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" Il predatore"


Pagine correlate:

Dalla savana della zona del sud-ovest al quartiere orientale della Citt�: riuscir� Legs a far la parte del leone, senza diventare preda?

Nel segno del Leone
recensione di Pierfilippo Dionisio



TESTI
Sog. e Sce. Stefano Piani    

Interessante e innovativa la scelta di ambientare "Il predatore" in quella che una volta veniva chiamata Africa! Alla prima agente Alfa mancava un confronto a cos� ampio respiro con la Natura. Infatti stavolta il paesaggio diventa protagonista all'insaputa del lettore e - forse - degli autori. Come un elemento pi� narrante che narrativo, partecipa insieme a Legs e ai agli altri personaggi allo svolgimento della storia.

"(..) il paesaggio diventa protagonista narrante (..)"
   

Legs rimane affascinata - e noi con lei - dall'ambiente che la circonda e che si trova a fronteggiare. Ne entra in contatto in uno stato incosciente, attraverso delle visioni materializzate nella figura del leone: entrambi sono dei predatori ma lottano su piani differenti. Per questo l'animale capisce il ruolo della donna e l'aiuta: come simbolo di dominio su quella zona, deve disciplinare il regolare ordine come Legs, ora strumento.
Il buon soggetto e la cura della sceneggiatura nei particolari meritano una menzione: l'impegno operato da Stefano Piani � alto. Le relazioni tra le varie parti sono ben calibrate: la leggenda dell'aquila e della donna che costituisce uno dei punti cardine dell'insegnamento morale che concluder� la storia; le continue morti operate dall'Asanbosam che proseguono fino all'arrivo di una Legs scettica; il sogno del leone; il risveglio e la rivolta della popolazione; la raggiunta maturit� di Kwam; il macchinoso quanto misterioso piano criminale di Wilcott. Tutto funziona perfettamente nell'ingranaggio narrativo.

Di opinione diversa, opposta per l'albo seguente.

La lontananza tra i due numeri � notevole: non solo per i luoghi che fanno da sfondo alla vicenda - l� savana e qui citt� - ma per le atmosfere evocate (complici anche i tratti dei disegnatori) e la struttura narrativa.
Non si capisce come e quanto il secondo sia il seguito del primo al punto da considerare l'intera avventura una storia doppia invece di due separate e senza molti legami!

" (..) l'intera avventura non pu� essere considerata una storia doppia ma due separate e senza molti legami!"
   

Isolatamente le due avventure potevano funzionare in maniera migliore, sorrette entrambe da un legame costituito dall'antagonista comune, Wilcott, realizzando cos� una minisaga dilazionata nel tempo.

Il soggetto � banale e semplicistico, il progetto Anopheles si rivela una enorme bolla di sapone per nulla enfatizzato e non pi� rilevante come nel numero precedente, il personaggio di Lorna sciorina immediatamente e in un lunghissimo (quasi) monologo i piani di Wilcott come nei peggiori film dove il cattivo spiega tutto all'eroe (eppure, ancora nel numero precedente, questo espediente era stato abilmente evitato!), alcuni passaggi nei dialoghi sono forzati e presentano alcune lacune, dei salti che rendono difficile la lettura.
Le ultime due tavole, infine, sembrano malamente incollate. Ma un po' tutto l'albo risente di un certo scoordinamento, tale da far pensare che si sia cercato di far rientrare tutto nelle canoniche 94 pagine.

Cos� "Laboratorio Delta" delude molto le aspettative create da "Il predatore", storia, peraltro, magnificamente a s� stante.



DISEGNI
Antonella Vicari (64) e Pier Nicola Gallo (65)    

(14k)
Legs, disegno di Antonella Vicari
(c) 2001 SBE
   
Antonella Vicari � sicuramente un'abile disegnatrice e questa da lei realizzata � stata una prova degnamente superata.
Attraverso i personaggi, i loro movimenti e le loro espressioni � riuscita a caricare quella forza selvaggia che albergava nei testi di Piani. Senza ricorrere ad espedienti, � riuscita a costruire le tavole in funzione narrativa e ad utilizzare le giuste vignette per lo spazio che deve descrivere: quindi � ricorrente l'uso di vignette doppie che percorrono da sinistra a destra l'ampia distesa della savana (probabilmente disposizione di sceneggiatura che, per�, non tolgono nulla alla cura della disegnatrice).

Diverso � il giudizio sul secondo disegnatore.

Il tratto di Pier Nicola Gallo si discosta notevolmente da quello della Vicari e ancora una volta la stonatura di stile tra i due albi di una storia doppia si fa sentire.

(23k)
Legs, disegno di Pier Nicola Gallo
(c) 2001 SBE
   

Del disegnatore si nota subito la diversit� della sua Legs: troppo statuaria, ingessata, di una magrezza ingiusta per lei. Sembra quasi un'altra. Soprattutto lontane dal solito sono le sue espressioni che - notate il taglio degli occhi - ricordano lontanamente una Julia Kendall. Cos� l'agente Alfa � irriconoscibile durante il travestimento tanto la forma del viso � differente.
La maggioranza delle tavole inoltre soffre di una certa staticit�, notabili soprattutto nelle scene d'azione.
Per tutto l'albo � presente un pesante uso di china per riempire spazi o elementi su piani differenti a quello dell'azione: talvolta motivato, il pi� delle volte si trasforma in un agente di disturbo.



GLOBALE
 

Come gi� intuibile dalle precedenti note, nell'insieme l'albo raggiunge la sufficienza risicata, in quanto le due storie potevano benissimo essere indipendenti tra loro e non una il seguito dell'altra. Poteva essere inframezzato un periodo maggiore tra l'uscita degli albi, senza riscontrare alcun problema.

Sulle copertine: da elogiare quella del 64 per la composizione (merito di Atzori) e per la scelta dei colori (di Tartarotti), lascia a desiderare la seconda, soprattutto per la scelta cromatica.

Vedi anche la scheda della storia.
 

 


 
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