Otaku Club Genshiken
Pubblicato dapprima ad episodi su Kappa Magazine, ed infine ripubblicato in singoli volumi nella collana "spin-off" KM Presenta, Otaku Club Genshiken si presenta come un prodotto molto anomalo, dato che è esattamente quello che il suo stesso titolo promette: la narrazione della scontata quotidianità di un club di otaku. E nemmeno parliamo di un club liceale, con l'eventuale ammiccamento ad un pubblico adolescente grazie a qualche graziosa ragazza o bel ragazzo, ma un club di universitari, nella media piuttosto sgraziati, fuori forma e, in sostanza, per nulla attraenti.
Foto di gruppo
(Da Sinistra) Madarame, Tanaka, Ono, Ogiue, Kuchiki (tagliato dalle pagine), Sasahara, Kugayama, Kosaka, Saki e la sorella di Sasahara
(c) 2002 Kio Shimoku
Come si accennava, il riferimento principe di questo manga, che ne accentua la peculiarità, non si trova tanto nella commedia fumettata giapponese quanto nella migliore "Sit-Com d'ambientazione" americana, basata integralmente sulla caratterizzazione dei personaggi e le gag ricorrenti che si costruiscono sulla loro interazione forzata in un ambiente più o meno "chiuso". Per questo motivo vale la pena di spendere qualche riga nella loro descrizione.
In ordine di apparizione il primo che incontriamo è
Altro personaggio fisso è
Destinati a uscire e rientrare periodicamente dalle quinte sono, invece, tre altri membri storici del club. Il fondatore e misterioso
Presenza più stabile è la prosperosa
Il cast, come ogni SitCom che si rispetti, procedendo si modifica: con l'uscita dei tre "senpai", entrano due nuove matricole. La prima,
L'opera di Shimogu non è mai pesante nè volgare ed impressiona la capacità di far ridere di eventi e personaggi a cui normalmente nessuno dedicherebbe un secondo sguardo, grazie alla riproposizione di ricette che, come accennato, richiamano un po' il manga comico contemporaneo e un po', come detto alla Sit-Com americana dei tempi d'oro.
Due personaggi abbiamo voluto caratterizzare per ultimi in quanto sono, di questa Sit-Com, i catalizzatori.
Il che non fa che sommarsi ai motivi di rimpianto della persona che ha avuto la sfortuna di innamorarsi di questo genio:
Pur tentando di rimanere un'opera "corale" come ogni Sit-com, Genshiken rapidamente va ad ancorarsi al punto di vista di Saki, estranea in un mondo che non capisce e che inizialmente si risparmierebbe volentieri di capire, circondata da persone che può solo maltrattare (con l'eccezione di Ono, con cui ha un rapporto contrastato di maternalismo/amicizia), la sua presenza dissonante diventa così il l'ingrediente immancabile di quell'umorismo del quotidiano di cui Genshiken si fa forza.
Sotto uno sguardo impietoso eppure per ragioni sentimentali "partecipato", le fanzines erotiche spacciate per oggetto di studio, i pellegrinaggi "rituali" alle fiere del fumetto e tutte le molteplici fisime degli otaku acquistano uno spessore che non è più puramente macchiettistico ma si presta ad essere goduto dal lettore che, comunque, si troverà sempre a parteggiare per la spietata e sfortunata bionda.
Altro elemento che rafforza l'appartenenza al genere è la limitatezza del campo di osservazione: si rimane persino un po' stupiti a vedere come in 9 volumi di narrazione trascorrano gli anni di una vita universitaria di cui non sappiamo quasi nulla. Della vita scolastica o lavorativa, delle possibili relazioni interpersonali e affettive fuori dal Genshiken, e delle spesso abusate possibilità comiche che queste offrono, Shimogu decide di fare a meno, come se volesse dirci che di tale microcosmo c'è fin troppo da mettere in commedia.
Il tratto grafico
Per quanto riguarda la parte grafica, possiamo notare che Shimogu si appoggia ad un disegno "classico" per il manga: sacrificando il realismo, seppure cercato, a favore dell'espressività anche grottesca. Trattandosi di una commedia di derivazione quasi "televisiva", non ci aspettiamo e non abbiamo piani "estremi" di rappresentazione ed il Piano Americano e la figura intera praticamente dominano la gamma delle inquadrature, mentre dettagli o campi lunghi sono praticamente assenti. Anche il tratto predilige toni smorzati: grande luminosità, retini chiari, chine date con precisione e prevedibile assenza di effetti speciali forti (abuso di linee cinetiche o di campiture ad effetto). Semmai è segno di un buon mestiere la capacità di far convergere costruzioni di tavola, sequenze ed inquadrature apparentemente banali in un accelerazione di ritmo che conduce all'effetto comico a sorpresa o, per opposto, diluirle in un calmo alternarsi di piani che porta alla risoluzione di un momento toccante. Più di una volta una sequenza di immagini quasi priva di dialoghi lascia il lettore emozionato e partecipe dei sentimenti dei personaggi. Personaggi di una commedia leggera, certo, ma mai macchiette.
Menzione a parte merita il tocco di classe dato dal sottotema Kujubiki Unbalance, abbreviato: Kujun: manga di culto, trasposto in animazione e poi oggetto di centinaia di parodie (erotiche e non) e decine di videogiochi amatoriali che spaziano dal gioco di arti marziali fino al più canonico videogioco erotico. Un merchandising molto esteso di cui le seconde e terze di copertina, più vari inserti redazionali, ci offrono una vasta panoramica, a tributo del successo di quest'opera... che, esattamente come l'animazione di robottoni
La valutazione finale di Genshiken non può che essere positiva e non si può che invitare chiunque l'avesse trascurato a riconsiderare l'acquisto della serie ora completa.
L'opera di Shimogu non è mai pesante nè volgare ed impressiona la capacità di far ridere di eventi e personaggi a cui normalmente nessuno dedicherebbe un secondo sguardo, grazie alla riproposizione di ricette che, come accennato, richiamano un po' il manga comico contemporaneo e un po', come detto alla Sit-Com americana dei tempi d'oro.
Otaku Club Genshiken, di Kio Shimoku (testi e disegni), Star Comics, serie conclusa di 9 volumi, brossurato - 5,00 euro