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Giovedí, 29 Aprile 2010

  • messaggio da P.Dionisio - 29/04/2010 12:45
    Da un articolo su L'Espresso con le prime pagine della graphic novel :
    Hanno scelto la forma della graphic novel, il romanzo grafico mix di narrazione e immagini in bianco e nero incasellate nel genere fumetto, per parlare e far conoscere a un pubblico trasversale di giovanissimi e adulti, storie vere non sempre facili da comunicare.
    Sono i ragazzi della casa editrice Round Robin, attiva a Roma dal 2004, che si è fatta conoscere per la capacità di sperimentare nuovi linguaggi inaugurando dalla fine dell'anno scorso, in collaborazione con l'associazione daSud onlus, la pubblicazione della collana 'Libeccio'; una serie di graphic novel dedicate agli eroi dell'antimafia.
    (..)
    Originale anche la diacronia della storia così come incasellata nei disegni e nelle nuvolette di testo. Quella di Pippo Fava è la videnda di un uomo, di un giornalista, di un direttore di un giornale (Il Giornale del Sud prima, il mensile I siciliani poi) che per amore della verità e per la denuncia dei fatti di Cosa Nostra ha pagato con la vita.
    (..)

    Sabato, 17 Aprile 2010

  • weblog/?4935
    messaggio da M.Galea - 17/04/2010 15:04
    In un'intervista atipica e a tratti ironica, Bruno Brindisi descrive la piantina della casa di Dylan Dog:
    (..) Nella mia smania di realismo, ed anche per comodità, ho provato a capire come funzionava la pianta dell’appartamento, basandomi sul fatto che il (la..) cliente entrava dalla porta dello studio che si apre sulla stessa parete della scrivania e che di solito Groucho arrivava con il tè dalla porta di fronte, e che tra le due porte c’era (c’è) la finestra che dava sulla strada. (..)

    Mercoledí, 31 Marzo 2010

  • weblog/?4922
    messaggio da V.Oliva - 31/03/2010 22:55
    Da un articolo su L'Espresso di Umberto Eco:
    La prima (e purtroppo l'ultima) volta che l'ho incontrato, appena mi sono seduto al tavolo di quel bar, mi ha guardato con la sua faccia di fanciullo anziano o di anziano fanciullo, e mi ha chiesto: "Cosa ne pensa di Gesù Cristo?".
    Adesso potrei lanciare un concorso per chi indovina chi fosse il personaggio, ma sarebbe difficile trovare un vincitore, quindi svelo l'arcano. Quel signore era Charles Monroe Schulz, l'autore dei Peanuts ovvero il padre di Charlie Brown. Ho saputo dopo che nella vita ha avuto momenti di interesse per i problemi religiosi, e altri, diremo, più laici, e mi diceva l'altra settimana sua moglie Jeannie che domande del genere lui spesso le faceva semplicemente perché era interessato alla gente, e voleva sapere che cosa pensavano. Non so, è che chi legge (e rilegge) i Peanuts non vi trova mai riferimenti espliciti a problemi religiosi e ad ansie metafisiche - e come potrebbero averne dei bambini che apparentemente sono ossessionati solo dal baseball?
    E tuttavia di Charlie Brown si è scritto che "è capace di variazioni di umore di tono shakespeariano", la copertina di 'Linus' è senza ombra di dubbio l'oggetto transizionale di Winnicott, alle spalle di Lucy, di Schroeder e persino di Snoopy si agita l'ombra di Freud, mentre Pig Pen, dai capelli perennemente intristiti di forfora e le scarpe senza remissione infangate pronuncia parole degne di Beckett quando dice "su di me si addensa la polvere di innumerevoli secoli".
    Insomma, Charles Schulz, che continuamente si stupiva che persone che lui considerava dei geni lo ammirassero, apparentemente disinteressato alle vicende del mondo e alle contraddizioni del suo tempo, è stato un grande poeta che ci ha continuamente raccontato, con due colpi di matita, la sua versione della condizione umana. Non so cosa Schulz davvero pensasse di Gesù Cristo, ma la sua era certo una forma di incantata religiosità.
    (..)
  • weblog/?4918
    messaggio da P.Dionisio - 31/03/2010 10:00
    Da un articolo de IlSole24Ore:
    Se sul potere evocativo del fumetto non ci sono mai stati dubbi da sempre, altra cosa è vederne riconosciuti i record. Ciò che oggi succede, con cadenzata frequenza. E si tratta di record su record. Da quando il primo fumetto di Superman, pubblicato nel 1938, è stato venduto all'asta negli Stati Uniti al prezzo record di 1,5 milioni di dollari.
    Un'altra copia dello stesso fumetto, che mostra la prima avventura mai pubblicata dall'Uomo di Acciaio, era stata venduta in febbraio al prezzo di un milione di dollari, stabilendo un primato in materia. Appena tre giorni dopo un fumetto di Batman era stato venduto per la somma di un milione e 75 mila dollari.
    (..)

    Lunedí, 29 Marzo 2010

  • messaggio da P.Dionisio - 29/03/2010 16:00
    Da un articolo di Repubblica.it di Matteo Tonelli:
    Storia di Stefano Cucchi. Entrato in carcere da vivo e uscito cadavere. Una storia che ha scosso l'opinione pubblica, inchiodata dalle pubblicazione delle foto di quel ragazzo, senza più vita, con il corpo pieno di lividi e il volto magrissimo. Esce in libreria Non mi uccise la morte (Castelvecchi, 113 pagine). Storia a fumetti, o graphic novel, come si dice oggi. Nasce dalla penna di Luca Moretti e Toni Bruno. E' storia "che riguarda tutti". La storia "di un abbraccio che è stato negato".
    Sono tavole in bianco e nero. E di nero, di oscuro, c'è molto in questa vicenda. Dall'arresto di Stefano al suo arrivo in carcere, alla sua morte in ospedale. Nel mezzo lo stupore, l'incredulità dei genitori e della sorella che, a poco a poco, diventa sgomento. Loro, che sapranno della morte del figlio da una fredda comunicazione burocratica. C'è il calvario di Stefano e quelle celle dove è rinchiuso. Le percosse, i silenzi. Il buio della giustizia. E pagina dopo pagina, tavola dopo tavola, Stefano cambia. Il volto si scava sempre di più, gli occhi si riempiono di dolore. Fino a quelle piaghe sul corpo diventate pubbliche dopo la scelta della famiglia di pubblicare le foto sui giornali. C'è l'angoscia, crescente, della madre, del padre e della sorella, che si scontrano contro l'impossibilità di avere notizie del figlio ormai morente e ricoverato in ospedale. E quando l'autorizzazione per vederlo arriva è troppo tardi. Stefano non c'è più. Si è spento per "sopraggiunta morte naturale". Poteva finire così questa storia. Ma non è finita così.
    (..)

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