

Dragonero
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Pagina 3 Il 16 giugno, in edicola, debutterrà la nuova collana di albi a fumetti edita dalla Sergio Bonelli Editore

Romanzi a fumetti.
Ma cosa saranno mai questi Romanzi di cui tanto stiamo sentendo parlare da più di due anni?!
Sicuramente possiamo affermare che si tratterà di una collana abbastanza atipica per vari motivi:
- non presenterà un personaggio univoco come protagonista;
- non ci sarà un unico genere narrativo, ma tanti generi diversi tra loro;
- i vari volumi avranno foliazione e prezzo differenti;
- le cover saranno "plastificate" con risvolti sia in prima che in quarta.
Ringraziamo gli autori per la consueta disponibilità mostrata e ricordiamo a voi tutti di cliccare sulle immagini per ingrandirle.
Buona Lettura.
Genesi
ENOCH
Il progetto di Dragonero nasce diverso tempo fa, ormai un decennio buono. Intorno al ‘96/97, Stefano Vietti e io ci baloccavamo con l’idea di una bella serie fantasy da proporre a Sergio Bonelli. Io scrivevo e disegnavo storie per Legs Weaver e lui sceneggiava Nathan Never; entrambi venivamo da esperienze come autori – io con Sprayliz e lui con Hammer – ed entrambi sentivamo la necessità di creare un personaggio che fosse interamente nostro.
La scelta cadde sul fantasy perché entrambi amavamo profondamente il genere e perché mancava come genere all’interno delle scuderia della Bonelli. Avevamo western, horror, fantascienza, avventura, poliziesco in varie salse ma niente fantasy.
Ovviamente io volevo propormi sia come autore che come disegnatore e quindi realizzai una serie di studi dei personaggi:Ian , il protagonista;Gmor , il fido compagno orco;Sera , l’elfa edEcuba , la monaca guerriera. Proprio quest’ultima era già nata in un progetto mai realizzato per una storia fantasy da pubblicare chissà dove e un suo studio, con muscoli ipertrofici, era apparso sull’annuario del fumetto di Fumo di China del 1995.
Ma, tra capo e collo, arrivò per me la lusinghiera proposta dell’editore di realizzare una serie semestrale interamente autogestita. Nacque Gea e Dragonero finì temporaneamente nel cassetto.
VIETTI
Nel frattempo io mi ritrovai impegnato molto con Zona X, Nathan Never e Martin Mystere… anche se, ragionando su progetti miei, mi si stava formando in testa l’idea di un nuovo format editoriale. L’idea era quella di scrivere albi a fumetti “one shot”, come se fossero dei romanzi, composti da un numero di pagine elevato, e non fisso, da decidersi in base alla necessità creativa, magari suddivisi in capitoli, con una copertina e una grafica stile libro.
Niente di particolarmente nuovo se si pensa alle graphic novels, lo riconosco, ma per la Bonellisi trattava di una novità. Inviai la bozza del format a Enoch con cui mi sentivo spesso per parlare dei nostri lavori e lui me la rimandò un paio di giorni dopo arricchita con le sue idee. Il rimpallo continuò per un po’, finchè, dopo un mesetto, avevamo per le mani il progetto editoriale completo e pronto per essere presentato all’editore. Erano nati i “romanzi a fumetti”.
Insieme al progetto, Luca ed io presentammo all’editore il soggettone di Dragonero, rivisto per l’occasione, in modo da fornire un esempio pratico di ciò che avevamo in testa. Sono passati tre anni dall’approvazione dei romanzi a fumetti bonelli, e oltre a Dragonero sono stati approvati e sono in fase di lavorazione altri romanzi… c’è da ritenersi soddisfatti.
ENOCH
Inizialmente avremmo dovuto mettere in lavorazione una decina di storie ma alla fine rimasero solo le quattro che eravamo riusciti a produrre all’avvio dell’iniziativa e tante sono rimaste. La nostra idea era quella di creare all’interno di una casa editrice come la Bonellii, famosa per i suoi eroi sempiterni, una collana di storie autoconclusive con protagonisti non ricorrenti e ambientazioni sempre diversificate: storie ambientate in scenari di guerra, fantascienza stellare, romanzi storici, anche umoristici, perché no?
Inoltre si voleva coinvolgere quegli autori che in Bonellierano impegnati in serie classiche ma che nel cassetto avevano una o più storie che avrebbero amato realizzare. Abbiamo avuto diversi riscontri positivi in questo senso, da autori e anche da disegnatori che desideravano un’escursione in territori grafici inesplorati. Sono felice di avere avuto la possibilità di produrre queste quattro storie ma ne avrei avute nel cassetto altre dieci, almeno!
VIETTI
Tornando a Dragonero, dopo l’approvazione del format che lo avrebbe contenuto, e del soggetto specifico, c’era da trovare un valido disegnatore che fosse innanzitutto appassionato come Enoch e me di Fantasy, e poi che fosse capace di stupirci, perché avevamo, giustamente, grandi aspettative per il nostro primo romanzo a fumetti!
Consegnammo a diversi autori alcune tavole di prova scritte apposta per metterli in difficoltà, sia dal punto creativo che grafico e devo dire che tutti hanno fatto un buon lavoro, ma quando ci arrivarono davanti le tavole di Giuseppe Matteoni, capimmo che avevamo trovato la persona giusta. C’erano, in quelle tavole dalla linea pulita e decisa, una grande creatività, una ricerca dell’inquadratura e una narrazione visiva che non solo valorizzavano la sceneggiatura, ma la arricchivano… e di molto!
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