ubcfumetti.com
Indice del SitoNovità !Cerca nel SitoScrivi a uBC
DatabaseSchede





  La grande illusione
Codice: [103] 94pp
Rating:
scheda di Pietro Paolo Miani


In due parole. .

Gli indiani Yahi sono buoni e risvegliano i migliori sentimenti di ogni uomo, donna e bambino. Vivono in armonia con la natura. Sono stati derubati della loro terra e dei loro diritti, sono stati sterminati e creduti estinti per quasi ottant'anni, ed ora hanno ripreso contatto col mondo degli uomini bianchi. Non vogliono vendetta: chiedono solo un posto dove vivere e tanta, tanta solidarietà. Iniziative in loro aiuto sorgono numerose e presto gli Yahi vengono soccorsi. Martin Mystère però non condivide tanto slancio. Il Buon Vecchio Zio Marty è forse un razzista?


Note e citazioni

  • pag.5, il poster della trasmissione di Martin "Mystère's Mysteries" rappresenta il teschio di cristallo (vedi n.11/12 ).
  • pag.15, il libro di Vincent Von Hansen sugli Yahi risulta pubblicato dall'editore Littlegood. Chissà se di nome si chiama Serge?
  • pag.43, la storia di Ishi, l'ultimo degli Yahi, è raccontata anche in Ken Parker (vedi lo speciale n.4 "Faccia di rame").
  • pag.52, a giudicare dall'espressione del mascherone tribale appeso alla parete, Diana ha sbattuto la porta davvero forte.

Incongruenze
  • pag.10, prima vignetta, il nome del prodotto sul pacchetto di caramelle Poppy Yahi è scritto "Poppy Yhai"
  • pag.66, Martin sostiene che la "faccenda" dell'Iraq (la guerra del 1991) poteva essere risolta "senza spargimento di sangue". Questa affermazione è coerente con il carattere pacifista del personaggio, ma non con la puntualità con la quale Martin prende posizione su controverse questioni di attualità (e lo ha fatto più volte), offrendo una posizione alternativa "non generica".
  • pag.94, Diana manda in tilt il computer della base atlantidea (che la stava controllando mentalmente) compiendo un atto di volontà autonoma. Appare incredibile che gli scienziati di Atlantide non avessero previsto una simile eventualità e inserito, magari, qualche sistema di sicurezza.
  • pag.91, all'interno della base atlantidea si vedono due persone prigioniere, collegate a macchinari che le analizzano. Martin le definisce "le vittime più recenti delle loro analisi", ma nè lui, nè Java o Diana si interessano di accertare se sono vive o morte, e non impediscono (pag.97) all'uomo in nero che li ha seguiti di fare saltare in aria l'intero complesso con i corpi di questi sventurati all'interno. Questo comportamento indifferente è l'antitesi del carattere di Martin, più di qualunque altro evento nella ormai ventennale storia della serie.

Perchè è da ricordare?
    Lotti e Castelli ci offrono una storia che difficilmente perderà di attualità. Il racconto parla della solita "macchina atlantidea" che, questa volta, influenza la volontà delle persone facendo leva sui loro sensi di colpa e, addirittura, sulle loro virtù. La macchina studia la mente di coloro che si trovano nella sua sfera d'influenza, risale ai loro punti deboli e determina su quali di questi si può far leva al fine di scatenare comportamenti irriflessi; in questo caso deduce che i punti deboli degli statunitensi sono: il senso di colpa verso gli indiani, la scarsa attenzione all'ecologia e l'eccessivo consumismo. La macchina induce un'isteria di massa che convoglia tutta l'attenzione del popolo americano verso la tribù indiana degli Yahi (in realtà, organismi sintetizzati artificialmente dalla macchina stessa); coloro che non vengono immediatamente influenzati lo saranno poi dall'esempio altrui, dalla pressione sociale.
    Azzardiamo un confronto con una storia molto nota, che è assurta al rango di archetipo:
    nel "Faust", il protagonista è tentato dal diavolo Mefistofele, al quale cede la propria anima in cambio di un vantaggio personale; Faust ha il controllo delle proprie scelte, la sua rinuncia alla salvezza dell'anima in cambio di una vita più lunga è egoistica e meditata e ci appare del tutto comprensibile, se non condivisibile.
    In questo racconto l'impulso a soccorrere gli Yahi è invece del tutto altruistico, almeno a livello cosciente; le persone influenzate non si ripromettono alcun vantaggio personale al di fuori della soddisfazione per aver fatto quello che ritengono giusto. Viene così suggerito dagli autori che un pericolo ancora più grande dell'egoismo possa essere il bisogno di catarsi, di redimere la propria anima. L'impulso all'altruismo (almeno sotto l'influenza dei marchingegni atlantidei...) inibisce una seria valutazione della moralità delle proprie azioni; si può perdere la propria anima anche volendo fare del bene.
    Questa è una storia che, pur con qualche pecca narrativa, esalta il personaggio di Martin nelle sue qualità "positive" e "razionali"; è anche una metafora sulla facilità con cui è possibile far aderire le persone ad una "giusta causa", e sulla potenziale pericolosità di ogni ideale che esiga di essere perseguito "senza pensarci su".


La frase

  • Aaron alla sua segretaria: "Come si chiamano quei tipi, Janet?
    Janet: "Yahi, signore. Si chiamano Yahi... e sono tanto buoni!"

Personaggi

Martin Java Gli Yahi Von Hansen, Vincent antropologo, amico di Martin Diana Aaron produttore del programma "Mystère's Mysteries" Janet segretaria di Aaron Aka capo degli Yahi Navone, Kelly giornalista televisiva Ishi [+] l'ultimo degli Yahi "storici", morto nel 1916 Uomo in nero

Locations

Casa di Martin Mystère New York Strade di New York Palazzo del network televisivo ABC New York Città degli Yahi Sierra Nevada, Arizona

Elementi

Yahi tribù nativa americana, sterminata dai bianchi Persuasione occulta Mass media Sfruttamento commerciale delle cause umanitarie Craze isteria collettiva Sensi di colpa della società americana Arma di Atlantide per il controllo emotivo
 

 


 
(c) 1996 uBC all right reserved worldwide
Top
http://www.ubcfumetti.com §