Uomo senza memoria, L'
colpito da amnesia, Martin indaga su un'invenzione di Guglielmo Marconi
Scheda di C.Di Clemente | | martinmystere/
Uomo senza memoria, L'
- Trama
Colpito da una completa amnesia Martin Mystère, in compagnia del commissario Nadia De Pascali, indaga a Roma sulla misteriosa morte di Don Francesco, mentre dal passato riemerge un'invenzione "incredibile" di Gugliemo Marconi. E, nell'ombra, una terribile minaccia pende sulla Città Eterna.
Valutazione
5/7
sceneggiatura/dialoghi
6/7
disegni/colori/lettering
6/7
copertina di Giancarlo Alessandrini
disegni (matite e chine) di Giancarlo Alessandrini
Annotazioni
Il Buon Vecchio Smemorato (e Marpione) Zio Marty
Nei primi progetti della serie il legame tra Martin Mystère e l'eterna fidanzataPoi, con il tempo, la relazione tra Martin e Diana è diventata una convivenza quasi matrimoniale (e a un certo punto è sparito anche quel "quasi") e il BVZM ha conosciuto altre donne soltanto da un punto di vista rigidamente professionale, senza mai perdere di vista la donna della propria vita né tradirla... stavolta neppure con il pensiero.
Il tema della nascita di un rapporto più che affettuoso tra Martin e una donna diversa da Diana non è quindi mai stato veramente sfruttato nella serie. Paolo Morales lo recupera in questa storia d'ambientazione romana, con l'artificio narrativo dell'amnesia, "liberando" Martin dal suo passato ma preservando la sua onniscienza. In una dinamica e scoppiettante trama, tra omicidi, complotti internazionali, segreti del Vaticano e pagine poco note del passato del nostro paese, Morales sfrutta la sua predilezione per le sfumature psicologiche narrando, un poco alla volta, il principio di un sentimento tra Martin e l'affascinante commissario
Martin e Nadia, un attimo prima della fine (?)
disegni di Giancarlo Alessandrini, Martin Mystère n.298, pag.141
(c) 2008 Sergio Bonelli Editore
Alla fine dell'albo, recuperata la memoria, i due, un po' imbarazzati ma grati l'uno all'altra per i pochi giorni vissuti a fianco, si salutano in una sequenza carica di intensità nei dialoghi e negli sguardi, seguita da un'altra in cui Martin parla brevemente al telefono con Diana che, scelta efficace, non si vede mai. Solo per un attimo, senz'altro imputabile al sovrapporsi tra le emozioni degli ultimi giorni ed il recupero della memoria, sembra persino di scorgere in lui un velo di tristezza.
I disegni puliti e dinamici di Giancarlo Alessandrini arricchiscono, nelle sequenze d'azione e nelle espressioni dei personaggi, uno degli episodi più inconsueti di Paolo Morales, il "trasformatore" che, senza tradire il personaggio, ha creato una sua serie nella serie. Per la fortuna dei lettori di Martin Mystère.
Note
- A proposito del mystero al centro dell'episodio (il "raggio della morte" realizzato da Guglielmo Marconi per conto di Mussolini) citiamo quanto riportato nella rubrica "I misteri di Mystère":
Le notizie a proposito del "raggio della morte" di Marconi [...] cominciarono a circolare poco prima dello scoppio della Seconda Guerra, in un periodo caratterizzato da un'intensa propaganda di regime. Nel volume Mussolini Sans Masque (Fayard, 1973) Rachele Mussolini raccontò che il marito le aveva detto che Marconi stava costruendo un apparecchio in grado di fermare i motori a distanza. Contrariamente ai suoi predecessori, Marconi smentì più volte di essersi occupato di simili progetti; sicuramente, però, a quell'epoca stava lavorando a un apparecchio che gli inglesi misero a punto indipendentemente qualche anno dopo e che battezzarono Radar.
- L'altra idea portante dell'episodio è l'amnesia che, in seguito ad uno shock, ha colpito Martin Mystère, che ricorda tutto quello che ha appreso per averlo letto o sentito dire (memoria semantica), ma non quello che è associato alle sue esperienze dirette (memoria episodica, come il proprio nome, la moglie
Diana ecc.). - Pag.115, dovendo scegliere un nome con cui farsi chiamare, Martin sceglie quello di Ismaele, la voce narrante del romanzo "Moby Dick" di Melville.
- Pag.116, Martin e l'affascinante commissario
Nadia De Pascali si baciano. A sua discolpa, è ancora senza memoria e subito dopo mormora, senza sapere perché, il nome Diana, indispettendo un poco il commissario. Per il resto, soltanto a pag.141, quando pensano di essere sul punto di morire per l'arrivo di un missile nucleare, i due si danno del "tu". Al momento dei saluti finali Martin e Nadia sono già tornati a darsi del "voi". - Per ritrovare un Martin che tradisce l'ex-eterna fidanzata Diana, dal 2002 ufficialmente moglie (questa volta consapevolmente e spassandosela un intero pomeriggio) occorre risalire agli albori della serie (n.16). A quell'epoca il detective dell'impossibile e la sua relazione con Diana erano ancora under construction, e la sequenza di quell'unico tradimento venne cancellata dalle versioni internazionali della storia.
- Pag.142-143, in otto vignette Martin recupera la memoria rivedendo i momenti salienti della sua vita. Curiosamente, nessuno di quelli riguarda
Java , il fidatissimo compagno di avventure. - Nella rubrica La posta mysteriosa il creatore di Martin Mystère, Alfredo Castelli, racconta per una volta una sua questione personale, vale a dire la sua ormai completata guarigione dalla rarissima Sindrome di Guillain-Barré che lo ha allontanato per qualche mese dalla serie (impedendogli, tra l'altro, anche di scrivere il n.300). Con il consueto stile ed umorismo, riesce ad utilizzare questo spunto personale per fornire approfondimenti mysteriosi.
Incongruenze
- C'è confusione sul cognome di
Elia , l'artefice della compravendita del "raggio della morte". A pag.54 una sua ex-vicina di casa lo chiama "Damato", mentre a pag.111 Nadia lo chiama "Donati". - Pag.61, un giovane dice "Un silenzio così, a Roma, l'ho sentito solo prima dell'ultimo rigore di Materazzi!". Con ogni probabilità si fa riferimento alla finale di Berlino del 9 luglio 2006 che ha visto l'Italia calcistica vincere il suo quarto titolo mondiale contro la Francia ai rigori: in quell'occasione, però, l'ultimo rigore è stato calciato da Fabio Grosso (Marco Materazzi realizzò il secondo).
- Pag.122, un flashback rivela come mai nessuno avesse denunciato la scomparsa di Martin: il detective dell'impossibile, fidandosi, ha seguito alla lettera la supplica di Don Francesco di recarsi a Roma senza avvisare nessuno, neppure la moglie Diana, della sua destinazione. Tanta segretezza, necessaria dal punto di vista narrativo per allungare l'escamotage dell'identità ignota dello smemorato Martin, appare tuttavia forzata e immotivata.
La frase
-
Nadia: "Ora sappiamo che siete una persona di una certa notorietà. Nel giro di uno o due giorni avremmo comunque scoperto la vostra identità... ma avete pensato che, se non vi fosse tornata la memoria, la moglie dalla quale ora state per tornare sarebbe per voi una sconosciuta... e lascereste qui l'unica persona che conoscete davvero?...".
Martin: "Sì, ci ho pensato. Sarebbe stato un bel guaio..."
N: "Addio, Ismaele: ti auguro di essere felice."
M: "Anch'io, Nadia."
Il congedo tra Nadia e Martin, pag.148