Un vento diverso

la bionda in pericolo
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Un vento diverso
Magico Vento 112

Un vento diverso

Scheda IT-MV-112

Questo � il terzo episodio, su 112, ad essere sceneggiato da un autore che non sia Gianfranco Manfredi. Non considerando le miniserie, il solo precedente che viene alla memoria � Ken Parker: entrambi western, entrambi qualcosa che non � semplicemente western, entrambi fumetti con un'attenzione particolare verso comparse e comprimari, che ricevono quasi sempre pari dignit� rispetto ai protagonisti...
Quando una serie � cos� legata al suo autore, � inevitabile che le poche occasioni in cui un altro mette mano alla sceneggiatura i lettori ne attendano al varco la visione con un misto di timore e di speranza...

Renato Queirolo, che ha scelto questa serie per il suo ritorno sulle scene in vesti di sceneggiatore dopo una pausa di decenni, � uno che sa il fatto suo.
Da curatore della serie, conosce bene il personaggio e le sue peculiarit�, cos� come conosce le storie "laterali" che Magico Vento si trova spesso ad affrontare; in fondo, il personaggio � figlio di Manfredi ma anche di Queirolo, che imbastisce per lui una storia corposa, cruda e violenta come di rado si trovano sul panorama bonelliano. Si pensi all'incipit, dove l'undicenne Alice, prima di essere rapita dalla banda di Big Eddie, � costretta ad assistere all'efferata uccisione di tutti i membri della diligenza su cui stava viaggiando.
Astutamente, l'autore rinuncia alla presenza dei comprimari fissi della serie (Poe, lungi dall'essere una semplice spalla, � un carattere forse pi� ingestibile dello stesso Ned Ellis) e riesce per� al tempo stesso a creare una storia perfettamente integrata nello sviluppo cronologico della serie: presupposto principale � infatti, assieme al rapimento della bambina, la relativamente nuova condizione di Magico Vento come ricercato, e tra i presupposti della soluzione al caso c'� un riferimento all'episodio subito precedente (n.111, "Lo zoo di Kelly"). Pu� sembrare poco, ma in un fumetto dove la continuity � ferratissima gli albi fuori dal tempo, belli o brutti che siano, sembrano note stonate.

Queirolo rende il pensiero, Manfredi lo illustra, ma entrambi provano lo stesso rispetto verso il proprio figlio

Pensieri e parole

Proprio a voler cercare il pelo nell'uovo, la differenza tra il Magico Vento manfrediano e quello di Queirolo si nota in qualcosa, che comunque non ha influsso sulla qualit� della storia ma solo appunto sullo stile con cui la storia stessa � costruita: il Ned Ellis di questo episodio, insomma, pensa troppo, mentre Manfredi ci aveva abituato (come gi� Berardi con Ken Parker) a un personaggio i cui pensieri potevano essere espressi a voce, o al massimo indovinati o dedotti da azioni ed espressioni... la stessa scena di Ned che rinuncia ad uccidere il ragazzo down che poi ne tradir� la presenza ai cattivi, qui resa dal pensiero "Non posso... sarebbe come sparare a un bambino." si sarebbe probabilmente sviluppata in un altro modo, magari con Ned che sembra tentare il colpo e poi rinuncia. Ma in fondo... che importanza ha? Queirolo rende il pensiero, Manfredi lo illustra, ma entrambi provano lo stesso rispetto verso il proprio figlio.

Quasi da subito la collana di Magico Vento ha saputo dare una nuova definizione di riempitivo, che non implica affatto una perdita di qualit� del singolo episodio perch� ben incastonato all'interno degli episodi parte della saga in corso
Una nota a parte riguarda la piccola Alice Holt: i suoi silenzi, infatti, sono spesso pi� eloquenti di qualsiasi pensiero: l'ostinato rifiuto a parlare anche quando si prova a mostrarle una finta cordialit�, il mordersi le labbra piuttosto che cacciare un urlo durante la tortura, il rovesciare la pentola col cibo portatole dal bandito che l'ha rapita, rendono ancora pi� vive le occasioni in cui rompe il muro del silenzio proferendo insulti e minacce verso i suoi persecutori: tutto il contrario della bimba timida che i boccoli alla Shirley Temple e l'inquietante titolo dell'albo ("Alice nel buio") lasciavano presagire.

L'oro degli sciocchi

A parte il carattere della bambina, anche altri aspetti della storia sembrano girare attorno al tema "Niente � come sembra": Magico Vento, ad esempio, � attirato nel covo dei banditi dal loro capo, convinto che lui possa essere uno scout dell'esercito sulle loro tracce... la spietata Ma' Beth � ingannata dal vecchio cercatore d'oro, che a sua volta sbaglia a voltarle le spalle, ed � ancora ingannata dai miraggi di una vita agiata che non potr� mai avere, e parimenti inganna i propri figli. In questo, il suo personaggio patetico e sopra le righe non stona col personaggio: la donna declama, recita, nelle battute che le toccano come nel resto della propria vita bastarda.
Tra le varie illusioni e falsit� , resistono tracce di fiducia non tradita, come quella che la caparbia ragazzina ripone in Ned... il finale, con il suo "Dimmi arrivederci, Magico Vento. Ti prego..." � vero e tutt'altro che patetico.

Le illustrazioni

Corrado Mastantuono alle copertine conferma la propria abilit� con un quadro che mostra in primo piano un Ned Ellis incosciente, forse moribondo, dagli occhi n� chiusi n� aperti ma vitrei e privi di espressivit� . Dietro di lui, con una mano sulla sua spalla a tentare un inutile conforto, la piccola Alice dagli occhi grandi e sbarrati, che hanno visto l'orrore ma non vogliono chiudersi n� volgere lo sguardo altrove. Anonima, la mano di un bandito impugna una pistola che tiene sotto tiro il capo di Magico Vento, pronta a sparare. Unica pecca, se di pecca si vuol parlare, � che si tratta di un evento non descritto nella storia, piuttosto una sintesi di alcuni punti focali.

Matite e chine sono invece sfruttate dal veterano Bruno Ramella, che molti ricorderanno per il suo tratto sporco e morboso su diversi albi della fu testata Nick Raider. Ramella ha seguito una sua evoluzione particolare, affinando le proprie capacit� di sintesi come gi� Ivo Milazzo: pochi tratti, essenziali linee storte, rendono perfettamente l'idea della sterpaglia agitata dal vento, e allora sarebbe inutile aggiungere altri dettagli. Lo stesso si pu� dire per le espressioni sui volti, ognuna azzeccata al personaggio ed al suo stato d'animo, o a ci� che il personaggio vuole che traspaia. Cosa si potrebbe chiedere di pi� ad un disegnatore, salvo forse di tornare quanto prima?

Conclusioni

Quasi da subito la collana di Magico Vento ha saputo dare una nuova definizione di riempitivo, che non implica affatto una perdita di qualit� del singolo episodio perch� ben incastonato all'interno degli episodi parte della saga in corso, e quest'albo di Queirolo e Ramella non fa che confermare questa definizione: in sintesi, un'ottima prestazione da due grandi vecchi che mostrano di sapere che cosa significhi "fare il west".

"Alice nel buio", Magico Vento 112, di Renato Queirolo e Bruno Ramella, 130 pp. b/n, brossurato, Sergio Bonelli Editore, in edicola da settembre 2007, � 3,5

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