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Sog. e
Sce. Claudio Nizzi
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L'ambientazione canadese � stata ampiamente sfruttata nella saga di Tex ma non manca mai di un certo fascino.
Anche se l'impianto di base della storia � quanto di pi� classico vi possa essere (solita riunione attorno al
solito tavolo, solite battute, ecc. ecc.) troviamo diversi spunti interessanti:
Nizzi sembra prediligere i temi dei forti sentimenti per impostare le storie degli ultimi speciali annuali.
Considerato che il suo Tex tende a essere freddo e senz'anima, si tratta di un aspetto rilevante.
Piuttosto, il problema � che in questi scenari insolitamente "emotivi" Tex rischia di stonare, nel senso di sembrare
finto in un mondo di personaggi veri. Occorrere una grande abilit� per
umanizzare Tex senza stravolgerlo: Nizzi ci riesce solo in parte.
Jesus Zane � un personaggio notevole, un cattivo che non si scorder� facilmente. Il retroterra psicologico
� ben tracciato e risulta determinante per capire i suoi comportamenti nello sviluppo della storia. Non � casuale nemmeno
la scelta razziale: un mezzosangue che si inserisce nel rapporto fra un bianco e un'indiana.
Uno dei difetti dell'ultimo Nizzi � l'assoluta prevedibilit� di gran parte delle storie. Questa no,
decisamente. La caccia parallela � interessante e permette qualche variazione sul tema tradizionale della
caccia-all'uomo-texiana.
Finalmente ritroviamo il Gros-Jean delle origini, forte come un toro ma anche capace di tenere in mano un fucile.
E' assurda, infatti, la figura di un cacciatore che non sappia usare le armi! Non si capisce come mai G. L. Bonelli
avesse presentato Gros-Jean come un abile tiratore (anche di pistola, e questo forse � superfluo per un cacciatore) e
poi lo avesse negli anni trasformato nella copia francofona di Pat McRyan
("Uragano a Skagway" � la penultima avventura firmata dal pugno di Bonelli padre, dove compare un imbranatissimo Gros-Jean
che fa disastri con una doppietta).
La sceneggiatura � lineare, abbastanza monotona e con pochi cambi di scena (relativamente alla lunghezza della
storia). I buoni spunti del soggetto sono sprecati e raccontati in modo anodino.
"Jesus Zane � un personaggio notevole,
un cattivo che non si scorder� facilmente."
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Per esempio, l'infanzia di Zane e il rapporto di amicizia-rivalit� con Nat Morgan,
punto centrale di tutta la vicenda, avrebbero potuto essere sviluppati
e approfonditi con una tecnica di flash-back, scrivendo una storia nella storia; invece si risolve tutto con
un racconto indiretto di tre tavole scarse, completamente didascalico in stile anni 50. Esigenze di spazio? Allora
bisognerebbe capire perch� l'irruzione in casa di Ben Carter (compiuta, ahinoi, secondo uno schema stanco e abusato)
si prende 18 (sic) tavole. Purtroppo un buon soggetto non basta a fare una buona storia se la
sceneggiatura si concentra in modo esasperante sugli aspetti secondari e liquida in poche battute quelli principali.
La stessa forza dei sentimenti dei protagonisti avrebbe guadagnato in intensit� se il lettore avesse vissuto in prima
persona la loro storia invece di vedersela sterilizzare in una didascalia.
La doppia caccia di Tex e Nat costringe Nizzi a dare un po' pi� di movimento al racconto di quanto �
solito fare.
Non posso tuttavia esimermi dal notare che, se le sparatorie di quest'albo sono mediamente incolori, la
scena a pag.222 � demenziale: Gros-Jean fa in tempo a tenere un discorso prima che Tex e Carson
rispondano al fuoco degli indiani che li hanno presi alle spalle (e che, da perfetti gentiluomini, stavano evidentemente
aspettando che i loro avversari finissero di parlare prima di riprendere a sparare)!
Infine, � fuori luogo l'ultima frase di Tex. Un finale cos� raffinato, quasi poetico, andava
semmai (questo s�!) chiuso in una didascalia.
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Goran Parlov
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Jesus Zane, un "cattivo" da antologia
disegno di Parlov
(c) 1997 SBE
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Ottimo esordio su Tex per un disegnatore che, a giudicare dalle tavole disegnate su Nick Raider, non avrebbe nemmeno
dovuto approdare nel mondo del Far West e di Tex in particolare. Il tratto di Parlov � sostanzialmente privo
di sfumature, fatto di bianchi e neri come quello di Civitelli ma pi� "sporco". I volti sono profondamente espressivi,
i movimenti dei corpi sono resi con una dinamica efficace, gli scenari sono quanto mai evocativi.
Il Canada di Parlov � molto convincente, ma sono sicuro che il giovane croato se la caverebbe altrettanto bene
nel deserto dell'Arizona. Speriamo di rivederlo all'opera.
Il disegno � a volte troppo essenziale (per una serie realistica come Tex), ma non dimentichiamo che la
lunghezza della storia � tale da non poter pretendere un capolavoro ogni pagina. Il livello complessivo � alto e alcune trovate
mi hanno spinto ad assegnare un ottimo voto. Una per tutte: sono rimasto colpito dalla terza
tavola di pag. 185: poche chiazze bianche in un rettangolo nero che rendono perfettamente l'idea di gruppi di cacciatori
che battono la foresta squarciando il buio della notte con la luce delle fiaccole. Semplice ed efficace.
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La copertina non � molto elaborata ma gradevole, con un bel Tex che imbraccia
un winchester pronto a cantare. L'immagine � per� traditrice: preannuncia una
storia con Tex e Jim insieme mentre non � vero.
Nonostante la sceneggiatura poco brillante si tratta di un albo sopra la
media di quelli generalmente scritti da Nizzi, quindi all'altezza della
serie gigante. La storia � piacevole e pu� essere riletta anche a distanza
di tempo, il che spiega l'arrotondamento verso l'alto del voto tecnico.
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