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" Il segreto delle Ombre Diafane"


Pagine correlate:

Il mistero della città delle Ombre Diafane si avvia alla conclusione definitiva, mentre Java incontra il suo passato e Martin torna ad Agarthi...

Sandarta? Ce l'ho! Anche doppione . . .
recensione di Marco Spitella



TESTI
Sog. e Sce. Vincenzo Beretta con la
collaborazione di Alfredo Castelli
   

Si, va be', ma le Ombre Diafane, che c'entrano? Mi è sembrato fuorviante intitolare questo Gigante a dei personaggi così marginali nell'economia di questa storia da comparire soltanto in due brevi flashbacks.
Ben più corretto sarebbe stato, eventualmente, un "Segreto delle Nobili Scimmie" oppure un "Segreto della città nascosta" o ancora una "Minaccia dalle Pleiadi"...:-)

Mettendo ora da parte questi piccoli sofismi, vorrei dare il bentornato al Buon "Vecchissimo" Zio Marty, quello "iniziato", quello "prescelto", quello destinato ad incontrare genti di altri mondi e a salvare l'umanità. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che queste sono le "solite cose del solito Martin", non senza ragione per altro, ma quella a cui ci riferiamo è l'atmosfera generale della vicenda, che ci ha riportato col ricordo alle tante avventure nelle quali il "triangolino" sulla fronte del Detective dell'Impossibile ha avuto un ruolo di primo piano.

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Arrivano gli alieni, disegno di Filippucci - (c) 2002 SBE

Anche questa storia, come quelle presentate nei Giganti precedenti, aveva il dichiarato intento di tirare le fila di vicende lasciate in sospeso nel corso degli anni, e ci sentiamo di affermare che lo scopo è stato raggiunto anche se, come al solito, per ogni "buco" riempito, altri se ne aprono... Ci riferiamo, in particolare, all'introduzione di una nuova razza aliena tra quelle che, nell'universo mystèriano, hanno influito sullo sviluppo della civiltà umana. In passato abbiamo incontrato, tra i "maestri" dell'umanità, i Tuatha De Danaan, gli Elohim, i Kundingas, i Titani, e ora, in questa storia, incontriamo gli abitanti dele Pleiadi... acquista fondamento il sospetto che la nostra cara vecchia Terra sia una sorta di autogrill galattico...

Certo, i "fratelli delle Pleiadi" sono i responsabili della distruzione di Altrove al termine della saga della Magic Patrol pubblicata in Zona X, ma le vicende di quella collana sono, a nostro parere, parallele, se non estranee, a quelle del "canone" mysteriano, per cui i Pleiadiani (o Pleiadestri?..) sono da considerarsi una "new entry" tra i personaggi legati al BVZM. Ed è questa presenza ad aprire, forse, la falla più evidente in un soggetto altrimenti ottimo, nel quale sono presenti il nazismo esoterico, Atlantide e Mu, Agarthi, sette misteriose, maestri occulti e città perdute ed in cui lo status di iniziato di Martin ha un ruolo fondamentale. La presenza dei Pleaiadesi(?! :-)), produce una grave "virata" nella continuity di Martin, con l'attribuzione della catastrofe che ha distrutto Mu e Atlantide non alla "pazzia" di un satellite militare, come "conoscevamo" fino ad oggi, ma ad un diretto intervento a scopo di ritorsione da parte di una razza aliena.

Questa scelta indebolisce l'impalcatura filosofico-culturale alla quale si "appoggia" il mondo di Martin, facendone scomparire uno dei pilastri: se non è stato il dissennato uso della tecnologia e della magia ad originare la catastrofe, che senso hanno gli Uomini in Nero? Perchè si sarebbero dovuti affannare nel corso dei millenni a nascondere le tracce di quel passato? Perchè contrastare Martin, e quelli come lui, che avrebbero potuto riportare alla luce le vestigia, e le tecnologie, di quel remoto tempo? Dando per scontato che essi conoscessero, e non potrebbe essere altrimenti, la verità sulla vicenda, non sarebbe stato più logico, perseguendo gli scopi originari della Compagnia Nera, ricercare e gestire le tecnologie allo scopo di evitare un nuovo intervento alieno e favorire un naturale sviluppo della civiltà umana? E ancora, chi ci dice che Atlantide e Mu non fossero, contrariamente a quanto creduto da Martin, Orloff e da altri "archeologi non allineati" (per tacer di noi lettori delle avventure del BVZM...), colonie di qualche progredita civiltà aliena, magari avversaria dei Pleiadiani?

La sceneggiatura che si appoggia su questo "tradimento", comunque, è assai ben strutturata, lineare e "morbida", e procede senza sussulti o colpi di scena seguendo un sicuro filo logico nel quale anche i flashbacks si integrano senza alcun attrito. Manca, forse, un po' di azione, ma l'impostazione analitico-deduttiva della ricerca della soluzione seguita da Martin e Kawah non si sarebbe conciliata bene con scazzottate galattiche ;-).

Buono anche il lavoro sulla caratterizzazione dei personaggi, anche se, forse la figura del Maestro di Celaphas avrebbe meritato maggior spessore (in quanto uno dei "cattivi" potenzialmente più pericolosi incontrati dal BVZM) e che a una vecchia amica come Avalon Hillman avremmo desiderato venisse concesso più spazio di quello riservatole nella vicenda.



DISEGNI
Lucio Filippucci    

Un lavoro di altissimo livello quello di Filippucci. Volti espressivi, distruzioni feroci, astronavi aliene, ambientazioni inquietanti, notti suggestive e paesaggi esotici: c'è veramente di tutto, e questo tutto è realizzato da una mano particolarmente felice. Se a questo aggiungiamo la fedeltà nellla caratterizzazione di Martin, Java e Diana, otteniamo un lavoro perfetto...

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Martin e il Sandarta, disegno di Filippucci - (c) 2002 SBE

Buona anche l'illustrazione di copertina realizzata da Alessandrini, che riassume efficacemente la vicenda presentandone tutti i protagonisti (ad esclusione del Sandarta).



GLOBALE
 

Una storia efficace, nella quale tornano tra noi quasi tutte le tematiche trattate dal Detective dell'Impossibile sin da quel lontano giorno del 1982. Sarò monotono, ma ricordo a chi legge che questa parte delle mie recensioni è sempre riservata al punto di vista del "semplice lettore", e mettendomi nei panni (e nella penna) del semplice lettore, anzi, del lettore occasionale, posso dire di aver piacevolmente trascorso un'ora di un pomeriggio di settembre lasciandomi trascinare dalla Mongolia alla Bolivia passando (sottoterra) per Agarthi alla ricerca di un oggetto mysterioso da consegnare ad una popolazione aliena per poi ottenere in cambio il segreto di un altro oggetto mysterioso che... Credo che abbiate capito cosa intendo dire. Tanti elementi presenti, il nostro Buon Vecchio Zio in piena forma, il ritorno di Kut Humi in un ruolo più pregnante di quelli a lui riservati ultimamente e, allo stesso tempo,comprensibile anche ai "neofiti", accordi galattici e punizioni terribili, il tutto fuso in un unicum tutto sommato armonico e credibile.

Interessante la consueta parte redazionale, con la tradizionale "presentazione" della storia dalla viva voce del BVZM e l'altrettanto tradizionale "dietro le quinte" finale. In conclusione due piccole note in contraddizione: un aumento di prezzo assai consistente (che, dubitiamo, nemmeno la perorazione di Castelli a pagina 2 riuscirà a fare accettare facilmente) abbinato ad una diminuzione del numero delle pagine che, oltre tutto, penalizza anche la storia, fecendola risultare un po' "stretta" mentre alcune delle vicende avrebbero, magari, tratto giovamento ad un respiro più ampio.
 

 


 
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