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Commentare i disegni di un fumetto, in realtà, non riesce sempre facile a chi i fumetti li legge, sì, ma non saprebbe distinguere un pennino da una penna. Capiamo ciò che ci piace, spesso, ma non capiamo il perché, dato che appunto siamo privi di strumenti tecnici per giudicare. Insieme al disegnatore Pasquale Frisenda, che questi strumenti li ha, commentiamo da vicino alcune tavole tratte da MV 91, I misteri di New York,
Disegnare la Grande Mela
uBC: È limmagine di apertura, ed è una dichiarazione di intenti; Frisenda sembra dire al lettore Io ti stupirò, perché metterò davanti ai tuoi occhi la più grande città del mondo. E non è solo una dichiarazione, ma è già realizzazione della dichiarazione di intenti, perché limmagine è stupefacente già adesso: colpisce la straordinaria profondità di campo della vignetta, ricca allinverosimile eppure chiara anche nei particolari. La scomposizione dei rapporti tra chiari e scuri è geometrica, qui come altrove: a sinistra della vignetta una zona mista, in centro una zona di ombra piena e una di piena luce, per poi terminare la tavola sulla destra in alto, ancora con una zona mista. È la appassionata ricchezza di particolari di ciò che viene disegnato che non fa essere questa scansione geometrica qualcosa di artificioso, è la generosità del disegno.
uBC: Senza commentare ulteriormente la notevole profondità che appare anche in questa tavola, segno di una concezione dello spazio assolutamente matura, ciò che risalta maggiormente è ovviamente il volto in primo piano. Non un semplice viso, ma un personaggio ben definito e caratterizzato. Oltretutto colto in una espressione, quella del sorriso compiaciuto, assolutamente originale. I volti di Frisenda in questa storia non sono mai banali, i soliti volti, ma mostrano anchessi, proprio per la loro atipicità, il preciso desiderio del disegnatore di stupire, di colpire, di affascinare chi guarda. E ancora una volta, la figura disegnata *guarda* il lettore, in una interpellazione, come dicono i semiotici, che crea complicità e mira, come detto, alla fascinazione del lettore, al suo coinvolgimento totale nel gioco rappresentativo di Frisenda, mediante un gioco di sguardi che è continuamente diegetico ed extradiegetico.
uBC: Un chiaroscuro espressionista. Lo sguardo e il gesto mimico dei volti di questi due personaggi appaiono colti con tempismo *fotografico*. Si noti ancora la geometrica alternanza di chiari e scuri. Sono solo volti, sono momenti di passaggio nella storia, basterebbe molto meno per rendere lo stesso le esigenze della narrazione, eppure anche da queste vignette appare una ricerca profonda, e il desiderio di non banalizzare neppure le immagini di raccordo.
uBC: La conferma di quanto appena detto. Il volto del banchiere è spettacolare, anche qui si è scelto un tipo per nulla usuale. Sporto in avanti con fare amichevole, il monocolo traduce visivamente la doppiezza dellanima di questo personaggio, per nulla rassicurante. La bocca è piegata in una smorfia ammiccante che incute timore. A impreziosire il tutto, il particolare dellla brace del sigaro, in basso a destra nella vignetta. Come dice Manfredi nella Blizzard Gazette, ecco il sontuoso bianco e nero di Frisenda...
uBC: Questo volto ci è sembrato un W. Defoe... Usi ogni tanto volti di attori?
uBC: Sembrano convivere due strade per il disegnatore Bonelli: la strada della ricchezza barocca del disegno, con attenzione maniacale al dettaglio, e la tavola pienissima, e laltra strada quella della sintesi grafica estrema. Forse, tra laltro, molti cercano la sintesi perché fa più disegnatore figo, e forse fa anche più economia, nel senso che ci metti meno a realizzare le tavole, anche se in realtà è molto più difficile. In questottica, tu apparterresti al primo tipo di disegnatore, come dimostrano anche queste tavole.
Vedere anche scheda della storia.
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