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Sedia a rotelle, corpetto di sostegno, sguardo annacquato e nervi a fior di pelle. Un uomo distrutto. Pluvioso, irritato contro tutto e contro tutti (che già carri funebri gli sfilano nellanima in lungo e lento corteo), attende la sua ora (anche il cielo stellato finirà).
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La fuga di Hogan
recensione di Giuseppe Pelosi
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Chinati i rai fulminei, le braccia al sen conserte, Hogan, il male incarnato, nutre i vermi della sua paranoia. Sic transit gloria mundi. Neanche il desiderio di vendetta sembra più covare sotto le ceneri del mostro... Hogan è morto, e non lo sa. O no? Gli unici rimasti ad avere paura del lupo cattivo sembrano i nostri eroi, invero un po ridicoli... Continuano a temere quellHogan, che in montaggio alternato ci viene presentato bello che alla frutta... Per non parlare del fatto che quando cè di mezzo una donna Ned non capisce più niente... E se avessero ragione loro? E se i servizi segreti che vogliono servirsi del grande vecchio decaduto stessero maneggiando nitroglicerina collegata ad un timer?
Non so quanti numeri ci vorranno, ma so che Hogan tornerà, e più cattivo e pericoloso di prima... Anche Braccio di Ferro prende un sacco di botte, prima di trovare gli spinaci... E più ne prende più sarà bello vederlo reagire. E così il bello è brutto e il brutto è bello: ci troviamo a fare il tifo per il cattivo.
Ma non è solo questo mood foriero di resurrezioni terribili che ci regala questo albo, ma un importantissimo sviluppo di continuity: ultima vignetta, dito puntato, soffia vento di tempesta: E io diffido lo Stato dallinterferire nelle mie faccende! La collaborazione tra Ned e i Servizi Segreti pare conclusa. Il nostro è un personaggio difficile da gestire, a Fulton è saltata la pazienza... Del resto Ned ha capito benissimo che gli hanno raccontato un sacco di palle, non esistono armi di distruzione di massa in casa di Hogan... E il lettore curioso presagisce sviluppi futuri: nella lotta contro Hogan, Poe e Ned hanno ricevuto non poco aiuto da Fulton e da Dick Carr alias Harry Trask... Adesso come faranno? In realtà ci son delle volte che Braccio di Ferro non arriva agli spinaci... Noi già sappiamo, perché ce lo ha detto la storia, che Ned perderà la sua guerra, pur vincendo qualche battaglia. Ma per il momento, dimentichiamoci la storia, lasciateci il nostro fumetto: noi tifiamo per luomo strano con i pantaloni dellesercito. È lui il più forte!
Ramella è il volto grafico della serie. Ma questa volta sembra che abbia lavorato in fretta. Forse è stato chiamato a coprire i ritardi di altri disegnatori, ma di fatto cè forse meno magia del solito, nelle atmosfere che il disegnatore cerca di evocare. Ciò non toglie che il tutto appaia comunque solido. È mancato forse il tempo di strafare, ma quanto al fare, non si può dire che non sia stato fatto: la scena finale alle cascate, se effettivamente poteva forse essere occasione da spettacolarizzare, così interpretata risulta chiara e narrativamente efficace. Se certi volti paiono poco elaborati, quasi mancasse il ripasso a china, pure esprimono tutto quello che devono esprimere. Del resto che la prova sia diseguale a causa della fretta ci appare da queste considerazioni: la gabbia dellascensore di cui si serve Hogan è particolareggiata, il letto a baldacchino su cui dorme pure, accurati i volti di Hogan, mentre più vaga appare magari la rappresentazione del parco di casa Weill piuttosto che le ambientazioni vicino alle cascate o certi volti di Ned e Poe, molto stilizzati.
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Dal punto di vista della continuity, forse il lettore gradirebbe meno distanza tra un episodio e laltro... La trama è incalzante, complessa, richiede attenzione e memoria, e noi non ritrovavamo Hogan dal numero 58... Del resto, dal punto di vista della collana, il lettore gradirebbe più episodi a sfondo storico, più leggende indiane, più sviluppi sentimentali tra Ned e le sue donne, più aspetti orrorifici, più donne nude, più, più, più... La copertina di Frisenda: un fantasma dacqua sotto le cascate e un Ned che più che vedere avverte la presenza. Evocativa.
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