ubcfumetti.com
Indice del SitoNovità !Cerca nel SitoScrivi a uBC
MagazineRecensioni




" Colui che dimora
nelle tenebre "


In questa pagina:
Testi
Disegni
Globale

Pagine correlate:

Altrove. Ecco spiegataci come, dove e quando nasce questa mysteriosa "organizzazione".

Qualche demone vi molesta, Altrove troverete un valido aiuto
recensione di Roberto Giammatteo



TESTI
Sog. e Sce. Alfredo Castelli e
Vincenzo Beretta
   

Prima di dire ciò che penso di questa storia, invito tutte quelle persone in grado di trovare delle motivazioni che possano indurmi a cambiare il giudizio positivo sull'albo Colui che dimora nelle tenebre a scrivermi. Io ritengo che sia molto improbabile che qualcuno possa dare un giudizio negativo a questo storia, sia che si parli di soggetto, sceneggiatura o disegni. L'idea di sfruttare personaggi realmente esistiti ed introdurli nelle storie di Martin Mystère non è nuova in questa serie bonelliana. In questo albo, a differenza di altri in cui la storia reale è solo un pretesto che permette l'entrata in scena del detective dell'impossibile, è la realtà storica con i suoi personaggi (di un passato non troppo remoto, almeno in questo caso), la vera protagonista.
Infatti, il duo Alfredo Castelli & Vincenzo Beretta (in perfetta sintonia tra loro) sfrutta personaggi realmente esistitti, del calibro di Thomas Jefferson e Benjamin Franklin, protagonisti di una vicenda alquanto mysteriosa, rendendoli, in un certo senso, "progenitori" del moderno Mystère, essendo i fondatori di Altrove, la base segreta divenuta col tempo uno degli elementi cardine delle vicende dell'eroe creato dallo stesso Castelli.

Il duo Alfredo Castelli & Vincenzo Beretta sfrutta personaggi realmente esistiti, del calibro di Thomas Jefferson e Benjamin Franklin, rendendoli protagonisti di una vicenda alquanto mysteriosa.    

I personaggi già citati di Franklin e Jefferson sono molto ben descritti e caratterizzati, tanto che alla fine del racconto sembra quasi di averli conosciuti di persona. Questo vale anche per Jean Louis Bientot, cooprotagonista, al pari della "strega" Amanda, dell'intera vicenda. Ed è proprio quest'ultima l'unico personaggio che c'è ma che alla fine avrebbe potuto anche non esserci; si ha l'impressione che con lei o senza di lei la vicenda si sarebbe potuta dipanare ugualmente in maniera avvincente ed intrigante, senza discostarsi poi tanto dalla storyline di base. Di questa "indifferenza" soffre anche il personaggio "guida" di Amanda, scarsamente caratterizzato, che le appare in maniera ricorrente in sogno. Questo ci porta dritto dritto al punto debole di questa vicenda: il finale.
Non è la prima volta, e non sarà certamente l'ultima, che il finale di una storia dia l'impressione di essere un po' affrettato. La trasformazione dello Shoggoth da mostro semiumano a diavolo vero e proprio non è delle più convincenti, anche dal punto di vista grafico, dato che fino al quel punto era stato raffigurato come uno dei tanti demoni descritti più volte da uno dei "mostri sacri" dell'incubo, H. P. Lovercraft, mentre dopo la trasformazione risulta essere un diavolaccio di "cristiana memoria". Visto che si parlava già da tempo di questa storia (destinata in principio a Zona X) era il caso di attendere un altro paio di mesi per allestire un finale degno del resto dell'albo. Nonostante ciò speriamo caldamente di ritrovare un seguito a questi racconti incentrati sulle vicende passate di Altrove.
P.S. - Voci di corridoio parlano di Sherlock Holmes e di un certo Giuseppe Palumbo. Ai posteri l'ardua sentenza.

Per le varie curiosità vi rimandiamo alla Scheda della Storia.


DISEGNI
Dis. Erasmo Dante Spada
e Claudio Piccoli matite da pag. 122 a pag. 155
   

Con la prima storia realizzata per Bonelli, La Strega (pubblicata su Zona X n.27) l'autore barese aveva già dato prova del suo enorme talento. Ora con la Storia da Altrove, ha disegnato un'opera veramente eccezionale; potendolo fare, avrei dato certamente una valutazione superiore al "misero" 7/7, che per noi di uBC rappresenta il massimo, vista la bellezza e l'enorme impatto visivo delle tavole. Alcune in particolare, poi, sono dei veri e propri affreschi a fumetti, vedi ad esempio le varie pagine raffiguranti scenari piovosi (uno per tutti è a pag. 7 vignetta 1), o la dovizia di particolari della stufa a pagina 8; ma, ce ne sarebbero talmente tante da citare che non basterebbe un articolo intero.
E' impressionante la sua capacià di rendere al meglio sia luoghi, senza distinzione tra architettonici o naturali, che persone, dalla gamma espressiva dei volti molto variegata; riesce ad alternare, sempre con ottimi risultati, tavole in cui usa un tratteggio appena accennato, ad altre con un tratteggio più marcato ed evidente, fino ad arrivare a dei bianchi e neri estremi, in perfetto stile Frank "Sin City" Miller (e non venite a dirmi che non lo conoscete) soprattutto quando raffigura il demone Shogguth. Alle pagine 37 e 38, rispettivamente vignetta 5 e vignetta 1, mostra anche una buona verve umoristica descrivendo al meglio una fuga a gambe levate dell'impaurito Jefferson.
Il suo più grande "difetto" è la lentezza nel disegnare una storia completa che non ci permette di assaporare frequentemente le sue tavole ma che gli consente sicuramente di mantenere un'altissima qualità nei suoi lavori; allora, di questi tempi, meglio godersi poche tavole ma buone. Da sottolineare, infine, l'ottimo lavoro sotterraneo effettuato da Claudio Piccoli, chiamato a realizzare le matite da pag. 122 a pag. 155 per poter permettere di portare a compimento il lavoro entro i tempi prestabiliti.



GLOBALE
 

Dare un giudizio complessivamente positivo a questo albo è fin troppo facile soprattutto dopo aver parlato bene degli autori e del loro lavoro (soggetto, sceneggiatura e disegni); se a tutto ciò si somma una copertina doppia, stile Almanacchi, veramente ben realizzata da Giancarlo Alessandrini (e sarebbe stata ancor più bella se fosse stata usata la stessa tecnica impiegata per le cover di Zona X) i giochi sono fatti.
Il punto forte di quest'albo, però, a mio modesto parere è un altro, e cioè il non aver deluso le aspettative createsi dal momento in cui si era sparsa la voce della realizzazione di queste Storie da Altrove. Purtroppo troppo spesso accade l'esatto contrario: più le storie sono attese e più poi deludono i lettori. Quello che invece non mi va proprio giù è il logo che compare nella parte centro/alto della cover, mi sembra un poco fuori luogo. Avrei visto meglio una caratterizzazione in stile con l'era in cui è ambientata la vicenda. A questo punto, quindi, non ci resta che attendere un degno seguito annuale, se non addirittura semestrale, creando una vera e propria collana di storie (visti i Maxi riempitivi, non mi sembra che questa eventuale serie possa sfigurare). Per chiudere vorrei rivolgere un appello a Castelli & Beretta: rispolverate dal cassetto dove è stata riposta la serie, fill-in di Martin Mystère, denominata in fase progettuale Atlantis Tales. Restiamo tutti in attesa di vostre buone nuove.
 

 


 
(c) 1996 uBC all right reserved worldwide
Top
http://www.ubcfumetti.com §