Ossessionati dalla parola "Psalms", salmi, e dai suoi anagrammi (soprattutto: "palmss", che suona come palme delle mani e foglia di palma), costoro uccidono e dissanguano per scrivere il Poema Maledetto, che porta con sè una profezia di distruzione e sovversione del potere regio.
Per fronteggiarli si muove la Squadra Diplomatica Segreta del Re e la sua combattente più potente:
La mancanza di correttezza storica diviene rapidamente un punto di forza grazie a quel fascino bizzarro ed un po' ciarlatano che hanno sempre esercitato i "Feuilleton" storici.
Questa a grandi linee la trama di Le Chevalier d'Eon, manga di ambientazione storica disegnato da Kiriko Yumei e tratto da un romanzo di Tou Ubukata già noto per l'apprezzabile Pilgrim Jaeger e nuovamente alla sceneggiatura anche per questo Chevalier.
I lettori che hanno già fatto la conoscenza con questo sceneggiatore sapranno probabilmente cosa aspettarsi dalla sua interpretazione "allegra" della Storia con la "S" maiuscola. Difficile quindi che rimangano stupiti nello scoprire che dietro Sphynx si cela
Nell'interpretazione di Ubukata, Sphynx è realmente due persone, Eon e sua sorella
La carrellata dei personaggi illustri non si limita chiaramente ad Eon ed al Re, ma vede agire su questo palcoscenico un giovane Maximilien Francois Robespierre, nelle vesti di assistente di Eon con lo pseudonimo di
Come si vede, il cast non lesina certo nell'uso di nomi famosi e, certo, fa un po' strano vedere personaggi storici muoversi in veste semi-supereroistica utilizzando abilità naturali o soprannaturali che non risultano negli annali. La sceneggiatura, però, impostata sull'azione serrata tende ben presto a fare dimenticare questi dettagli, dando ai personaggi dialoghi ed atteggiamenti che li caratterizzano piuttosto univocamente. L'unico forse a patire di un certo ritardo nella caratterizzazione è proprio d'Eon, che dovendo mascherare la sua doppia natura di agente segreto e di veicolo di una forza soprannaturale dietro la facciata di un imbranato agente dell'ordine pubblico perde di definizione rispetto a Lia/Sphynx che fin da subito si caratterizza come uno spirito vendicativo e ferito.
Dal punto di vista grafico il tratto di Kiriko Yumeji regge bene i testi di Ubukata. Non solo la cura nei particolari leziosi, fiocchi, trine, merletti, busti ed acconciature rende con una certa fedeltà la moda dell'epoca e da un tocco di bizzarria alle scene d'azione. Ma le anatomie incredibilmente slanciate ed asimmetriche, con un contrasto di muscolature tondeggianti e ossature spigolose, occhi enormi ma spesso strabici od obliqui, danno la giusta impressione di "grottesco". Le pose, la bizzarria dei costumi e degli atteggiamenti, poi, richiamano molto il maestro Hirohiko Araki ed il suo Le bizzarre avventure di JoJo. Infine la gestione delle tavole, dalla suddivisione in riquadri fino alla scelta di usare di volta in volta solo retini o solo inchiostri, permette ai personaggi di esprimere quella sorta di "minacciosa potenza" che ci si aspetta dai protagonisti di un manga d'azione a sfondo horror.
Arrivando alle conclusioni, Chevalier d'Eon si sta rivelando un valido manga d'azione che richiede, però, qualche numero per essere apprezzato pienamente. Il primo volume infatti obbliga il lettore a scontrarsi non solo con un personaggio che appare troppo ritagliato sulla figura di
Superato però questo primo impatto, il lettore viene coinvolto tanto dalla narrazione serrata, quanto dalla pura potenza espressa dai bizzarri protagonisti che si vanno definendo nelle loro personalità. La mancanza di correttezza storica diviene rapidamente un punto di forza grazie a quel fascino bizzarro ed un po' ciarlatano che hanno sempre esercitato i "Feuilleton" storici.
Gli amanti dei manga d'azione e gli orfani di quel senso del grottesco e del bizzarro che a lungo (forse troppo a lungo) avevano proposto Le bizzarre avventure di JoJo sono caldamente invitati a provare questi primi tre volumi.