Memorie del tempo perduto

un anziano Poe racconta tre storie dimenticate
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Memorie del tempo perduto
Magico Vento 131
uBCode: ubcdbIT-MV-131

Memorie del tempo perduto
- Trama

1912. L'anziano Poe racconta tre storie ad un giovane giornalista: un episodio dimenticato in cui lui e Magico Vento avevano intralciato un traffico d'armi di Hogan, una sua inchiesta giornalistica in un villaggio minerario e quello che è successo a Ned ed Estrella dopo la fine della serie.

Valutazione

ideazione/soggetto
 5/7 
sceneggiatura/dialoghi
 5/7 
disegni/colori/lettering
 5/7 
 72
data pubblicazione Dic 2010
testi (soggetto e sceneg.) di ubcdbGianfranco Manfredi
disegni (matite e chine) di ubcdbStefano Biglia
disegni (matite e chine) di ubcdbCarlo Raffaele Marcello
disegni (matite e chine) di ubcdbGiuseppe Matteoni
disegni (matite e chine) di ubcdbFabio Pezzi
copertine
Magico Vento 131<br>copertina di Corrado Mastantuono<br><i>(c) 2010 Sergio Bonelli Editore</i>
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Annotazioni

L'ultima magia

Lo speciale di Magico Vento è l'occasione per ripercorrere l'evoluzione della serie, dagli inizi sino al suo finale, grazie ad una cornice narrativa stimolante (il racconto di un anziano e scorbutico Poe) che raccoglie tre storie, diverse per epoca e tematiche.

La prima rivela, con una trama atipica anche per le avventure acerbe e under construction del primo anno di Magico Vento, un percorso che la serie avrebbe potuto seguire ma che poi è stato abbandonato. Si ritrovano con piacere i comprimari ed i nemici della prima ora in una vicenda non banale, ma ancora lontana dai plot che avrebbero caratterizzato gli apici della testata.

La seconda è un'indagine del giornalista: un "semplice" giallo, fedele alla caratterizzazione di Poe e sempre ben calato nel contesto storico e sociale dello scenario, come la testata ha peraltro abituato, a differenza di altre serie in cui la presenza frequente dell'elemento giallo denuncia spesso l'incapacità degli autori di caratterizzare il protagonista.

La terza storia è un finale aggiuntivo della testata, meno concitato di quello del n.130, che apre nuovi interrogativi sulla reale natura di Magico Vento e ci lascia con qualche dubbio ma anche, dopo tanta violenza, con pace e serenità.

Nel complesso è una lettura piacevole e dalle atmosfere variegate. Riuscito anche il comparto grafico, con la presenza di ben tre disegnatori su quattro all'esordio con Ned e Poe, tra cui va ricordata la prova, pubblicata postuma, del compianto Carlo Marcello.

Un buon sigillo finale per una serie di grande qualità.

Note

  • Più volte annunciato negli anni, lo speciale di Magico Vento esce come numero aggiuntivo alla serie appena ultimata, proponendo tre avventure raccontate da un anziano Poe, ritiratosi a vita privata in una casa sulle rive del Lago Michigan, ad un giovane giornalista.
  • Siamo nel 1912, circa 32 anni dopo gli eventi dell'ultimo episodio della serie regolare, quando Ned, conclusa la sua missione, scelse di ripartire da zero al fianco di Estrella.
  • Con l'eccezione del veterano Stefano Biglia, gli altri disegnatori di questo albo speciale sono tutti al loro esordio con Magico Vento. La cornice narrativa, lunga 14 pagine, è affidata a Giuseppe Matteoni.
  • Dall'ultimo racconto si scopre che Ned e Poe, in quei 32 anni, si sono rivisti fisicamente in una sola occasione. Come mostra l'ultima tavola dello speciale, tuttavia, il loro contatto medianico è ancora attivo.
  • Pag.170, l'anziano Poe si gode l'unico lusso che si è concesso: una moderna vasca da bagno! Un tema, quello dell'igiene personale, a cui è stato sempre molto sensibile durante i suoi spostamenti con Magico Vento.

    Il Ragno e il Coyote
  • L'episodio, lungo le canoniche 94 pagine, è illustrato da Carlo Marcello e doveva uscire nel primo anno di vita della serie. In essi si rivedono, infatti, parecchi personaggi di quel periodo, dagli amici (Coda di Toro, Rifiuta-di-Smettere, il Maggiore Eccles) ai nemici, vale a dire l'Hogan prima versione (spregiudicato affarista guerrafondaio) e il suo fedelissimo braccio destro Herbert (morto nel n.24 ma sconfitto definitivamente in spirito nel n.25), il trafficante Fender (prima apparizione nel n.6, morto nel n.14) e il falso frate Padre Sebastian/Groddek (prima apparizione nel n.14, morto nel n.15).
  • Come scrive Gianfranco Manfredi sul sito bonelli, quest'episodio
    [...]venne congelato per motivi di programmazione e, in seguito, non riuscimmo più a collocare, in quanto la serie aveva ormai intrapreso un altro percorso.
    In effetti l'episodio è coerente con i fatti pubblicati nei primi 7 albi della serie: Rifiuta-di-Smettere parla della recente morte di Cavallo Zoppo (maestro di Magico Vento, avvenuta nel n.6) e le sfumature dei dialoghi fanno intuire che lei e Poe non sono ancora fratelli adottivi (fatto raccontato nel n.13). Nel finale viene presa, tuttavia, una direzione incompatibile con i successivi sviluppi della serie. Ne "Il Ragno e il Coyote" Fender e Groddek, infatti, avendo fallito un incarico di Hogan, per sfuggire alla sua vendetta rompono il sodalizio con l'affarista di Chicago: a pag.103 Fender dice che scapperà in Canada, mentre Groddek, ormai smascherato dai veri frati, abbandona il convento ed annuncia ai suoi uomini di avere un piano (che porteranno a compimento nel n.15). Questo è inconciliabile con gli eventi del n.14, in cui Fender e padre Sebastian (alla sua prima apparizione "ufficiale" nella serie, di nuovo in convento, la sua vera identità di Groddek ancora ignota) sono ancora complici di Hogan. Neppure può essere che "Il ragno ed il coyote" fosse stato pensato per svolgersi dopo il n.14, poiché in quell'albo Fender è ucciso da Poe. Queste "incongruenze" sono manifestate, in parte, anche dal giornalista che ascolta il racconto di Poe, dicendo che "qualcosa non torna" e suggerendo l'idea che l'anziano Poe non ricordi più come si sono svolti esattamente i fatti.
  • "Il ragno ed il coyote", a posteriori, avrebbe fornito una spiegazione più verosimile dei motivi per cui Groddek aveva perso la protezione di Hogan ed abbandonato con i suoi uomini, di conseguenza, il convento. Nel n.15, infatti, la motivazione era stata individuata da Ned nel non essere riuscito a scatenare una guerra indiana (pag.72), riferendosi ai fatti del n.14. In quest'ultimo episodio, tuttavia, Padre Sebastian aveva recitato bene la sua parte, manipolando un giovane sciamano indiano, come ammetteva Hogan (pag.32-34): le vere responsabilità del fallimento erano di Fender. Ben più grave quel che combina Groddek in questo speciale, invece, in cui si fa fregare un carico d'armi nascosto da Hogan nel suo convento.
  • Il nome di Carlo Marcello compariva tra i disegnatori della serie sin dal "Giornale di Sergio Bonelli" in appendice agli albi di giugno 1997. Morto nel 2007, questo è invece il solo albo che ha disegnato per Magico Vento, avendo dedicato gli ultimi anni della sua carriera a Tex e Zagor.
  • Pag.14, incongruenza che decade "declassando" questo episodio a storia semi-immaginaria: Fender rivela a Hogan che Poe e il suo misterioso amico vanno spesso alla tribù Sioux di Coda di Toro. La scoperta di Fender è coerente con i fatti del n.6, poiché Magico Vento era stato da lui per chiedergli conto della decapitazione dello sciamano Cavallo Zoppo, nominandolo. Nella serie regolare, invece, Hogan non ha mai avuto questa informazione, altrimenti risulterebbe difficile credere che non ne avrebbe approfittato in qualche modo (come effettivamente fa, senza perdere tempo, ne "Il Ragno e il Coyote").
  • Pag.55, incongruenza assimilabile a quella del punto precedente: in presenza di Poe, Coda di Toro e Magico Vento parlano di Toro Seduto, già all'epoca in contrasto con Nuvola Rossa su come trattare con i bianchi. Nella serie regolare Toro Seduto sarà nominato per la prima volta soltanto nel n.39, in occasione della sua prima apparizione. In quell'occasione Poe, conversando con Ned (pag.7), dà segno di non sapere chi sia Toro Seduto.

    Poker col morto
  • L'episodio, di 61 pagine, è illustrato da Fabio Pezzi e racconta un'inchiesta giornalistica di Poe nel villaggio minerario di Garnet, in Montana, dove c'è stato un misterioso omicidio. Da quello che si legge, non sembrerebbe la prima inchiesta in assoluto di Poe come era stato invece riportato nelle anticipazioni dello speciale sul sito Bonelli in varie occasioni.

    Vivo o morto?
  • L'episodio, di 37 pagine, è illustrato dal veterano Stefano Biglia e racconta cosa è successo ai protagonisti dopo la fine regolare della serie.
  • Henry Task, dopo un periodo in Messico in cui è rimasto in contatto con Magico Vento, si è dimesso dai servizi segreti ed è tornato a recitare con l'identità fittizia di Fred Flanagan. Sorprendentemente, sul palco appare piuttosto arrugginito. Nelle sue missioni ambientate in teatro (n.50 e n.117), invece, colui che un tempo era il grande attore Dick Carr faceva ancora la sua figura sul palcoscenico.
  • Poe è tornato a Chicago, dove lo avevamo trovato sin dal n.1, quando ebbe inizio il suo esilio per sfuggire a Hogan. Anche la sua casetta sul lago Michigan, dove vive da anziano, non è lontata da Chicago.
  • Ned ed Estrella non hanno vissuto a lungo nella hacienda ereditata dalla bella messicana. La decisione di lei di lasciare le sue proprietà ai contadini, anziché venderle agli altri proprietari terrieri, ha scatenato una serie di tensioni sociali. Ned, tenendo fede al suo impegno di non impugnare più le armi, si lascia arrestare senza opporre resistenza dall'Inspector Guajardo, già conosciuto nel n.129. A pag.191 è invece Estrella ad impugnare le armi di Ned, prese in custodia nel finale del n.130, per salvarlo dalla prigionia.
  • Tornano i personaggi del professor Kurt ed il suo assistente Gunther, introdotti fugacemente nel n.130. Kurt si mostra incuriosito dalla capacità di sopravvivenza di Magico Vento (sul suo corpo ha riscontrato le cicatrici di troppe ferite in zone vitali), di cui vuole svelare l'immortalità. A pag.198 estrae la scheggia di metallo conficcata nel cervello di Ned, scatenando per l'ultima volta la furia dell'orso e terrorizzando i contadini di Estrella. Ned spiegherà a Poe che la rimozione della scheggia ha provocato una reazione benefica, espellendo per sempre la violenza dal suo animo.
  • Ned ed Estrella, infine, andranno a vivere isolati da tutto e da tutti, ma in pace e serenità, nelle Sierras del Messico, dove uno sfiancato Poe li ritrova dopo averli cercati per mesi.

Incongruenze


La frase

  • "Noi non siamo padroni del nostro destino. Siamo in viaggio su questa terra, crediamo di aprirci un sentiero, ma è il sentiero che ci guida."
    Magico Vento, pag.208, spiega così la sua straordinaria capacità di sopravvivenza
  • "In quel luogo fuori dal mondo non ci sentivamo affatto isolati, perché eravamo più uniti che mai. La pace e la serenità durano poco, ma sono istanti indimenticabili."
    Le ultime parole del racconto di Poe, pag.208

Personaggi

Memorie del tempo perduto
Poe Robert Card giovane giornalista Magico Vento

Il Ragno e il Coyote
Magico Vento Poe Howard Hogan Fender Groddek alias Padre Sebastian Herbert Coda di Toro Rifiuta-di-Smettere Ragno e Coyote abili truffatori Gibello gestore dell'emporio Maggiore Eccles Keller contrabbandiere d'armi Patrick [+] frate guardiano Ken uomo di Fender a Campbell

Poker col morto
Poe Bovey [+] Sceriffo Nelson Frazer [+] la vittima Jack Hilton il presunto assassino Bea prostituta Silas Todd compagno di gioco di Nelson, detto "Prudenza" Cornelius Clement altro compagno di gioco, medico e veterinario Horace e Milo altri compagni di gioco Dobson gestore emporio Johnson buttafuori

Vivo o morto?
Poe Henry Task Magico Vento Estrella Inspector Guajardo [+] professor Kurt [+] Gunther [+] assistente di Kurt Pedro contadino

Locations

Memorie del tempo perduto
Lago Michigan nei pressi di Chicago Casa di Poe

Il Ragno e il Coyote
Convento utilizzato da Groddek Villaggio Sioux di Coda di Toro Emporio di Gibello Forte Campbell

Poker col morto
Garnet villaggio minerario

Vivo o morto?
Chicago Santa Ana in Messico Sierras in Messico