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Martedí, 16 Marzo 2010

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    messaggio da M.Galea - 16/03/2010 08:31
    Da un articolo su Il Corriere:
    Si chiama Skinner Sweet e oltre ad essere un rapinatore di banche e cowboy sociopatico del vecchio West, è il primo vampiro americano. A differenza dei vampiri europei, trae il proprio potere dalla luce del sole e al posto dei tradizionali canini appuntiti possiede zanne da serpente a sonagli.
    Ideatore dell’insolito personaggio è il re indiscusso del thriller: Stephen King, al suo debutto come autore di fumetti. Il leggendario scrittore di Shining, Carrie e The Dome è il co-autore di «American Vampire», una nuova serie che debutta il prossimo 17 marzo negli Stati Uniti, come annunciato da Vertigo, la linea per lettori over-18 della DC Comics.
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  • messaggio da P.Dionisio - 16/03/2010 08:05
    Da un articolo de La Stampa di Marco Belpoliti:
    La Pimpa sta per compiere 35 anni, ma non li dimostra. Certo, da quel giorno, il 13 luglio 1975, quando apparve per la prima volta sulle pagine del Corriere dei Piccoli, in una tavola in cui contemplava di notte la Luna, invece di andare a dormire, a oggi, è assai mutata. Più tondeggiante, l’occhio più piccolo, le macchie rosse più grandi, e tanti nuovi personaggi, animali e oggetti parlanti che le stanno intorno. Anche Armando, il suo padrone, l’uomo con il nasone e i baffi, è mutato, ma meno di lei.
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    Il personaggio più amato dai bambini italiani - dal 1987 è un giornalino omonimo pubblicato da Franco Panini - è insieme un animale e una bambina, selvaggio e domestico nel medesimo tempo. Dà forma ai desideri infantili di libertà, invenzione, fantasia, immedesimazione. «Le storie, dice Altan, si sviluppano quasi da sole, attraverso una logica interna: le cose parlano, partecipano alla vita della Pimpa; e accanto ci sono gli altri animali parlanti». La gatta Rosita, Colombino, il cagnolino Tito, che Altan dice ispirato a un cugino brasiliano della moglie, ma anche la rondine Luisa, il pinguino Nino, la formica Bibì, la foca Lulù. «Ha anche un fidanzato storico, Gianni, che vive in città, e che la Pimpa va a trovare ogni tanto», aggiunge.
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    Venerdí, 12 Marzo 2010

  • messaggio da P.Dionisio - 12/03/2010 20:15
    Da un articolo de La Stampa di Marco Belpoliti:
    "Shutter Island", il romanzo best-seller di Dennis Lehane da cui è stato tratto l’ultimo film di Martin Scorseseil con Leonardo DiCaprio che sta ottenendo risultati eccezionali al box office di tutto il mondo, diventa un fumetto. Arriva infatti in libreria la graphic novel "Shutter Island", sceneggiata da Stefano Ascari con disegni di Andrea Riccadonna (Edizioni BD, 118 pagg. - 15 euro).
    Il fumetto ha il merito di rifarsi direttamente al libro di Lahane e non al film del cineasta newyorkese. Perciò i protagonisti sono fisicamente molto diversi dagli attori e l’agente Teddy Daniels non ha molto di DiCaprio e assomiglia un po’ a Martyn Mystere (il "detective dell’impossibile", personaggio dei fumetti ideato da Alfredo Castelli nel 1982), mentre il dottore-direttore del manicomio criminale è l’antitesi fisica di Ben Kinglsey: anziano, alto e con capelli e barba bianchi.
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    Giovedí, 11 Marzo 2010

  • messaggio da José Carlos Francisco - 11/03/2010 22:45
    Intervista a Virginia Letteri Castelbranco, figlia di Gugliemo Letteri, nel blog portoghese di Tex in versione italiana e in portoghese.
    La sua risposta alla domanda "Com’è che tuo padre è arrivato a disegnare fumetti? Vocazione o necessità?":
    Penso che non sia stata nessuna delle due. E’ stato un qualcosa che ha trovato lui e non viceversa. D’altra parte mio padre non era il tipo da chiudersi in un ufficio, sempre nello stesso spazio, con orari certi, per cui ritengo che abbia trovato interessante la libertà che il lavoro gli permetteva: il fatto di poter lavorare quando e dove gli pareva e come desiderava, conciliando il tutto con la musica. Spesso disegnava durante la notte, sempre con il jazz o la bossanova come musica di fondo.
  • messaggio da P.Dionisio - 11/03/2010 20:30
    Da un articolo de La Stampa di Guido Tiberga:
    I fumetti possono «raccontare» la scienza? Senza dubbio: un linguaggio che unisce testi e disegni «in forma sequenziale» come scrisse Will Eisner, artista straordinario e grande teorico del fumetto, è di per sé in grado di affrontare qualsiasi argomento. L’efficacia dei risultati, come per ogni altra forma di comunicazione che utilizzi parole ed immagini, dipende poi dal talento del narratore e dalle qualità grafiche del disegnatore.
    Al limite, per la scienza, qualche imbarazzo può nascere nei lettori più accaniti di «narrativa disegnata», abituati a uno stereotipo perlomeno discutibile dell’uomo di ricerca. Lo scienziato del fumetto è quasi per antonomasia uno scienziato pazzo. Eccezionalmente intelligente, capace di anticipare i tempi e di piegare al proprio volere i grandi misteri dell’universo, inventore di strumenti straordinari, ma tarato da un male di fondo: l’odio, il desiderio di vendetta, la volontà pervicace di farla pagare all’eroe di turno o, nella peggiore delle ipotesi, al mondo intero.
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