Mercoledí, 18 Giugno 2008
Venendo al fumetto (rimontato dato il formato), è una riduzione fedele nel testo, quanto asettica nello spirito, del libro contenuto nel volume. In questo episodio vediamo l'ennesimo ritorno in Jugoslavia (pardon Serbia) del nostro. Incaricato di ritrovare uno dei tanti "criminali di guerra" che si nasconde tra varie complicità. Il libro come la norma per SAS, oltre a presentare i soliti personaggi accentuati (tra cui non mancano mai le bellissime donne ammaliate dagli occhi color oro di Malko...), disegna la visione che il suo autore ha del paese in oggetto. E come sempre il resoconto/giudizio di De Villiers è implacabile nell'evidenziare i caratteri a suo avviso più identificativi, come l'orgoglio serbo e l'assoluta certezza di essere nel giusto. Nel fumetto che parte ovviamente svantaggiato dato il mezzo, si perdono le sfumature che caratterizzano l'opera di De Villiers. Ad esempio la determinazione delle donne serbe che l'autore rappresenta nel romanzo, è riportata fedelmente ma leggendo il solo fumetto, appare fredda, immotivata. Così come lo stesso personaggio di SAS appare algido, adatto al ruolo di principe, ma alieno all'uomo che ormai conosciamo. La scena d'azione di pag.252 ad esempio rappresenta il classico personaggio hollywoodiano perfettamente a suo agio nelle sparatorie stile
Patto col diavolo di Gérard De Villiers (libro) Umberto Ciance e Andrea Mutti (fumetto) - SAS n.6 - 185pp di libro e 100 di fumetto - Mondadori 4.50 euro
Martedí, 17 Giugno 2008
Lunedí, 16 Giugno 2008
È Leonardo Di Caprio l'uomo che la Marvel vorrebbe vedere nei panni del mitico Capitan America.
(..)
Se però Di Caprio dovesse declinare l'allettante offerta perchè ancora impegnato sul set dell'ultimo film di Martin Scorsese, il drammatico 'Shutter Island', la Marvel sembra aver già individuato un degno sostituto: Brad Pitt.
Domenica, 15 Giugno 2008
Era stato in Brasile con lidea di staccarsi dalle maledette storie di pusher che lo assillavano - ricorda oggi Staino - Doveva stare via un mese e invece se ne andò via per tre mesi, così eravamo in pensiero per lui. Tornò da quel viaggio ed era pulito, sembrava unaltra persona. Un giorno mi venne a trovare a Roma, allUnità, era disperato perché doveva trovare quattro milioni di lire per pagare le tasse arretrate, come mi raccontò piangendo. Non sapevo come aiutarlo, allora gli proposi un contratto per un libro sulle sue storie pubblicate su Tango: lo lasciai lì per andare a trattare la cosa con lamministrazione del giornale e lui mi riempì la scrivania di disegni di Occhetto.. Tornai con due milioni, non avrei mai immaginato che mi stava prendendo per il culo. Il giorno dopo mi chiamano per avvertirmi che era morto.Su Repubblica.it viene ricordato con una serie di interviste tratte da "Il segno di una resa invincibile" di L. Raffaelli e R. Roberti e da "La parola e l'immagine".