Chi salverà il lettore?
Eccher chiamato a proteggere i lettori di Nathan Never dalla noia
Recensione di M.Galea, O.Tamburis | | nathannever/


Dopo mesi di albi piatti e monocordi, che una volta finiti sono già dimenticati, "Gli uomini del presidente" si legge tutto d'un fiato, con suspense, tensione e curiosità verso la vignetta successiva. Nell'iniziale rubrica Alfacom, Del Savio paragona l'albo alla serie TV "24", ed in effetti il termine che salta subito in mente per definire il lavoro di Giovanni Eccher (autore di soggetto e sceneggiatura) è "regia": c'è un bilanciamento pressoché perfetto dei tempi di azione e di dialogo, scambi di battute brillanti e persino un po' "scomode" rispetto all'etica bonelliana, e nessuno spiegone. Ci sono alcune ingenuità (probabilmente dettate dal medium fumetto, che ad esempio ricorre spesso al "pensato"), ma davvero poca cosa rispetto all'insieme.
Facendo una rapida ricerca in Internet, emerge che effettivamente Eccher ha alle spalle quasi vent'anni di cinema, teatro, pubblicità e video... lui stesso si definisce "uno scrittore di cinema prestato al mondo delle nuvolette". Questa matrice cinematografica è lampante nell'albo, a partire dal titolo (un chiaro omaggio al capolavoro di Alan J. Pakula): a fronte infatti di una premessa relativamente "semplice", la storia si dipana velocemente con numerosi cambi di scena ed un'azione corale che ricorda quel genere d'azione di gruppo che su video è ben rappresentato da "Alias", "Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D." e lo stesso "24", ma che a ben vedere era presente (e voluta) anche nei primi numeri di Agenzia Alfa.
Eccher è uno scrittore di cinema prestato al mondo delle nuvolette
La citata premessa è un evento commemorativo della fine della guerra contro Marte, con
Ed è qui che Eccher regala qualche piccola perla di anticonformismo, quel pizzico di cinismo che in televisione diamo ormai per scontato, mentre negli albi Bonelli raramente compare: la portavoce di questo atteggiamento è (manco a dirlo) la ritrovata
Per certi versi, comunque, il tono generale della storia richiama quello delle precedenti avventure che hanno avuto al centro i direttori dell'Agenzia Alfa: numeri centellinati nel corso della serie, nei quali il piano dell'azione investigativa in sè si intersecava inevitabilmente con una nota più personale in sottotraccia, in genere centrata su Nathan (per quanto nel fast forward che ha preceduto l'attuale nuovo corso la figura di
I disegni di Emanuele Boccanfuso sono a volte imprecisi (specie nei volti femminili, tutti molto simili tra loro e poco rappresentativi di ogni personaggio), ma nell'insieme il suo lavoro correda bene il narrato.
Sarà anche una valutazione che farà storcere il naso a qualcuno, ma è evidente il "richiamo" - non "ritorno" - ad atmosfere del passato, nel senso di un plot investigativo ambientato in un futuro nel quale vengono proiettate le cifre significative del presente socio-antropologico, con personaggi di nuovo familiari nel loro modo di essere e di agire, ed un'immediatezza di pensiero e di azione che fa tranquillamente autocitazione grazie a quasi un quarto di secolo di vita editoriale.
Complessivamente, pertanto, "Gli uomini del presidente" è come la storia stessa: non è l'albo che salverà il mondo, ma è ben fatto, professionale e ottiene l'obiettivo prefissato: mezz'ora di lettura soddisfacente e ben spesa! :-)