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Primo Piano
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Biografia

  Willie Richards, detto Poe
Creato da Gianfranco Manfredi
Prima apparizione: MV 1, luglio 1997
scheda di Giuseppe Pelosi

Primo Piano

Il Vento e la Nebbia

Un uomo con un passato da dimenticare si incontra con un uomo che ha dimenticato il proprio passato. E si incontrano su un treno, perché il caso non fa le cose a casaccio, quando ci si mette. Il treno è là dove comincia il west, il treno è la causa dell’amnesia di Magico Vento, è la causa indiretta della rovina di intere città del North Dakota, è il simbolo del capitalismo che avanza: la locomotiva non è “come una cosa viva, lanciata a bomba contro l’ingiustizia”; è l’ingiustizia. E dunque è anche il nemico di Willie Richards, giornalista in disgrazia perché ha pestato i piedi a qualche politico. E appunto su un treno Willie Richards, detto Poe, incontra Magico Vento. E così inizia il loro viaggio.

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disegni di Pasquale Frisenda
(c)1998 SBE

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disegni di Pasquale Frisenda
(c)1998 SBE

Willie, cioè William, come Shakespeare, e Richards, come Riccardo, vedete voi se Cuor di Leone o III, per rimanere in tema shakespeariano... E Poe, perché? Il soprannome Poe si spiega almeno a tre livelli: ad un primo livello, narrativo, Willie Richards somiglia fisicamente allo scrittore americano Edgar Allan Poe (1809-1849), esattamente come il Groucho di Dylan Dog assomiglia a Groucho Marx. Ad un secondo livello, metanarrativo, il soprannome di Poe è una dichiarazione di intenti da parte dell’autore: l’opera di E. A. Poe è uno dei primi referenti letterari per la serie, che si muove, soprattutto nei primi numeri, tra incubi e mostri, come il romanzo gotico americano, di cui Poe è uno dei maggiori interpreti e un capostipite. Con il vero Poe Willie Richards ha anche in comune la passione per l’alcool, da cui il personaggio si libera, mentre il “vero” ne muore. Ad un terzo livello, segnaliamo che in lingua sioux, poh significa nebbia. Ned Ellis è il vento, Willie Richards è la nebbia; e come ognuno sa, o c’è vento, o c’è nebbia, le due situazioni atmosferiche non coesistono. E questo ci dice già moltissimo della complementarità dei due protagonisti di questa serie: Poe è tutto quello che non è Magico Vento. Il primo è la penna, la parola, l’altro è la pistola, l’azione. Non è una spalla, non è un comprimario, ma un autentico coprotagonista, come dimostra ad esempio la saga iniziata con il numero 44, in cui Ned e Poe affrontano il generale Custer, l’uno a fianco di Toro Seduto e di Cavallo Pazzo, in guerra e con le armi, l’altro a tavolino, da Washington, nel tentativo di capire gli intrighi politici che muovono e sostengono “Capelli gialli”.

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Questa è una spalla, mica Cico!
disegno di Frisenda (c) 1997 SBE
   
 
Oltre a ciò, Poe svolge una funzione narrativa importantissima: Magico Vento non è metà bianco e metà indiano: ha ormai dimenticato il suo passato da uomo bianco, è diventato un sioux a tutti gli effetti, ed è pertanto voce di una cultura, quella dei nativi americani, che non è quella di chi legge; Poe diventa, di conseguenza, il personaggio a cui Magico Vento stesso spiega quella cultura, il vero e proprio tramite tra due culture, mediatore tra il mondo dell’uomo bianco e quello dell’uomo rosso: è a Poe che Magico Vento spiega il senso e il valore di usi e costumi, riti e tradizioni Lakota, e mentre lo spiega a Poe, lo spiega al lettore. Ma il suo ruolo è reso necessario non solo da questa esigenza di “divulgare” usi e costumi del popolo rosso a chi legge, ma anche e di più dal fatto che il protagonista nella narrazione, Magico Vento, è un personaggio praticamente muto: schivo, granitico, enigmatico, il suo essere sciamano lo rende un uomo non comune, un “uomo strano”; ed ecco che spesso Poe diventa colui che da voce agli insondabili pensieri di questo eroe di poche parole, colui che interpreta per il lettore i moventi del protagonista.

Oltre a ciò, Poe si ritrova spesso a rappresentare semioticamente la figura del narratario, cioè del lettore in scena: Poe siamo noi che leggiamo, trasportati dentro l’azione e la narrazione. E talvolta, in questo suo ruolo, Poe giunge a conoscere segreti che Magico Vento non conosce, e li trasmette al lettore, come nell’episodio n. 21, in cui è Poe per primo a intuire la possibile parentela tra Ned e Howard Hogan, il nemico di entrambi.

E questa assunzione di ruolo nella serie è progressiva, nel senso che se inizialmente il personaggio di Poe si trova spesso scarsamente nell’azione, limitandosi appunto a quel ruolo di osservatore interno allo svolgersi dei fatti narrati, con il progredire della serie Poe acquista un ruolo sempre più attivo, che culmina nella già segnalata sequenza legata al generale Custer, in cui a Magico Vento si concede il compito dell’azione, e a Poe quello ben più essenziale per il progredire della storia, di indagatore degli intrighi politici che stanno dietro la guerra indiana. Proprio questa progressione nello spessore del personaggio fanno pensare che siano possibili ulteriori sviluppi del suo ruolo nella serie; al momento attuale, parrebbe addirittura possibile la rottura tra Poe e Magico Vento, forse in futuro costretti ad affrontarsi da due parti diverse, fratelli in armi, nemici in guerra (cfr. episodio n. 39).

Per concludere, segnaliamo un’ulteriore possibile valenza del personaggio, chissà quanto presente nelle intenzioni dell’autore, chissà quanto intuita istintivamente dai disegnatori della serie: nessuno ha mai notato che anche Gianfranco Manfredi porta i baffi? Se si esclude qualche disegnatore che interpreta il personaggio di Poe in maniera quasi caricaturale, se si esclude l’eventualità (purtroppo reale...) che anche noi, presi dal sacro fuoco della critica, possiamo infilar panzane, non ci resta che ammettere una certa, seppur leggera, somiglianza tra l’autore della serie, Manfredi appunto, e il personaggio che funge da spalla (definizione alquanto limitata in questo caso), e che a questo punto potrebbe anche essere colui che fornisce il punto di vista dell’autore all’interno della narrazione. Ma questa cosa non deve forse sorprenderci più di tanto, se pensiamo che la rubrica della posta è intitolata “La posta di Poe” ma in realtà Manfredi si è sempre firmato chiaro chiaro, nelle risposte, risparmiandoci lo stucchevole artifizio di fingersi il proprio personaggio. Dunque chi è il Poe a cui si indirizza la posta? Manfredi.

Ma Poe risulta anche altro, oltre a tutto questo: è l’atteggiamento della civiltà di fronte alla selvaticità e alla “magia” di Ned, cui Poe a furia di esperienze finirà per credere dopo aver incarnato l’incredulità dell’uomo occidentale di fronte a ciò che sfugge alla sua comprensione (“questa sono superstizioni primitive, non conoscenza!”, n. 3, pag. 6); è il buon senso dell’uomo di lettere (“Stanno facendo a gara a chi è più matto, e Ned pare deciso a batterli tutti...”, n. 2, pag. 20); è anche la voce dell’umorismo in una testata “seria” per tematiche e situazioni (“Sei un heyoke, anche se non lo sai! n. 2, pag. 83); e, per finire, è una delle spalle più formidabili che un eroe a fumetti abbia mai avuto la fortuna di avere: “Neanch’io sono nato per fare l’eroe... ma mi tocca farlo di quando in quando...” (n. 26, pag. 60).


Index Personale

Magico Vento Presente in tutte le storie.

 



Biografia

1| Incontra Magico Vento, su un treno: il primo pensiero di Poe su MV è: “Mmm... chiaro e deciso! Il classico tipo che in politica non farebbe certo carriera!”

3| Stufo di tenersi nascosto, per tema di Hogan, nel villaggio di Magico Vento, Poe si separa dall’amico per lottare contro il nemico; alla fine del numero i due si riuniranno per continuare insieme la lotta. Il sodalizio è fissato.

6| Va a vivere con Magico Vento a Blizzard, una ghost town.

Si ritrova a letto con Rifiuta di smettere, indiana con cui già avevamo visto intrattenersi Ned qualche numero prima, ma per paura della gelosia del padre di lei, se l’indiana “Rifiuta di smettere, lui preferisce desistere”.

7| Inizia a scrivere per il giornale “Morning” di Omaha, a cui è giunto su presentazione del fotografo Jim Brennan, di cui diventa amico.

12| Praticamente prima avventura in solitaria: Poe viaggia in treno per raggiungere Ned, e se la cava benissimo contro rapinatori e pericolosissimo fascino femminile...

13| Diventa fratello di Uccide se stesso e di Rifiuta di smettere.

14| Uccide Fender, alleato di Hogan (cfr. immagine in questa pagina).

16| Viene narrato il passato di Poe: prima di fare il giornalista lavorava in una distilleria di whisky.

17| Compare per la prima volta in copertina.

18| Conosce il senatore Fulton, che gli darà anche nei numeri seguenti appoggio politico per la lotta contro Hogan.

22| Apprende che Hogan era amante della madre di Ned e assassino di suo padre, e non lo rivela a Ned.

23| Usa lo pseudonimo di Edward Twain.

24| Viene ferito da Herbert, scagnozzo di Hogan.

29| Adotta lo pseudonimo di William Bierce.

30| Con lo pseudonimo di Robert Short, scrive racconti per il Morning Omaha. Gliene deriverà qualche pasticcio...

38| Viene catturato e torturato dal generale Grisham. Lo salva Magico Vento.

39| Salva la vita a Toro Seduto, deviando un colpo diretto a lui. Si trova con l’esercito, mentre Magico Vento è con le tribù riunite da Toro Seduto.

44| Ned ha una visione che riguarda Poe: i due sono divisi da un abisso, e Poe corre un grave pericolo. Inizia la saga delle guerre indiane.

45| Aggredisce pubblicamente il generale Custer, e quasi ricomincia a bere. Viene rapito dalla Volta Nera, che ne richiede i servigi come giornalista.


 

 


 
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