Né bene, né male
Un manga alquanto singolare questo di Yua Kotegawa, meticolosa osservatrice della sensibilità umana, ma abile giocoliera nel celare agli occhi di chi a sua volta osserva, quello che non vuole si venga a conoscere.
I sentimenti, le velleità, i pensieri e le confuse idee dei protagonisti di questo fumetto ci vengono fatti passare davanti agli occhi come fantasmi trasparenti e senza voce, come spiriti immateriali che aleggiano inconsistenti ad una luce che quasi li nasconde quanto luminosi essi possano essere. Tutto si trascina in maniera leggiadra e la storia si dipana senza che ci accorgiamo che questo accada: e così sono passati due dei tre numeri finora pubblicati da Panini Comics di un manga fra i più onirici che finora ci siano capitati fra le mani (in totale saranno quattro).
Sinossi
Viene così a crearsi un equilibrio di esseri umani dall'improbabile coesistenza: Yuri, estremamente goffo, sempre impacciato e mai pronto a rispondere sensatamente alle provocazioni di Anne; Mitsuba, uno scontroso perditempo apparentemente brutale nel suo rivolgersi al mondo, ma radicalmente affettuoso all'atto pratico; Anne, la regina di ghiaccio, imperturbabile, assassina efferata eppure inaspettatamente “bambina” quando dorme, mangia o si confronta sessualmente con una donna reale.
Dove va la nostra società?
...combattere il crimine usando le sue stesse armi, scendere allo stesso livello della violenza al suo stato più puro...
Cosa ci appartiene di questo mondo descritto dalla Kotegawa? Pressoché tutto, visto che la fonte di ispirazione del manga è il Giappone attuale, con le sue asperità, le sue nevrosi, i piccoli dettagli della vita quotidiana, ma anche le grandi atrocità di cronaca nera, di perdizione e di subordinata acquiescenza a cui la società si fa sottomettere, mostrando talvolta il fianco già dolorante. Cosa scegliere quindi del mondo? Qual è il modo migliore per rendere giustizia al nostro animo disadattato? Chi può aiutarci a fare la scelta più opportuna nel momento esatto?
Sono interrogativi difficili, a cui al giorno d'oggi sembra impossibile rispondere, viste le molteplici contraddizioni ambientali: qualcuno ci prova, ma sa bene di non possedere il dono della saggezza e allora il ciclo ricomincia, in un nastro di Möbius infinito.
Manuale per vivere meglio
Anche Yua Kotegawa ci prova e lancia i protagonisti in questo vortice di eventi, in cui giustizia ed efferatezza omicida si mescolano fra loro producendo un risultato insolito, ma a quanto pare unico palliativo per un problema che non può essere affrontato in un singolo modo e da un solo punto di vista. Combattere l'organizzazione criminale usando le sue stesse armi, scendere allo stesso livello della violenza al suo stato più puro, permeando il bene di qualcosa che potrebbe essere incontrollabile, ma che potrebbe dare la reale svolta alla sconfitta del male. E se nel mezzo capita che qualcuno venga assassinato, la cosa appare quasi inevitabile, quasi scontata, come se l'evento debba essere necessario al compimento di un ordine superiore. Eppure, pur riconoscendola come cosa ineluttabile, pur sentendosi ipocriti, alcuni dei protagonisti cercano comunque di opporsi a questa regola imposta.
Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, letteralmente "Chi aspira alla pace, prepari la guerra": lo sa bene anche il commissario
...non c'è qui la lotta eterna fra bene o male: qui tutto è impastato e alla fine solo chi è più forte riuscirà a vincere...
Non c'è proprio più speranza allora per i due ragazzi di fuggire da queste due donne con una sanità mentale intaccata?
Forse una via d'uscita c'è: personaggi secondari eppure vivi e dalle spiccate personalità vengono immessi dalla Kotegawa per fornire un accesso ad un livello superiore di rinascita, spie luminose che potrebbero iniziare a lampeggiare qualora il pericolo si presentasse alle porte dell'animo. L'unico dubbio resta su quale forma possa assumere questa minaccia e soprattutto a quale delle due possa convenir cedere per ottenere la salvezza estrema: la Kotegawa è maestra nel rovesciare in continuazione la medaglia e mostrarci di volta in volta una possibile soluzione, che poi, tuttavia, si rivela solo un tassello di qualcosa di più esteso e di cui non riusciamo mai a scorgere il confine ben delineato.
Non è più quindi una questione di bene o male, non c'è qui la lotta eterna fra bene e male: qui tutto è impastato e alla fine solo chi è più forte riuscirà a vincere, sia psicologicamente che fisicamente, dopo che il sangue verrà versato a fiumi e la società, come al solito, ne avrà subito le solite innominabili conseguenze. E ne leggeremo sempre lì, alla pagina della cronaca, dove le realtà degli avvenimenti vengono fatte scomparire dietro il muro di gomma delle atrocità compiute dai folli che proteggono i loro sudici interessi.
Anne Freaks di Yua Kotegawa - Panini Comics, 13x18 cm, 192 pagg, brossurato b/n, collana Japan (76), € 4.90