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" La grande minaccia"


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Terra senza pace
recensione di Giorgio Loi

I Tecnodroidi, gi� nemici mortali degli esseri umani, si sono ora alleati per fronteggiare un nuovo comune nemico venuto dal niente che pare invincibile e che si prefigge un non molto originale obiettivo: sterminare l'umanit�. Solo Nemo, al comando del potente Nautilus, pu� salvare la Terra, ma -ahinoi!- � perso dentro una "tempesta extradimensionale".



TESTI
Sog. e Sce. Stefano Vietti    

E cos�, giunti al sesto Gigante, stiamo ancora parlando di Tecnodroidi. Curioso che, degli albi finora usciti, l'unico con una trama completamente avulsa dal filone "Nemo-Tecnodroidi" sia stato il n.4 sceneggiato da Michele Medda: l'unico tentativo di svolta (sempre che, a questo punto, non si sia trattato di un mero riempitivo) � stato quindi compiuto da uno dei fondatori storici della serie, mentre la nuova generazione, capitanata da Stefano Vietti, preferisce proseguire sul solco della tradizione con un distacco "morbido" verso, ci si augura, nuove tematiche.

Arrivati a una sofferta pace con i Tecnodroidi, potevano i Terrestri considerarsi al sicuro? Ovviamente no visto che, direttamente da Agenzia Alfa n.7, il Custode scatena contro entrambi un'orda di esseri artificiali derivati addirittura dai mutati.

Dopo la separazione del futuro di Nemo da quello di Nathan gli sceneggiatori si sono presi la libert� di condurre le due saghe in modo completamente indipendente (questo spiega, per esempio, la presenza delle macerie del vecchio Palazzo Alfa). Tuttavia Vietti non rinuncia a rimescolare elementi del passato con quelli del "nuovo futuro", usando tutti gli espedienti possibili: sogni, ricordi, allucinazioni, banche dati, clonazioni, e via cos�. Impegno ammirevole, che se da un lato lascia maggior libert� sul proseguimento della "linea di Nemo" dall'altro pu� darci qualche "furba" anticipazione sulla serie normale, in questo caso riguardante la prossima guerra Terra-Colonie.

Nerll'albo troviamo citazioni di ogni genere: non solo al Capitano Nemo di Jules Verne, fin troppo dichiarato, ma a tutto il campionario cinematografico degli ultimi anni: Alien, Star Trek, Terminator, Stargate, Mad Max, Guerre Stellari... Come accennavamo prima, Vietti sembra che stia compiendo una sorta di transizione morbida dalla vecchia gestione Medda-Serra-Vigna alla nuova, con alcuni personaggi che ci abbandonano e altri che fanno la loro comparsa, fra i quali il pi� notevole di quest'albo � sicuramente Cobham.

"I numerosi elementi sono ben incastrati e valorizzati da una sceneggiatura solida e ritmata"
   
Nonostante questo Gigante non presenti quindi nulla di particolarmente originale, i numerosi elementi sono ben incastrati e valorizzati da una sceneggiatura solida e ritmata. Vietti possiede il senso dell'avventura, sa quando occorre spezzare il ritmo e come farlo, alternando correttamente le fasi d'azione a quelle riflessive. Ne risulta una lettura piacevolmente scorrevole, senza "buchi" o altri fastidiosi intoppi che solitamente penalizzano le sceneggiature frettolose e poco curate.

Semmai quel che di Vietti a volte c'infastidisce e la sua attitudine ragionieristica a spendere le sue idee un pezzetto alla volta, a spizzichi e bocconi, inserendo un elemento qua, un'allusione l�, probabilmente nell'intento di "intrappolare" il lettore costringendolo a seguirlo passo-passo per lungo tempo. Immaginiamo che dietro a ci� vi sia lo "stress da fumetto seriale" che comporta il terrore di restare a secco di argomenti; possiamo capirlo, ma capiamo anche che un brodo troppo allungato rischia di perdere del tutto il sapore. Se Vietti & C. hanno nuove valide idee in cantiere potrebbero anche decidersi a usarle senza risparmio, imprimendo una decisa sterzata a una serie che ristagna da troppo tempo: forse rischieranno di restare a corto prima del previsto, ma sar� sempre meglio che trovarsi a corto di lettori a causa di un eccesso di attesa!



DISEGNI
Germano Bonazzi    

Bonazzi riesce nella non facile impresa di coniugare velocit� esecutiva a un buono e costante livello qualitativo. Quest'ultimo albo non fa eccezione. Retini inesistenti, scarsissimo l'uso dell'elaboratore: Bonazzi si affida ancora alle vecchie tecniche manuali e "meccaniche" (tra le quali, ci sembra, anche l'aerografo) per regalarci tavole convincenti, che si tratti sia di illustrare una scena di combattimento sia una visione onirica di Nemo.


Il ritorno del Nautilus. Disegno di G. Bonazzi (c) 2001 SBE
   
 
Peccato per� che ci si trovi di fronte a un Bonazzi "ordinario", ossia un disegno come avremmo potuto aspettarcelo su un albo della serie normale. I Giganti, in virt� del loro generoso formato, dovrebbero essere colti anche come nuove e accresciute opportunit� di espressione; ci saremmo aspettati quindi anche un po' pi� di tavole spettacolari, ricche di particolari, fuori del comune, pi� consone insomma a un evento "speciale" come il Gigante.

Comunque sia, una buona prova.



GLOBALE
 

Bella copertina, come di consueto affidata al medesimo autore dell'albo, che in un sol colpo racchiude gli elementi chiave della storia. Azzeccata anche la divisione dei due piani cromatici: azzurro per la dimensione parallela del Maelstrom, rosso-violetto per la realt� terrestre.

Un piacevole albo d'avventura, che lascia parecchi conti in sospeso e sostanzialmente non chiude nulla: Tecnodroidi ancora in circolazione, Nemo redivivo (in stile Capitan Harlock), l'arrivo dei Grigi, la scomparsa di Masami e Reiko, una misteriosa pulsazione e, infine ma non ultima, la tresca fra Artisia e Cobham. Di carne al fuoco ce n'� parecchia; speriamo solo che Vietti non ci metta altrettanti Giganti per riannodare tutti i fili! ;-)

Vedere anche la scheda della storia.
 

 


 
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