività dei personaggi si può eccepire ben poco (tra cui qualche incertezza nella resa di Zagor e Cico).
Complessivamente, un episodio con una narrazione agile e frizzante, al quale è mancato giusto quel pizzico di sapore in più nella trama per ambire a essere ricordato non solo come un piacevole "riempitivo" (
vedere la scheda, in proposito), in attesa degli sviluppi sudamericani della saga delle pietre di Atlantide.
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