|
| |||||||
Amare Sonia porta sfortuna, molta sfortuna: una sfortuna anche mortale. Toccher� a un Nick Raider dimentico di Violet spezzare questa maledizione. Per odiare Sonia recensione di Vincenzo Oliva
|
Sonia Grant � al centro di un fitto intreccio di passioni e sentimenti, degni di una tragedia greca, che la perseguitano e le avvelenano la vita. Intorno a lei, l�odio del fratello - perduto nella follia dell�amore per la madre, morta alla nascita di Sonia - deciso a impedirle qualsiasi felicit�, e assassino spietato degli amori della ragazza; l�amore totalizzante, invasivo del padre: un amore geloso e possessivo, soffocante - anche questo folle nella sua pretesa di esclusivit�; il desiderio, mai sopito, del viscido avvocato di famiglia, Jeremy Maas, seduttore, in passato, di una Sonia quindicenne ed ingenua, e che sotto sotto conserva la segreta speranza di poter ancora avere per s� la giovane. Unica isola di normalit�, per Sonia, in tale mare di tumultuose passioni, l�amore di Claire Newman. Amore paziente, come la stessa Claire dice a Nick, amore adulto, maturo ed equilibrato. E poi, certo, l�amore degli sfortunati compagni di Sonia - ultimo il dentista newyorkese Stanley Ludwig - condannato dalla pazzia di Louis Grant a non poter avere il suo normale epilogo. Bella e piena di gioia di vivere, ma anche ingenua, Sonia: fino alla fine non si rende conto realmente dei drammi che le si svolgono intorno, delle emozioni suscitate; il fondo di capriccioso egoismo infantile della sua personalit� le fa scudo. Nick si innamora di lei, per lei tradisce Violet, dopo anni di ferrea fedelt�: se la serie non sembrasse cos� abbandonata a s� stessa, verrebbe da pensare a un qualche cambiamento di strategia in atto. Un Nick nuovamente sensibile al fascino femminile, pi� umano - forse - per questo. Di certo un Nick molto personaggio e molto nel suo personaggio, al centro della storia insieme a Sonia; un Nick tratteggiato con cura.
Certo vi sono state occasioni, e altre ve ne saranno in futuro, nelle quali la retorica ha fatto capolino sulla testata, ma questo non accade cos� spesso, e soprattutto non appare sistematico, caratterizzante, come per Dylan Dog e Nathan Never negli ultimi tempi. La scena del colloquio tra Nick e Claire al New Eve, mostra la sobriet� ed onest� intellettuali dell�uomo Nick Raider, senza che questo ci debba essere sbattuto in faccia, che debba essere ostentato come un titolo di merito, come troppo spesso accade a Tiziano Sclavi e Pasquale Ruju sulle pagine di Dylan Dog, la cui bont� da manuale ci viene incessantemente proposta, e in modo sinceramente asfissiante; o per Nathan Never: la recente storia doppia dei n.97/98 "Oltre il tempo e lo spazio" (vedere la recensione), ci mostra ancora una volta gli agenti Alfa trasformarsi in una sorta di "agenti dei buoni sentimenti", e questa � ormai la regola, a parte rare, felici, eccezioni (come il quarto gigante); o ancora per Mister No, trasformatosi in un alfiere della "politically correctness". Niente sofismi, nessuno sfoggio di sentimenti "giusti" per Nick: per lui gli uomini e le donne sono tutti uguali. Punto e basta. A una storia "gialla" si pu� chiedere di scegliere tra due opzioni: costruire un meccanismo geniale e impeccabile; oppure puntare su personaggi credibili, e umanamente interessanti. Nogara e Anon scrivono una storia ingegnosa, ma certo non eclatante. Una storia, per�, "giusta". Giusta per l�ottimo cast di personaggi: personaggi da tragedia - anzi da tregenda - eppure non banali o inutilmente retorici, n� stereotipati. A partire da Nick e Sonia, ovviamente, ma senza trascurare gli altri attori principali del buon dramma allestito: Louis, Claire, Jeremy Maas, Grant padre. Una storia dai sapori forti, insomma, ma schietti e senza spezie.
Ad una prima lettura si prova una certa delusione: la storia avrebbe meritato disegni migliori. Riflettendo, per� - e rileggendo l�albo - ci si rende conto che i disegni di Mario Jann� non saranno forse brillanti - sono sicuramente poco dinamici, poco espressivi, stereotipati - eppure si adattano al meglio alla storia e ancor pi� alla testata e al personaggio: senza fronzoli, anche poveri, se vogliamo, un po� retr�; ma conservano un gusto di autenticit� e sincerit�: la tavola di chiusura accompagna con discrezione la fine della storia. I bianchi e i neri violenti danno (o meglio amplificano) il tono da film poliziesco d�altri tempi dell�albo, e sono la cornice adatta per il "duro" Nick Raider. Nella loro rigidit�, i volti di Jann� assolvono comunque il compito di caratterizzare i personaggi, pur in assenza di una grande mobilit� espressiva. E� leggendo una storia come questa che lo stato di "abbandono", di cui dicevo, in cui versa Nick Raider, dispiace maggiormente. Senza fra gridare al capolavoro, ma anzi entro la pi� tranquillizzante normalit�, gli autori confezionano una storia che si lascia leggere con piacere, cosa che - negli ultimi tempi - non avviene molto spesso (purtroppo!) con altre serie. Nick Raider, in effetti, continua a mantenere un livello medio soddisfacente. Tutto questo, per�, avviene in sordina: la serie ha ormai pochi lettori; frutto questo della cattiva politica editoriale passata, che ha portato, tra l�altro, all�allontanamento del creatore Claudio Nizzi e alla fuga dei migliori disegnatori: il solo Corrado Mastantuono resiste. Tutto questo perch� - forse - il personaggio non � abbastanza "ganzo" e alla moda e non si � conquistato molti estimatori: troppo "normale", probabilmente.
Basti vedere la copertina di questo numero: scura, densa di un senso di dramma a tinte fosche, il dramma che la storia racconter�; in primo piano una Sonia terrorizzata e illividita dalle fredde luci della notte di New York. Il futuro della testata non appare certo roseo, le voci di chiusura si rincorrono con le smentite, � vero; e per� la cancellazione dello speciale non � segnale che possa interpretarsi positivamente. E� un peccato: Nick Raider non � certo la peggiore pubblicazione di Sergio Bonelli Editore.
|
|