ubcfumetti.com
Indice del SitoNovità !Cerca nel SitoScrivi a uBC
MagazineRecensioni




" Pioggia"


Pagine correlate:

"Non de me de virtute loquor"
Lucio Anneo Seneca

Come Seneca
recensione di Fernando Congedo



TESTI
Sog. e Sce. Claudio Nizzi    

Da troppo tempo lo stesso mosaico: tessere cancellabili e riscrivibili, di forma e struttura dogmaticamente eterna, che unite offrono la consueta, inaccettabile immagine di Tex e del suo universo.
Cancellabili e riscrivibili: è la volta della storia del giovane Steve Evans, incamminatosi sulla via della perdizione con l'intento di tagliare il traguardo di una facile ed immediata ricchezza. Alle spalle, Tex, incaricato di evitare che il ragazzo inciampi in quella cravatta di canapa che, dondolandosi dolcemente, si staglia contro il suo orizzonte.

E' da subito evidente: la trasformazione in certezza della speranza di poter leggere un'avventura degna di tal nome, è indissolubilmente cucita all'eventualità che l'anticamera del cervello di Steve non sia neppure sfiorata dalla volontà di abbandonare l'allegra comitiva dei fuorilegge. Sarebbero sorti i presupposti per un racconto non intaccato dai mali della prevedibilità e della banalità.
Invece, come era facilmente prevedibile, la citata speranza non solo non si tramuta in certezza, ma si sgretola fatalmente al pari della più grande delle illusioni, al cospetto di un tessuto narrativo in cui la neoplasia del già visto e sentito si presenta in una fase irreversibilmente metastatica.
Qualcuno, forse, avrebbe commentato: "anche la speme, ultima dea, fugge le storie texiane di Nizzi...".

Così, nel momento in cui il soggetto, anonimo baco, deforma i propri connotati per vestirsi di sceneggiatura, quest'ultima assume le fattezze di una farfalla dalle ali piccole e lacerate: una farfalla incapace di volare.

(16k)
Tex Willer, disegno dei Cestaro Bros
(c) 2003 SBE
   
 
Una notte tempestosa saluta l'ingresso di Tex a Dos Alamitos; vento e pioggia, violenti ed implacabili, gli sferzano il volto. Dal cielo nero e senza stelle piombano sulla terra indifesa gialli artigli deformi, quasi a ghermire chiunque abbia l'ardire di sfidare la collera divina. Cinque sputafuoco cariche vigilano nell'ombra, pronte a falciare impietosamente l'uomo giunto nel villaggio...

Uno contro cinque.
Normale attendersi che i malviventi studiassero una strategia d'attacco armonica e ben congegnata: superiori numericamente e con nella manica l'asso rappresentato dai tre ostaggi, potevano tentare di mettere in ginocchio il nostro eroe. Un tentativo che andava fatto affinchè la situazione venutasi a creare avesse la possibilità di evolversi secondo il sacro canone della credibilità.
In una storia scritta con passione e logica, tutto ciò sarebbe avvenuto.

Preferendo un tortuoso itinerario illogico, l'autore dipana la matassa utilizzando espedienti grigi e privi di qualsivoglia sapidità, trasmittenti le proprie qualità non invidiabili all'intera avventura ed ai suoi protagonisti. Considerando i quali è opportuno mutare il titolo "Pioggia" in "Non-Tex contro gli uomini dai nervi logori".
Per lo sceneggiatore dell'albo, gli avversari del ranger devono essere non più che patetiche macchiette: da una quindicina d'anni a questa parte - fatte salve rarissime eccezioni -, colui che in un passato lontano ha affrontato e superato in scontri memorabili nemici del calibro di Mefisto, ha a che fare con antagonisti risibili, assolutamente non in grado di ricoprire in modo plausibile il ruolo in questione.

"...Nizzi ha vivificato il proprio concetto di Aquila della Notte, incarnandolo in un Non-Tex..."
     
Reputando il Tex di G. L. Bonelli non un mito ma un personaggio sopravvalutato, Nizzi ha vivificato il proprio concetto di Aquila della Notte, incarnandolo in un Non-Tex dal codice genetico perfettamente opposto rispetto a quello che muove il Tex autentico. E come uno stilista, gli ha confezionato e gli confeziona nemici su misura, proporzionati alle sue (in)capacità.
In un palazzo ampio tre lustri perduto nello spazio, sfilano intere collezioni di infima moda. Delle quali entra a far parte, ultima in ordine cronologico, la squadra capitanata da Ray Sheldon.

Questi, nei fatti, si autoelimina, o, più precisamente, è messo knockout dal ricordo di quanto gli predisse il padre il giorno in cui abbandonò i genitori per guadagnarsi da vivere con la Colt in pugno: "Attento, Ray!... Prima o poi accadrà che incontrerai qualcuno che spara più veloce di te! E' fatale che arrivi quel giorno!". E' sufficiente la fama che precede Tex per convincerlo di star vivendo il giorno profetizzato e renderlo succubo della sua mente delirante: da pericoloso ricercato, egli si riduce a tremolante massa antropomorfa: capace di sprecare i sei proiettili del suo ferro da tiro, incapace di sostenere il rumore di una tenda agitata dal vento, capace di impiegare un secolo per estrarre dal taschino la pistola da salotto.

(18k)
Ray Sheldon, disegno dei Cestaro Bros
(c) 2003 SBE
   
 
Eppure, al cospetto del cattivone appena illustrato, Tex riesce a fare la solita figura dell'idiota paradigmatico: sottratta a Sheldon l'arma scarica, gli volta le spalle - lascio a chi legge immaginare in quanti modi Ray poteva aggredirlo e ucciderlo - ed è solo il provvidenziale intervento di Steve a salvargli la pelle. Non contento, si giustifica con le seguenti parole: "Grazie del tuo tempestivo avvertimento, Steve. Non avrei mai immaginato che un duro come Sheldon nascondesse una pistola da salotto nel gilè."
Tristezza...

Jess non sta meglio del suo capo. Tradito dai nervi - come confessa all'amico Steve -, rovina la tranquilla rapina alla banca di Glendale lanciando confetti di piombo alla moglie di Thomas il cassiere: la donna non li digerisce e muore.
Il sistema nervoso del biondo outlaw crolla del tutto quando vede Tex sparire dalla sua vista: Aquila della Notte ha semplicemente girato l'angolo. Per Jess, invece, è svanito nel nulla...
Un pietoso caso umano, alquanto grave.

Mai quanto quello riguardante il senso della giustizia di cui Non-Tex si fa latore: anzichè condannare duramente il suddetto brutale assassinio, promette al figlio di Jimmy Evans che farà tutto il possibile per dimostrare che si è trattato di delitto preterintenzionale causato da una crisi di panico. Quindi: non solo si impegna basandosi esclusivamente sulla versione dell'assassino riferitagli da Steve, ma non riflette neanche su un punto fondamentale: Jess ha alle spalle una discreta quantità di rapine che fanno di lui un consumato criminale: può un uomo del genere diventar folle di paura per l'innocuo ingresso di un'anziana?

Continuando nell'analisi dei componenti la terribile "banda Sheldon", potrei raccontarvi del secolare, ma non ancora antichissimo trucco col quale Tex dona l'eterno riposo al buon Brady o di come Malden...
Basta così.

Non mancano gli aspetti positivi: anzitutto l'assenza dei Non-pard e di Non-Carson in particolare: nessuna figuraccia del vecchio Kit, niente domande futili e assurde, nessuna gag stantia e stereotipata; in secondo luogo, se è vero che lo sceneggiatore persevera nello spiegare tutto, evidenza compresa - vanificando spesso il buon lavoro dei Cestaro Bros - , non può non consolare la circostanza che l'avventura occupi una superficie di appena centodieci pagine.
Una di queste, contrassegnata dal numero ottantuno, contiene una vignetta destinata a rimanere storica: quella che narra dell'improvviso incontro tra Tex e il mulo, in occasione del quale il primo rischia l'infarto e tradisce la sua presenza ed il secondo guadagna sul campo i gradi di essere vivente che più d'ogni altro si è avvicinato al porre prematura fine alla carriera di mister Willer...
Infine, sebbene ostacolato da dialoghi farciti di gineprai e patate bollenti, affascinanti come una vittoria ottenuta barando e che nulla hanno a che fare con una serie western, emerge il chiaro insegnamento che Nizzi rivolge ai lettori: mai disubbidire ai genitori!
Beh, visto che G. L. Bonelli può a ragione essere considerato il padre artistico di chi scrive per Aquila della Notte, Claudio Nizzi dovrebbe essere il primo a rispettare e far proprio tale insegnamento.
Non lo fa e i risultati sono sotto gli occhi di tutti...



DISEGNI
Gianluca e Raul Cestaro    

Entrati nello staff dei disegnatori di Tex direttamente dall'ingresso principale - la collana del Tex Gigante -, i gemelli Gianluca e Raul Cestaro ricambiano la fiducia accordatagli fornendo una prova indubbiamente convincente.

(24k)
Un frammento del passato di Ray, disegno dei Cestaro Bros (c) 2003 SBE

Tenuti a battesimo da una sceneggiatura tutt'altro che stimolante, hanno il grande merito di non seguirla pedissequamente: organizzando il lavoro secondo una curiosa ripartizione delle tavole per cui all'uno vanno quelle di numero dispari e all'altro le rimanenti, il binomio fa propria la storia per poi tradurla efficacemente sulla carta. Lo stile è fortemente influenzato da grandi maestri quali Giovanni Ticci e Claudio Villa, ma l'opera non si articola in una piatta imitazione: i Cestaro affrontano gli scenari western ed il mostro sacro Aquila della Notte traendo iniziali ispirazione e forza dal contatto con i due imponenti totem; progressivamente, però, tentano di procedere autonomamente e se al termine del tragitto è evidente come non sempre ci siano riusciti, è comunque apprezzabile la personalità sfoderata.

Del Tex della coppia partenopea, in alcune scene, lasciano perplessi gli occhi, che troppo chiusi e lunghi proiettano uno sguardo spento ed assente, e le spalle, relativamente piccole e di conseguenza prive della tipica possanza.
A vignette curate nei dettagli che espongono personaggi ben caratterizzati psicofisicamente e ad una valida realizzazione degli ambienti interni ed esterni, fa da contraltare l'intera sequenza notturna della resa dei conti tra il Nostro e i fuorilegge, rovinata non tanto dal passaggio eccessivamente brusco dalla tempesta di sabbia a quella d'acqua ( anche se per poco, i fenomeni andavano mostrati sovrapposti ), quanto dal dosaggio totalmente errato di luci ed ombre: il nero scorre come un fiume in piena travolgendo e annegando la precisione con cui dovevano essere disegnati volti e particolari anatomici e non.
Un aspetto importante su cui dovranno lavorare.



GLOBALE
 

In copertina, la posizione decisamente innaturale di Tex e la fredda e piatta colorazione - anche Mastantuono ricorre al computer per dare colore alle cover di Magico Vento, ma il prodotto è semplicemente stupendo - , concorrono ad impoverire un buon soggetto.

leggi la scheda della storia

 

 


 
(c) 1996 uBC all right reserved worldwide
Top
http://www.ubcfumetti.com §