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La notizia, da Washington: il Generale Crook è stato nominato comandante del dipartimento del Platte. Presto i Sioux dovranno combattere contro l'uomo che sconfisse Kociss. Chato ne conosce tattiche e punti deboli. Magico Vento lo cerca, ha bisogno di lui. Si incontreranno...
Lungo il sacro cammino
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Pueblo Laguna, nello stato americano del New Mexico: odori e accenti messicani, polvere remota a lastricare stradine percorse da lunghi silenzi, sensazione di tempo sospeso; umili dimore piegate da un caldo d'inferno, gocce di sudore impigliate nelle brutali rughe di volti arsi da un sole implacabile. Cadaveri in esposizione: "erano Angeli Sterminatori, amico": pochi spiccioli per una foto storica. Polizia indiana.
Una brutta faccenda. Nella quale il cronista del Morning di Omaha spera che l'amico fraterno abbia avuto il buon senso di non immischiarsi. Già, l'amico fraterno. Ned ha lasciato il pueblo da una settimana: è in cerca di Chato, delle sue preziose informazioni. Sa dove trovarlo. Lo sa perché con lui il vecchio Kachu ha parlato...
Poe indaga, è la sua natura, ma riesce a raccogliere poche, frammentarie notizie: invisibile e imponente, lo circonda un muro di sguardi silenti e impenetrabili, di granitica diffidenza.
L'assassino torna sempre sul luogo del delitto. Il sottile intelletto e una sorte favorevole permettono al compagno di Magico Vento di tirare fuori dai guai non soltanto se stesso, ma anche Pedro, il mite aiutante indiano di Padre Manuel: costretto a uccidere dalla prova di fedeltà voluta da Kachu.
Un cammino sacro: lungo il quale Ned incontra Chato. Chato ha sempre agito per la sua gente: anche quando era al servizio del Generale dalla barba nera, soprattutto quando era con Crook. Lo fa ora, mentre guida gli Angeli verso i Cento Occhi. Qui, a poche miglia dal confine col Messico, desperados e vigilantes conoscono la fine della pista, seppelliti dalla propria cupidigia e da un infallibile, letale Magico Vento. Gli Spettri, risvegliati da quelle coscienze impure, riposano nuovamente. La missione di Chato è compiuta: il tesoro di Lobo è nelle sue mani: sarà per il capo Victorio, per la sua rinascita. Ned ha ottenuto ciò che voleva e guarda al futuro con rinnovata speranza: "Se Victorio tornerà a combattere, l'esercito dovrà sostenere due fronti: contro gli Apache a sud e i Lakota a nord. Questo ci darà qualche possibilità in più. Ecco la mia ricompensa, Chato!"
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Fosse un calciatore, Pasquale Frisenda vestirebbe la maglia numero 10, simbolo cifrato di genialità e talento: evidenti, nell'albo da lui disegnato, profusi con generosità, eppure insufficienti a cancellare le ombre che proiettandosi lunghe sul suo lavoro ne impediscono una valutazione pienamente positiva. Il confronto con le precedenti avventure illustrate dall'artista ( eccezion fatta per MV 75, "Torce umane", dove il cambiamento è già evidente ) conferma come siano mutati i lineamenti facciali di Magico Vento: ora gli zigomi appaiono più grossi e sporgenti, sovrastanti guance eccessivamente scavate. Risultato: un viso dalle proporzioni disarmoniche, cui non giova uno sguardo privato delle tipiche e intense limpidezza ed espressività. Aspetto, quest'ultimo, indissolubilmente legato alla piena di nero che travolge una gran quantità di vignette annegandone dettagli anatomici e non.
Stranamente, l'autore si dimostra meno a suo agio nelle tavole con protagonisti l'azione e gli Spiriti del deserto: il disegno è statico, macchinoso, mancante di pathos. Buona la caratterizzazione di tutti gli attori, eccellente quella di Cummings. ![]() ![]() ![]()
Una storia avvincente, magnificamente narrata. |
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