Sul filo del rasoio

Possono due vignette rovinare un'intera storia?
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Sul filo del rasoio
Color Tex 3

Scheda IT-TX-C3

Già. Possono due vignette rovinare un'intera storia?

Partiamo da un assunto. La collana "Color Tex", giunta al suo terzo appuntamento annuale, va intesa come "eccezionale" in senso etimologico, ossia propensa a ospitare soggetti un po' fuori dai canoni. Quindi, vanno benissimo la corposa presenza di flash back, l'incursione nel passato di Tex e lo sfioramento della sua vita privata con una presunta vecchia fiamma, sia pure non ricambiata (Tex pare fosse interessato a "cavalli e pistole" più che a lei), elemento che giustifica il coinvolgimento emotivo del protagonista e una componente vendicativa altrimenti inspiegabile in un Eroe votato alla Giustizia pura e semplice.

Tex è un personaggio dalle caratteristiche ormai codificate da oltre sessant'anni di vita editoriale, tutt'ora amato da una folta platea di lettori che attraversa tre generazioni, lettori che sanno bene che cosa aspettarsi e che sono molto sensibili ai "tradimenti". Mauro Boselli sa di avventurarsi su un terreno minato, dove un piccolo passo fuori dal tracciato consentito può causare una catastrofe. D'altronde, il suo curriculum e la sua conoscenza del personaggio sono tali da consentirgli qualche azzardo, purché narrativamente giustificato.

La sfida è sempre la stessa: mettere in difficoltà un eroe invincibile senza violarne l'invincibilità.

La sfida è sempre la stessa: mettere in difficoltà un eroe invincibile senza violarne l'invincibilità. Un ossimoro che, per non farsi mancar nulla, stavolta Boselli arricchisce con una tragedia familiare che tocca Tex direttamente.

Tuttavia, pur muovendosi sul filo del rasoio, la storia funziona. Il ragazzo-piangina svolge bene il compito di ostacolo per la coppia di satanassi che, altrimenti, riuscirebbe a compiere la missione con maggior facilità. Shenandoah è un antagonista ben costruito, cattivo tutto d'un pezzo ma non monodimensionale, che metterà Tex e Tiger in serissima difficoltà e lo farà in modo corretto. Il soggetto alterna passato e presente nella prima metà, gettando le basi per lo sviluppo successivo e creando il giusto pathos per la drammatica conclusione. La sceneggiatura è valida, sia nel ritmo sia nei dialoghi.

Giovanni Ticci al meglio: l'attacco dei mormoni
Color Tex 3, pag. 39 - Tavola di Giovanni Ticci

(c) 2013 Sergio Bonelli Editore

Giovanni Ticci al meglio: l'attacco dei mormoni<br>Color Tex 3, pag. 39 - Tavola di Giovanni Ticci<br><i>(c) 2013 Sergio Bonelli Editore</i>

Ma proprio nella conclusione, alla resa dei conti, qualcosa non va. Non parliamo della cattura dei pards o del duello finale dove Tex, forse per la prima volta, "le prende" dal suo avversario. Anzi, dobbiamo riconoscere che, pur trattandosi di scene poco ortodosse, sono congruenti e aumentano l'effetto drammatico. Tra l'altro, perdìo, per una volta non assistiamo alla classica scena di un folto gruppo di nemici che, in posizione favorevole e prendendo bene la mira, sbagliano tutti il bersaglio.

quel "NOO!" e la faccia da babbeo di due vignette dopo valgono l'intera storia, ma in negativo

Purtroppo Boselli ha voluto strafare nel volerci presentare un Tex vulnerabile, in difficoltà, quasi sconfitto. Si può accettare che Tex cada nel tranello di un nemico astuto e infido, si può accettare perfino che soccomba a causa del suo fisico martoriato e debilitato, ma non è assolutamente accettabile che abbia un crollo psicologico, non importa quanto giustificato dagli eventi. Non abbiamo visto Tex vacillare nemmeno sulla tomba della moglie, non possiamo vederlo ora per la "piccola Edith della valle del Nueces". Per questo, quel "NOO!" e la faccia da babbeo di due vignette dopo, ci spiace dirlo, valgono l'intera storia, ma in negativo. Peccato, perché per il resto tutto avrebbe funzionato bene, compresa l'amarezza della conclusione (almeno qui, perdìo, ci si risparmia il delinquente redento).

Quando due vignette valgono più di 160 pagine.
Color Tex 3, pag. 151 - Disegni di Giovanni Ticci

(c) 2013 Sergio Bonelli Editore

Quando due vignette valgono più di 160 pagine.<br>Color Tex 3, pag. 151 - Disegni di Giovanni Ticci<br><i>(c) 2013 Sergio Bonelli Editore</i>

Giovanni Ticci, che dire? Il Leone di Siena è sempre grandissimo, l'incarnazione del Tex più epico ed eroico. E' sempre lui, anche nei difetti: non riesce a rendere una donna affascinante nemmeno per sbaglio e i suoi personaggi sembrano tutti andare in giro con le spalle imbottite. Ma il dinamismo, i chiaroscuri, le scene in campo lungo, i paesaggi, le sparatorie, le cavalcate... pur nella sinteticità del tratto, e nonostante l'inevitabile decadimento dovuto all'età, Ticci rimane tra i migliori per capacità evocativa e potenza descrittiva. I disegni di Ticci "raccontano" Tex come forse nessun altro, oggi, riesce a fare. Va detto che il colore, questo colore, non lo valorizza minimamente. Sarebbe troppo chiedere un po' più di sfumature e profondità, almeno quando ai pennelli c'è un pezzo da novanta come Giovanni Ticci? Ma forse dovremmo apprezzare lo sforzo di scurire un minimo la camicia gialla di Tex nelle scene notturne. Insomma, cerchiamo di non pretendere la Luna!

Finale amaro, dicevamo, non solo della storia ma anche per noi lettori. Boselli ha osato molto e in buona parte ha osato bene, ma la ricerca dell'"effetto" a tutti i costi, a nostro modesto parere, lo ha spinto troppo oltre. Su altre piccole sbavature avremmo potuto passar sopra, ma non su quelle due vignette. Peccato.



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