Nella tana del lupo
di Emanuele De Sandre
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La cover dell'albo
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Primo assolo di Tito Faraci su Diabolik: l'apprezzato autore disneyano, da un paio d'anni a
tutto regime sia per Bonelli che per Astorina, firma per la prima volta sia soggetto che sceneggiatura di un avventura
del re del terrore.
Faraci si mette duramente alla prova decidendo di rinunciare ad alcuni punti di forza del figlio maledetto delle sorelle Giussani:
l'ispettore Ginko, suo nemico prediletto; i trucchi ipertecnologici; le vie di fuga allestite per tempo.
L'originalità dell'albo, a nostro avviso, sta soprattutto nell'implicita sfida che Diabolik lancia ai derubandi: in un laboratorio
segretissimo nascosto su un alto e irraggiungibile monte si può cambiare identità, letteralmente da capo a piedi, previo pagamento di
un milione di euro in diamanti. Ecco la sfida che "lui" (direbbe Eva) lancia, ripulire le casseforti dell'inespugnabile
castello (la tana del lupo del titolo) sfidando con i suoi impeccabili cambi di identità la banda di presunti professionisti del lifting
e della liposuzione. Come a dire "guai a chi osa mettere in dubbio il primato del re del terrore nel mascheramento!"
Nell'albo si possono poi scorgere altre tracce dell'autore dei testi:
- a pag.8 Diabolik dice ad Eva a proposito di un gioiello appena prelevato: "Ti ricordi? Stavamo per rubarlo qualche anno fa...". E'
la dimensione del ricordo, del tempo che scorre. Faraci ha già compiuto con grandissimo successo questa delicata operazione con
Topolino in alcune delle sue più note storie disneyane, alcune delle quali troviamo raccolte nel volume "Topolino Noir"
edito dalla Einaudi. Qui è solo un cenno, un abbozzo, ma è chiaro il desiderio di restituire Diabolik a una realtà temporale che,
con il dono della memoria, renderebbe le avventure del ladro dagli occhi di ghiaccio ancor più emozionanti.
- Sceneggiatura curatissima. Il susseguirsi di campi e controcampi, esterni, zoom, primi piani, mezzibusti e quant'altro denota
una massiccia dose di dettagli nella descrizione delle sequenze.

Vignetta d'apertura, gesto classico
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Detto dei pregi, nel suo complesso la storia lascia al lettore un senso di freddezza, e non è certo per la location d'alta montagna delle ultime pagine. Manca un cattivo di spicco, un nemico più nemico degli altri. Ma Faraci sapeva di andare incontro a questo rischio quando ha scelto di rinunciare a Ginko e di affidarsi a un gruppo di cattivoni a tutto tondo piuttosto che a una figura centrale un po' più ambigua e sfaccettata.
Come ben sappiamo, in genere i disegni non sono il pezzo forte degli albi Astorina, nonostante tutto però ci sembra che nelle tavole in questione il duo Ricci & Paludetti sia stato particolarmente deficitario nei chiaroscuri, a nostro avviso fondamentali in questa serie profondamente intrisa d'atmosfere noir e pulp. Nessuna critica in particolare alle anatomie o alle inquadrature, solo una sensazione generale di eccessiva sobrietà in molti interni e qualche volto un po' legnoso, di quando in quando.
5/7
Diabolik anno XLI n°2 - Nella tana del lupo Soggetto e sceneggiatura di Tito Faraci – Disegni: A. M. Ricci e
Franco Paludetti
(Astorina) 120pp b/n, £ 3.000/Euro 1,55, brossurato, mensile
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