Scorrete lacrime! Disse il poliziotto Nathan
very pathos in Nathan Never
Recensione di V.Oliva | | nathannever/


Scorrete lacrime! Disse il poliziotto Nathan
Schiacciando il piede sul pedale dellacceleratore
Schiacciando il piede sul pedale dellacceleratore a tavoletta. Così
Luigi Simeoni - "Sime" - ha scritto questa storia doppia di Nathan Never:
schiacciando il piede sul pedale dellacceleratore delle emozioni. A
tavoletta. Si piange assai con questa storia (be, a non essere
proprio aridi e avendo mantenuto quello spirito che ti fa leggere i
fumetti per la capacità che hanno di emozionare). Il buon Sime non
risparmia artificio alcuno per spremere lacrime al lettore e
immergerlo in un brodo di sentimenti robustissimi che lo circondano,
lo inondano di odii violenti, invidie parossistiche, amori
tenerissimi; lo impregnano di questo e altro. Nessuna risorsa del
ferreo armamentario del narrare strappalacrime è inutilizzata: la
madre in pena, angosciata, disperata; la bambina sognatrice e delicata
in pericolo - e malata; cattivi assortiti mossi da interessi sordidi o
moti furibondi dellanima, temprati al fuoco di emozioni ancestrali e
primeve; un mostriciattolo dolcissimo e dal cuore immenso e purissimo;
leroe, lui, grande e invincibile (o quasi) che corre in soccorso di
tutti (e trascura la sua bella, ahilui: quanto ancora, oh Nathan,
ti attenderà Tirate fuori fazzoletti! :-)
E nessun risparmio sui loro
dialoghi, sulle storie loro: Sime intinge la penna nel calamaio del
pathos a ogni singola sillaba scritta. Uno sformato di melassa,
allora? Ma signornò. Cioè sì, la melassa cè, per carità. Però...
Melassa sì, con juicio
La melassa è un ingrediente pericoloso, terribile: può rovinare un racconto come niente. E necessario saperla maneggiare. Ecco, Sime dimostra di saperlo fare. Non siamo al cospetto di un capolavoro, ma di una storia in grado di emozionare: pienamente, veramente. E un fumetto non dovrebbe fare proprio questo, alla fine dei giochi? Non dovrebbe - proprio - emozionare? (sempre a patto di aver mantenuto salda la presa sul racconto...)
Non è perché si piange grazie allabilità con cui lautore preme in sequenza i giusti tasti per provocare la reazione desiderata - sì, anche per questo, ma sarebbe unemozione corriva, che stancherebbe e disgusterebbe ben prima della fine. Emozionante è seguire passo passo, a latere di quanto suscita la lettura, il lavoro amorevole di costruzione dei personaggi. Perché questo amore è evidente. Un pizzico o forse più di ruffianeria da parte di Sime è scontato, ma molto di più si percepisce il piacere con il quale sbozza e porta in rilievo le personalità delle figure di carta e inchiostro che muove sulle pagine della storia. Invero con un fondo mielato di troppo, ma cè della poesia in questi due albi; e se la raffigurazione manichea dei personaggi suona irrimediabilmente irreale, è perché il racconto appare strutturarsi come drammaturgia morale, come parabola.
Si aggiunga un dignitoso plot investigativo; un villain bizzarro e
maniacale, che con qualche pennellata di colore in più potrebbe fare
il cattivo di rincalzo in una storia dantan di Batman; un
La pienezza e solidità del tratto di Simeoni conferiscono corpo alle sequenze di più delicata esposizione di piccoli e teneri sentimenti, e danno slancio alle parti drammatiche e dazione. Il disegno pare illanguidirsi e farsi nostalgico in presenza dei due protagonisti assoluti della storia,
Al solito, non è tanto cosa si scrive (e disegna), ma come lo si faLa loro giovane o giovanissima età, la loro immediatezza, lo spirito così vitale emergono non poco grazie alla rappresentazione visiva che ne fa lautore.
Al solito, non è tanto cosa si scrive (e disegna), ma come lo si fa. "La bambina scomparsa" (Nathan Never 216-217), di Luigi Simeoni, Sergio Bonelli Editore