Scheda IT-TX-556-557
- Morte nella nebbia
valutazione 84%
Quando stiamo per convincerci che � morta e sepolta l'era dei pestaggi, delle sparatorie, dei duelli e del Tex giustiziere perch� nel West di fine Ottocento - si sa - i torti si raddrizzavano ricorrendo alle leggi, agli sceriffi, agli avvocati e alle confessioni estorte, ecco che all'improvviso, come per incanto, ci ritroviamo catapultati in un'avventura eroica che rende onore al mito, scritta anni or sono da Mauro Boselli e dimenticata nel baule di casa Bonelli quando la "fabbrica" riusciva ancora a forgiare dei bei sogni.
Sensazione sopita, quasi perduta, la meraviglia riaffiora sin dalle prime pagine. Ma come! Un ragazzo Navajo uccide un animale "protetto" per inseguire una visione, un rinnegato subisce la stessa pena da lui inflitta poco prima alla sua vittima e Tex, autoritario e carismatico come non mai, parte sulle tracce del figlio sulla scorta della premonizione di uno sciamano. Per non parlare del giovane
Ancora meravigliati, ma sempre pi� diffidenti e forse gi� un po' rassegnati, proseguiamo nell'avvincente lettura: non � possibile che la storia sia cos� bella, a che pagina incontreremo la prima delusione? D'un tratto ecco apparire, come spettri nella nebbia, i cattivi guidati dallo sceriffo
La seconda parte non delude le aspettative di una storia dalla trama solida, ben raccontata e scandita da un'inaspettata quantit� (e qualit�) di colpi di scena. Il tema dell'errore giudiziario, poco trattato sulle pagine di Tex (cfr. in particolare "Caccia all'uomo"), viene complicato dal fanatismo religioso dei Mormoni e in particolare dello sceriffo Langdon, convinto che un uomo in punto di morte (in questo caso il bandito che gli far� seguire la pista della Black Valley) non possa mentire per salvare i suoi complici bens� dica "sempre la verit� per paura di precipitare all'inferno!" La trama � talmente ricca di avvenimenti che una terza parte avrebbe forse dato maggior respiro all'avventura, che proprio nel secondo albo presenta alcune incongruenze e qualche pecca, come la scena del duello finale tra Tex e Langdon, dove un Tex un po' lento di riflessi rischia di farsi impiombare dal suo avversario.
Notevole la struttura circolare e simbolica dell'opera, che si apre e si chiude su
Altrettanto notevole il corteo di personaggi tratteggiato da Boselli che va dalla posse guidata dal cattivo superfanatico Langdon al bravo ragazzo
Una nota a parte meritano i quattro pards, praticamente perfetti nei loro rispettivi ruoli, con una menzione speciale per un grande
L'artista catalano migliora col tempo come un buon vino e non sembra essere tra quei disegnatori che "non amano avere in scena i quattro pards tutti insieme perch� fanno pi� fatica e ci mettono pi� tempo." Tutt'altro. E proprio grazie a storie che vedono quasi sempre il quartetto in azione, il suo Tex, un tempo un po' troppo smilzo, possiede ora la giusta prestanza fisica unita ad una costante espressione da "duro", in tono con il personaggio e con la situazione di questa storia, perennemente tesa. Laddove Tiger era gi� perfetto all'epoca de "I lupi rossi", i due Kit mostrano i segni di un evidente miglioramento: il giovane conquista la barba, qualche ruga e una caratterizzazione tutta propria, ben lontana da un vecchio adagio secondo il quale Kit sarebbe Tex col ciuffo; il vecchio abbandona definitivamente le spoglie del vecchietto del West per vestire quelle dell'eroe della frontiera, saggio e ironico al punto giusto. Di entrambi, senza dimenticare
Creare l'atmosfera non � certo un problema per Font, che in certe scene riesce quasi a fermare il tempo e a far percepire al lettore l'ansia dei protagonisti; l'arsura del deserto; la tranquillit� di Quemado, che da paradiso si trasforma in inferno; il profumo del caff� bevuto da Carson davanti al bivacco dei banditi.
Non c'� molto altro da dire se non che l'artista catalano si conferma come uno dei migliori disegnatori del Tex post GL Bonelli.
Una volta tanto chiudiamo con dei complimenti. Mauro Boselli scrive una storia avvincente, una storia di padri e di figli, di cacciatori e di prede, di sogni e di segni. Kit � il protagonista ma non fa ombra a nessuno, tanto meno a Tex, che � il vero motore "mobile" di tutta l'avventura. Non vi � possibilit� per i comprimari di rubare spazio ai protagonisti, distanti da loro diverse leghe quanto a nobilt� d'animo e carisma. Rimangono certamente alcune sbavature ed � un po' irritante che Kit si chieda spesso che cosa farebbe il padre al suo posto, ma complessivamente, se sorvoliamo sul fatto che - come al suo solito - a Boselli � scappato il barattolo della melassa, per il resto la sua prova � veramente lodevole.
Consapevoli che questa lettura � stata come una sorta di viaggio indietro nel tempo, considerato che la storia � stata scritta anni fa da un Boselli che scriveva in modo diverso da oggi, non ci facciamo troppe illusioni sul futuro di Tex, pur attendendo con curiosit� l'imminente battesimo texiano di Tito Faraci.
Speriamo di fare ancora il conto alla rovescia.
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