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" Ombre dal passato"

TESTI
Bepi Vigna
DISEGNI
Romeo Toffanetti

Pagine correlate:

Dagli amici mi guardi Iddio�

Nathan, non Nathan, Nathan
recensione di Vincenzo Oliva

Glielo aveva detto, a Nathan, Johnny Stockhausen: �Gli amici sono quelli che ti deludono (..)�. E che la bella tavola di pag.37 fosse un incubo o una scheggia di memoria, cos� Bepi Vigna chiariva a noi lettori questa storia di amicizia tradita.

Ma al di l� del tema (apparentemente) portante di questo buon racconto, che viene a rilanciare � e speriamo in modo duraturo - il suo autore dopo molte prove deludenti, da ultimo il recente 131 "Il mistero della terza luna", il presente "Ombre dal passato" si segnala per la rimozione chirurgica (in ogni senso ;-) di una delle caratteristiche pi� forti e individuanti del personaggio.

"Storia di amicizia tradita e di memoria rimossa"
   
Vigna opera una frattura nello spazio interno di Nathan che, se confermata nel seguito della serie, avr� o ancor meglio dovrebbe avere un valore pi� profondo di qualsiasi cambiamento � o supposto tale � introdotto dalla Saga Alfa.

Se, perch� ormai siamo abituati dalla labilit� della cura redazionale a veder negati un mese i fatti avvenuti in quello precedente.

Nathan.
Nathan dopo pagina 98, dopo aver terminato la lettura e chiuso l�albo. L�uomo Never si mostra ai nostri occhi quasi come un nuovo personaggio. Sin dai primi albi della serie Nathan Never si � segnalato per quello che arrivava ad apparire autentico compiacimento autoflagellatorio. Questo character, quest�uomo, � stato fatto passare dai suoi autori attraverso prove morali e personali durissime, vere e proprie torture; ha compiuto errori e subito torti, � stato tradito (da Sara Mc Bain) e ha tradito (sua moglie); sempre, ha pagato sulla sua pelle le scelte proprie ed altrui, con una vita interiore tormentata fino al masochismo, raccontata in storie ricche di malinconie manierate, di gusto per il sapore dolce che il dolore e la sua rappresentazione possono assumere.

Questa volta Nathan ha invece deciso di non affrontare la prova, di non bere il calice amaro fino in fondo e di non voler portare una nuova cicatrice nell�anima. Scegliendo di farsi asportare dalla memoria gli avvenimenti connessi al tradimento del suo amico

"Il Nathan che non ti aspetti, e che rifiuta la sofferenza"
   
Johnny Stockhausen, Nathan agisce nel modo pi� difforme rispetto alla sua figura di eroe doloroso, avviluppato, fino a crogiolarvisi, nel senso di colpa e nel suo destino di bersaglio privilegiato della fortuna avversa.

Vigna d� un energico scossone alla personalit� della sua creatura e alle certezze dei lettori. Operazione quasi temeraria, visto il conservatorismo di larga parte del pubblico, ma legittima: Nathan Never non � mai stato descritto come uno spirito inamovibile, intagliato in un blocco unico di marmo; quello che Nathan �, � la somma delle infinite esperienze accumulatesi nella sua vita, delle innumerevoli ferite invisibili sopportate. Un giorno, Vigna ha deciso che il personaggio avesse un limite, che vi fosse una misura colmabile del suo stoico vittimismo: semplicemente, Nathan Never non ha retto all�ennesimo colpo riservatogli dalla vita, alla rottura dell�amicizia con Stockhausen.

Ad arricchire la situazione, c�� per� una considerazione da fare. Quella attuata da Bepi Vigna � una rivoluzione apparente, che in realt�� lascia tutto inalterato! Non avendo pi� memoria degli avvenimenti legati al tradimento di Stockhausen, Nathan � incosciente delle decisioni prese, del fatto che in lui si � spezzato qualcosa ed egli ha preso una decisione di conseguenza. Il Nathan Never di pagina 98, � il Nathan Never di pagina 1. E� solo un gioco diabolicamente abile dell�autore per colpire i lettori e operare un (apparente) sovvertimento narrativo lasciando per� inalterata la sostanza dei fatti? Forse, ma se � vero che per Nathan non � cambiato nulla, questo non � vero per i lettori, che sanno una cosa pi� del personaggio e hanno perso una certezza. Il rivolgimento senza conseguenze pare averne al di fuori del fumetto�

Non Nathan.
E� ovviamente quello delle ultime due tavole dell�albo, il Nathan Never che si � spezzato, che non ha retto al nuovo colpo infertogli dalla vita. Un Nathan Never che decide di non (sop)portare questo ultimo ricordo nella carne dei suoi anni a venire, e sceglie (per una volta?) la scorciatoia di una palingenesi, offertagli, per di pi� da quella tecnologia moderna con la quale l�Agente Alfa n.2 non ha mai avuto un buon rapporto. E� un Nathan Never inusuale, che rifiuta l�evoluzione della propria personalit�.

Nathan.
Quello da pagina 1 a pagina 96. Da troppo tempo, ormai, Bepi Vigna pare aver smarrito quella vena felice messa in mostra in storie come 27 "Cuore di tenebra", 29 "L�ultima onda", 56 "La storia di Kathy Teller", al94 "La Pietra Antica", o al96 "La giovinezza di Nathan Never", tra le migliori della serie, e sovente tra le migliori prove bonelliane dello scorso decennio.

Spesso tali storie erano incentrate sul passato, il ricordo, la memoria; ed ecco la memoria ed il passato tornare in questo racconto, che pure appare proiettato nel futuro ed inscritto nel presente del personaggio. Qui Vigna insiste quel tanto che basta sul dolente passato di Nathan, sui suoi rapporti con gli amici dei tempi della Polizia, sulla infelice storia d�amore con Sara Mc Bain: i lettori di vecchia data sanno, quelli pi� recenti vengono lasciati intuire. Tuttavia la memoria (dell�amicizia, dell�amore, di un passato non certo edenico ma che si colora almeno della felicit� della giovinezza) resta il tema centrale. Nathan � sostanzialmente avulso dall�azione per la gran parte dell�albo, mentre intorno a lui i lettori captano brani di passato: il disastro della diga di Yeslaine Door, i volti degli amici che non ci sono pi�, l�invecchiato Stockhausen che si riveler� diverso da quello che vive nel ricordo di Nathan, le due donne pi� importanti del suo presente e del suo passato, Sara e Legs, l�una forse bisognosa di farsi perdonare il proprio passato, l�altra sempre presente al suo fianco.

"Il montaggio dei flashback, delle scene di azione e di quelle pi� statiche � accorto, e Vigna � ben coadiuvato da un Romeo Toffanetti in stato di grazia"
   
Il montaggio dei flashback, delle scene di azione e di quelle pi� statiche � accorto, e Vigna � ben coadiuvato da un Romeo Toffanetti in stato di grazia.

La scrittura � attenta, mai esagerata, accompagna con discrezione i personaggi. Nella scena madre, quando Nathan gli chiede conto delle sue azioni, Stockhausen risponde con parole amare ma misurate, senza retorica: Gi�� l�amicizia. Tu hai sempre creduto alle favole, Nathan� Ed � proprio per questo che sono riuscito a farti cascare in questa trappola. � Ora per� la fiaba � finita. Benvenuto al funerale dell�amicizia, vecchio mio.. Gi�, per quanti colpi avesse ricevuto, Nathan restava (o meglio resta) un romantico. Sar� l�acquisita coscienza di ci� ad averlo spezzato dopo questa prova?

Da parte sua Toffanetti illustra al meglio questa storia inevitabilmente cupa. I suoi neri pieni e netti, corposi, si rivelano ideali per le scene notturne e in ambienti chiusi, dove moltiplicano il senso di angoscia e attesa (si veda la bella sequenza che apre l�albo). Il tratteggio spesso e greve � molto adatto ai toni dell�albo, e il segno pare aver perduto quasi completamente quella rigidit� della figura umana che ne inficiava il lavoro in passato. La costruzione della tavola e la gestione dei passaggi di scena agevola la lettura, complice la buona qualit� dei testi.

E� un piacere, dopo le prove irrimediabilmente scialbe fornite da Vigna nel n.131 (si veda la recensione) e nell'almanacco 2002, venute dopo altre storie via via pi� stanche, ritrovare un racconto all�altezza del passato. Ci auguriamo, ed auguriamo a lui, che non sia un caso, ma una ri-partenza.

Vedi anche la scheda della storia.
 

 


 
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