Uomo con la frusta, L'

Tex incarcerato in Messico, vittima di un complotto!
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Uomo con la frusta, L'
Tex 365-367
uBCode: ubcdbIT-TX-365-367

Uomo con la frusta, L'
- Trama

Attirato a Benenos da un falso telegramma, Tex viene preso in trappola ed accusato di spionaggio e dell'omicidio di due rurales. Incarcerato nelle prigioni di Chihuahua e processato, Tex sta per essere fucilato quando Montales riesce a fermare l'esecuzione opponendo la grazia ottenuta dal Presidente del Messico. Insieme ai tre pards, Montales prende contatto con Pedro "Cobra" Galindez, un suo vecchio compagno d'armi ora rivoluzionario, che da anni si oppone alle angherie del Governatore Zamora e del suo braccio destro, il Colonnello Olivera, ideatore del complotto. Montales e i tre pards, con l’aiuto di Galindez e di Padre Elias, cappellano della prigione, riescono a far evadere Tex e si dirigono verso il rifugio di Galindez per preparare la riscossa.

Valutazione

ideazione/soggetto
 4/7 
sceneggiatura/dialoghi
 4/7 
disegni/colori/lettering
 4/7 
 55
data pubblicazione Mar 1991 - Mag 1991
testi (soggetto e sceneg.) di ubcdbClaudio Nizzi
copertina di ubcdbAurelio Galleppini (Galep)
disegni (matite e chine) di ubcdbFerdinando Fusco
copertine
Tex 365<br>Copertina di Aurelio Galleppini<br><i>(c) 1991 Sergio Bonelli Editore</i> Tex 366<br>Copertina di Aurelio Galleppini<br><i>(c) 1991 Sergio Bonelli Editore</i> Tex 367<br>Copertina di Aurelio Galleppini<br><i>(c) 1991 Sergio Bonelli editore</i>

Annotazioni

Complotti e complotti

I complotti non si ordiscono solo in Messico o tra gli "scaldasedie" di Washington, e Tex lo sa benissimo. Ne Il grande intrigo un gruppo di speculatori, affaristi e politicanti guidati dall'«Uomo di Flagstaff» aveva attirato Tex in una trappola che lo aveva condotto nel penitenziario di Vicksburg, causando non pochi dolori e problemi a lui, ai suoi pards e a tutto il popolo Navajo.

Nella storia in oggetto, Claudio Nizzi prende spunto dalle vicende di quel memorabile intrigo, combinando però l'obiettivo prioritario degli speculatori statunitensi - quello di sbarazzarsi di Tex per avere le mani libere sui territori della riserva Navajo - con un obiettivo similare perseguito dal Governatore messicano di Chihuahua, un crudele tiranno assetato di potere che, per potersi impadronirsi del territorio della Sonora e, col tempo, dell'intero Messico, deve prima screditare pubblicamente, per poi eliminare fisicamente, il suo principale oppositore, l'incorruttibile Montales.

A ciò si aggiungono la rinascita del "Ring" di Tucson, con il corrispondente traffico d'armi, e il delirante desiderio di vendetta del Generale Velasco, personaggio resuscitato da una precedente avventura in cui Tex, rispondendo ad una richiesta di aiuto di Montales, sventava un altro complotto in terra messicana.

Seguiamo dunque le tribolazioni di Tex, prima preso in trappola, poi incarcerato e infine condannato e i tentativi di Montales - a cui in breve tempo si aggiungono Carson, Tiger e Kit - per ottenere per Tex la grazia e farlo poi evadere dal carcere di Chihuahua. La vicenda assume i contorni di una spy-story del periodo della Guerra Fredda: il Colonnello Olivera, braccio destro di Zamora e grande mente del complicatissimo piano, grazie ad una rete d'informatori sorprendentemente efficiente, ad un sotterfugio che gli permette di spiare in carcere le conversazioni tra Tex e i suoi pards, ad una Stampa compiacente e ad un insospettabile complice, anticipa le mosse degli avversari e li manovra come pedine, al punto da includere nel suo piano persino la sospensione dell'esecuzione di Tex e la sua successiva evasione, con tanto di soldati caduti durante la sparatoria e "sacrificati per ragioni di Stato".

È nella storia successiva che verrà svelato il colpo di scena e, con esso, il volto del traditore, ma si rimane un po’ con l’amaro in bocca nello scoprire che l’accorato affaccendarsi di Montales e dei pards, nonché tutte le loro mosse, erano state non solo previste, ma anzi pilotate dall’astuto Olivera.

Degni avversari o pards troppo in ansia per la sorte di Tex e troppo poco accorti? Giudicate voi. C’è da dire però che mentre gli uni e gli altri studiavano mosse e contromosse e si disputavano la partita, Tex - l’unico vero conoscitore di uomini - "riposava" (Carson dicit, pag.36 n.367) in prigione.

Note e citazioni

  • Sedicesima storia di Tex per il maestro Ferdinando Fusco, la sesta in collaborazione con Claudio Nizzi.
  • La vicenda in oggetto si conclude nell'avventura successiva, disegnata da Fabio Civitelli, dal titolo Agguato nella miniera n.367-369. Se non prendiamo in considerazione le storie dei primi anni Cinquanta - che proponevano intrecci brevi e incastrati l'uno nell'altro, senza soluzione di continuità - si tratta del terzo caso di continuity nella saga di Tex. I due precedenti riguardano Il ritorno di Diamond Jim n.154-156 seguito da L'uragano n.156-158 (sceneggiati da Gian Luigi Bonelli e disegnati rispettivamente da Aurelio Galleppini ed Erio Nicolò) e Il solitario del West n.250-252 seguito da Artigli nelle tenebre n.253-254 (entrambi sceneggiati da Guido Nolitta e disegnati rispettivamente da Giovanni Ticci e Guglielmo Letteri).
  • Ennesima presenza per Montales, uno degli amici fraterni di Tex che ritornano ciclicamente nel corso della saga. Tex e Montales si erano conosciuti in Fuorilegge n.3.
  • Rivedremo il personaggio di Pedro "Cobra" Galindez nell'avventura Il traditore n.378-381, anch'essa disegnata da Ferdinando Fusco.
  • A pag.109-111 n.365 Montales incontra il prigioniero Benigno in un corridoio delle prigioni di Chihuahua; è lui che suggerisce a Montales il nome di "Cobra" Galindez e gli dice pure dove si trova il suo rifugio, come si chiama la sua donna e dove può trovarla. Il significato di questa scena (a pag.111 la spia Potrero "paga" Benigno) si comprenderà a pieno solo all’inizio della storia successiva (pag.43 n.367).
  • A pag.9 del n.365 Carson cita il "Ring" di Tucson, che lui e Tex affrontarono e sconfissero in Tucson! n.211-213; l’associazione era capeggiata dal defunto Mark Winter ed era stata fondata da facoltosi uomini d’affari con lo scopo di mettere in atto una vasta speculazione nel territorio Apache tra il Gila River e il confine con il Messico. In effetti, quanto Tex riceve il telegramma che lo indurrà a recarsi a El Paso e poi a Benenos, lui e Carson si trovano a Tucson per fronteggiare la nascita di un nuovo "Ring" con a capo Martin Brooke e Brian Cantrell, "due pezzi da novanta del potentato economico di Tucson" (pag.8), che agiranno in complicità col Governatore Zamora.
  • A pag.12 Carson fa il nome di Nolton, uno dei membri del vecchio "Ring", all’epoca dei fatti proprietario del Tucson Hotel.
  • A pag.14 del n.365 il portiere del Tucson Hotel è ancora Rick, conosciuto da Tex e Carson in occasione della loro venuta a Tucson per investigare sul "Ring" (cfr. pag.26-30 del n.211). Nella storia in oggetto non compaiono tuttavia né Tom Rupert, sceriffo di Tucson, né il panciuto Paco, proprietario del ristorante Vjeia Sevilla, che viene però nominato da Tex (a pag.25 n.365).
  • A pag.23 e 101 del n.365 vengono citati il Capitano Marquez e il Tenente Cordoba entrambi comparsi in Omicidio a Corpus Christi n.304-307. A pag.57 ritroviamo il Generale Velasco, con indosso una sorta di maschera di ferro su metà del volto, rimasto sfigurato dopo l’esplosione avvenuta nella citata Omicidio a Corpus Christi (cfr. pag.51 del n.307 Il giorno della paura). Tra le due storie sono passati quattro anni, come precisato dallo stesso Velasco, che afferma di sognare la sua vendetta "ogni notte da quattro lunghi anni" (cfr. pag.96 del n.365).
  • A pag.111 del n.365 apprendiamo che Montales e Galindez hanno "combattuto insieme, un tempo". Nell’albo successivo (pag.73) si salutano come "vecchi amici".
  • Tex era stato ingiustamente accusato dell’omicidio di Kelly Wells e rinchiuso in carcere ne Il grande intrigo n.141-145. Si trattava di una condanna a vent’anni da scontarsi nel penitenziario di Vicksburg. Qui invece Tex viene condannato a morte mediante fucilazione in seguito a false accuse di spionaggio e dell’uccisione di due rurales - uccisi invece dai loro commilitoni - ma viene salvato in extremis da Montales che ottiene per lui la grazia dal Presidente del Messico. In un caso ancora precedente (Fuorilegge n.3, pag.93-97) Tex era stato accusato dell’omicidio di due uomini uccisi invece da Steve Dickart alias Mefisto e condannato all’impiccagione; in quella circostanza riusciva ad evadere grazie alla pistola lasciatagli da Carson.
  • Il grande intrigo è un riferimento evidente per questa storia, anche se qui è presente anche il movente della vendetta da parte del Generale Velasco (Omicidio a Corpus Christi, cit.). Da una parte ci sono gli affaristi del nuovo "Ring", che vogliono speculare sui terreni dell’Arizona, dall’altra c'è un Governatore messicano che vuole impadronirsi della Sonora; i primi riforniscono di armi il secondo affinché li aiuti a sbarazzarsi di Tex e, come necessaria conseguenza, di Montales.
  • Il nostro Tex si prende tre botte in testa, tutte ad opera di soldati rurales; la prima volta viene colpito con il calcio della colt (pag.39 del n.365) e le altre due con il calcio del fucile (pag.49 del n.365 e pag.19 del n.366).
  • A pag.44 del n.365 quando si riprende dalla prima botta in testa, Tex dice: «MMM ... Diavolo... Ho la testa che mi scoppia! ...» È più o meno quello che Tex risponde a Tiger («Non lo so ... ho la testa che mi scoppia...») mentre viene trascinato ammanettato lungo la main street di Gallup (cfr. pag.73 del n.141 La trappola ne Il grande intrigo, cit.).
  • Si osservi come Montales assuma in questa storia la funzione di deus ex machina, salvando la vita a Tex in extremis con l’ottenimento della grazia dal Presidente del Messico. Con l’arrivo a Chihuahua di Carson, Kit e Tiger, Montales si sostituisce a Tex assumendo la guida del gruppo e curando i rapporti con Galindez e Padre Elias, fino al felice compimento dell’evasione di Tex.
  • Per quanto nelle storie di Tex siano da sempre presenti riferimenti insistiti al Diavolo, all’Inferno e al Paradiso - soprattutto i primi due, sotto forma principalmente di imprecazioni ed esclamazioni - ciò non ci consente di arguire se Tex sia credente o meno; probabilmente "non ha alcun bisogno religioso" (cfr. E. Detti, D. Parolai, Storia e storie di Tex, Roma, Anicia, 1994, pag.75-78). È quindi interessante rilevare il dialogo tra Tex e Padre Elias (riportato nella sezione "frasi") quando questi, prima della fucilazione, si avvicina a Tex per cercare di confessarlo e Tex, pur declinando cortesemente, accetta la benedizione perché tanto "male non farà!"
  • A pag.92 del n.366 Galindez confida ai nostri che Padre Elias aveva combattuto per l’indipendenza del Messico "contro i francesi di Massimiliano". Si riferisce a Massimiliano d’Asburgo, imperatore del Messico dal 1864 al 1867, citato anche ne Gli invincibili n.438-440 in cui la banda degli irlandesi cerca di recuperare il tesoro di Massimiliano dalle mani del messicano Carrasco.
  • Tra questa storia e la successiva viene probabilmente stabilito un record riguardo agli episodi che vedono personaggi intenti ad origliare, anche se, in due casi, i pards sfruttano la cosa a loro favore: il Colonnello Olivera, da una stanza adiacente al parlatorio, ascolta le conversazioni tra Tex e rispettivamente il Console Wilson (pag.78-79 n.365), Montales (pag.100-106 n.365) e Kit (pag.34, 79-80, 85-86 n.366); la spia Potrero ascolta le conversazioni tra Montales e Conchita da dietro una porta (pag.7-8 n.366) e quelle tra i tre pards e Montales nel giardino dell’Hotel Sonora (pag.58-60 del n.366) e al "Paraiso" (pag.61 n.366). Nella storia successiva gli episodi con degli "origlioni" in azione saranno "appena" tre.

Incongruenze

  • Non è un bel Carson quello che vediamo in questa storia, anche se è ancora ben lontano dalla pessima rappresentazione vista nelle storie di C. Nizzi degli ultimi dieci anni. Sorvoliamo sul Carson che strilla (pag.11 del n.365) o che si infervora, tanto che Tex deve calmarlo (pag.19) o a quello che chiede istruzioni a Tex su come deve comportarsi, ricevendo ordini e raccomandazioni, come quella "di fare il bravo vecchietto tranquillo" (pag.24-25). Ma il Carson che non avremmo proprio voluto vedere è quello a pag.87-93 del n.366: sbatte il pugno sul tavolo gridando al barman per avere un’altra bottiglia di whisky; si prende del "vecchio ubriacone" da uno degli avventori ma, dopo averlo atterrato, afferma che non gli importa nulla se di lui si dice che è una "vecchia spugna"; infine, dopo avere appreso dell’arresto di Tex per omicidio, si dirige a testa bassa verso il suo albergo sotto gli sguardi degli avventori del saloon. Un Carson ben poco dignitoso, quindi, che nel seguito s’inalbera ancora, e a più riprese, con capistazione, controllori e macchinisti (pag.12 e 23-28 del n.366), per poi perdere questa gran foga quando è Montales a prendere in mano la situazione.
  • A pag.81-83 del n.365 non si capisce perché il Colonnello Olivera consigli al Console Wilson di non contattare Montales, come richiestogli da Tex, considerato che il complicatissimo piano di Olivera prevede proprio di usare Tex come esca e di "eliminare Montales mentre cercherà di far scappare il suo amico gringo" (cfr. la lunga conversazione a pag.55-60). Montales viene a conoscenza che Tex è in prigione leggendo il giornale, ma è assurdo che Olivera contasse su un particolare come questo - cioè un caso - per far procedere il suo piano.
  • Da notare poi che, pur conoscendo alla perfezione le mosse di Montales e dei pards grazie alle informazioni di Galindez (come scopriremo a pag.41-42 del n.367), Olivera non si organizza affatto per "eliminare Montales mentre cercherà di far scappare il suo amico gringo", per non parlare di Tex e dei suoi pards, tutt’altro: lascia fuggire dei pericolosissimi avversari, in attesa che i giornali suonino "la grancassa per aizzare contro di loro l’opinione pubblica", programmando al giorno successivo "l’uccisione in battaglia del traditore Montales e dei suoi complici Yanquis" (pag.47).
  • In questa storia la Stampa ha un ruolo centrale nel diffondere la notizia dell’arresto di Tex, con tanto di fotografia: senza l’articolo apparso su "La Prensa" (pag.84 n.365) e quello apparso nel "Tucson Herald" (pag.91 n.365), Montales e Carson sarebbero rimasti all’oscuro di quanto capitato a Tex. I tre pards apprendono inoltre, da un successivo articolo de "La Prensa", che Tex è stato condannato a morte (pag.22-23 n.366) e cercano, di conseguenza, di affrettare il loro arrivo a Chihuahua. Non crediamo tuttavia che all’epoca, in una cittadina come Chihuahua, fosse possibile trovare "un folto gruppo di cronisti", come quello convocato dal Colonnello Olivera, "che intende dare il maggior clamore possibile al caso ..." (pag.61 n.365).
  • A pag.11 del n.366 Kit chiede a Carson di che genere fosse il pericolo che stava correndo Montales, pericolo che aveva indotto Tex a precipitarsi in Messico; Carson risponde che «Marquez nel suo telegramma non lo specificava, riservandosi di fornire maggiori ragguagli nel corso del loro incontro a El Paso». Tuttavia era stato Kit, e non Carson, a ricevere il telegramma da Marquez e ad avvisarne suo padre e a Carson (cfr. pag.23 del n.365), quindi il contenuto di quel telegramma Kit lo conosceva benissimo.
  • A pag.53-55 del n.366 Carson riconosce gli affaristi di Tucson Martin Brooke e Brian Cantrell, che vede passeggiare per le strade di Chihuahua. Tuttavia, dal dialogo tra lui e Tex, a pag.9 del n.365, appare evidente che non li ha mai visti, mentre Tex afferma di conoscerli "di sfuggita".

Frasi

  • Soldato messicano: «Parla, gringo! Perché sei qui? Per conto di chi sei venuto a spiare?»
    Tex: «Per conto di tuo nonno, pezzo di idiota!»
    n.365, pag.39
  • Padre Elias: «Fratello, se hai qualche colpa sulla coscienza è questo il momento di chiederne perdono a Dio ...»
    Tex: «Lasciamo stare, Padre.»
    Padre Elias: «Non vuoi confessare i tuoi peccati?»
    Tex: «Il fatto è che se dovessi elencarli tutti perderemmo l’intera giornata, e non credo che quei bravi soldati sarebbero disposti a pazientare tanto ...»
    Padre Elias: «Posso almeno darti la mia benedizione, fratello?»
    Tex: «Beh, male non farà!»
    n.366, pag.40-41

Personaggi

Tex, Carson, Kit, Tiger Montales consigliere del Presidente del Messico e vecchio amico di Tex Evaristo maggiordomo di casa Montales Martin Brooke mercante di Tuscon Brian Cantrell mercante di Tucson Morris proprietario del Tucson hotel Rick portiere del Tucson hotel Isidro soldato dei rurales Sergente dei rurales Capitano dei rurales Pedro "Cobra" Galindez bandito messicano Olivera Colonnello, ideatore del complotto Zamora Governatore dello Stato di Chihuahua, intende impadronirsi anche dello Stato di Sonora Velasco Generale complottista rimasto sfigurato Zoro capo delle guardie carcerarie delle prigioni di Chihuahua Garcia, Manuel, Paco, Firmino guardie carcerarie Wilson Console americano a Chihuahua Benigno prigioniero di Chihuahua, tradisce Montales Potrero spia di Zamora Conchita donna di Galindez Flora amica di Conchita Chico barista del Paraiso Varga Capitano agli ordini di Zamora Rico sentinella di "Cobra" Galindez Padre Elias cappellano delle prigioni di Chihuahua

Locations

Territorio a poche miglia da Tucson Tucson Tucson hotel scuderie di Tucson salottino al Tucson hotel Hotel Rio Grande a El Paso Chihuahua Messico palazzo del governatore Zamora a Chihuahua ufficio del governatore Zamora stazione ferroviaria di Chihuahua prigioni di Chihuahua parlatorio nelle prigioni di Chihuahua Città del Messico casa di Montales a Città del Messico Benenos villaggio messicano prigioni della caserma dei rurales di Villa Ahumada Paraiso locale di Chihuahua stazione ferroviaria di Tuscon tribunale di Chihuahua Hotel Sonora a Chihuahua giardino dell’Hotel Sonora rifugio di "Cobra" tra i monti chiesa annessa al convento francescano di Chihuahua sotterranei di Chihuahua stalla di Chihuahua pista per Escalante

Elementi

complotto un nuovo "Ring" Tex accusato di omicidio Tex rischia la fucilazione guerriglieri messicani evasione