

All You Need Is Kill
Una specie aliena ribattezzata Mimic ha attaccato la Terra. Non è nota la provenienza, non è noto il loro scopo, non sono note nè abitudini, nè cultura, nè la loro biologia. L'unica cosa certa è che hanno ucciso, dilaniandoli con i loro aculei, ogni singolo umano si sono trovati davanti.
Riuniti sotto la United Defense Force gli umani hanno tentato di difendersi, ma di fronte alla primitiva brutalità di un nemico corazzato ed in soprannumero hanno perso quasi ogni singola battaglia. Quasi.
Una squadra degli USA guidata dalla
Prima pensava fosse un sogno, ma ora sa che è vero: ogni volta che muore, viene riportato al giorno prima dell'assalto, sempre nella stessa identica situazione. Se combatte muore, se tenta di scappare muore, se si suicida... beh, muore...
E reinizia ogni volta.
Non ci sono scelte di fronte a lui: combattere in maniera sempre più efficiente, imparando da ogni errore, uccidendo un Mimic dietro l'altro fino ad essere l'ultimo a restare in piedi, morendo, morendo e morendo ancora. Cercando di far nascere una leggenda che rivaleggi con quella della Valkiria, della Full Metal Bitch.
All you need is kill è il manga tratto dal romanzo omonimo di Hiroshi Sakurazaka da cui è stato anche tratto il film
Pubblicato da Planet Manga, questa opera in due volumi vanta i disegni del veterano Takeshi Obata, ovvero il pennino dietro le quinte dei cult Death Note e Bakuman, mentre alla sceneggiatura abbiamo il relativamente sconosciuto Ryosuke Takeuchi che, per fortuna, dimostra di maneggiare piuttosto bene "i ferri del mestiere".
Partendo da un soggetto che ormai non sembra dover provare più nulla a nessuno, vista la generale approvazione ricevuta dal film, ci troviamo infatti di fronte ad una solida sceneggiatura tirata a lucido in quasi ogni sua parte: gli eventi sono ridotti al minimo indispensabile per presentare i personaggi i quali, a loro volta, con pochi pensieri, parole, azioni, ci fanno sapere più o meno tutto quello che c'è da sapere di loro. I dialoghi sono efficaci e diretti e creano il giusto legame con il lettore.
Quello che però merita maggiore approfondimento è sicuramente il tratto grafico. Chi scrive questo articolo non è mai stato un fan del tratto di un autore di grande successo come Takeshi Obata. I manga cult che lo hanno consacrato, i già citati Death Note e Bakuman, apparivano estremamente curati e precisi nel tratto e, per contrappasso, freddi ed accademici. Sembrava quasi che il disegnatore esercitasse su di sè una ferrea disciplina e si trattenesse dall'ostacolare la narrazione.
Dipenderà forse dal soggetto scarno ed essenziale, dalla sceneggiatura sintetica o dal taglio maggiormente "action" di quest'opera, ma in All you need is Kill, il tratto di Obata è tutto tranne che freddo: le scene di combattimento e quelle di introspezione psicologica sono "cariche" come raramente si è visto. La scelta delle inquadrature, la costruzione di tavola, il sovrapporsi di retine e chine è teso all'unico scopo di ottenere "l'effetto".
E ci riesce.
Tirando le somme, gli amanti della fantascienza e dei combattimenti con esoscheletri potenziati non possono perdersi questo primo volume. Troveranno pane per i loro denti ed arriveranno alla fine della lettura con la voglia di vedere come andrà a finire.
Il che, per un manga in cui il protagonista muore praticamente subito, non è decisamente un brutto risultato. All You Need Is Kill di Hiroshi Sakurazaka (storia originale), Ryosuke Takeuchi (adattamento), Takeshi Obata (disegni) - volume brossurato - b/n - Planet Manga - 4.20