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" Legs alle Olimpiadi"

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Una medaglia d’oro per Legs
recensione di Vincenzo Oliva

... quella della comicità. Poche altre volte, nonostante l’intento "leggero" della serie a lei dedicata, Legs ha vissuto un’avventura così briosa e ricca di humour frizzante.




TESTI
Sog. e Sce. Alberto Ostini    

Stavolta si ride!

Ed era parecchio che non succedeva, almeno dall’episodio del n.27 "Fuori orario", in cui un Serra al meglio delle sue possibilità trascinava Legs &May in una folle storia di gags e azione pura; tutto per poter soddisfare i bisogni ipercalorici della maggiore delle sorelle Frayn.

Anche per questo albo, come in quella occasione lo fu Elena Pianta, risulta fondamentale l’artista. Mario Alberti, infatti, è entrato in sintonia perfetta con i tempi narrativi, i personaggi, gli stati d’animo e le situazioni descritte da Alberto Ostini, arricchendone il lavoro ai testi con una fantasia grafica aderente ad ogni situazione che scorre sulle tavole della storia. Dramma, humour ora surreale ora demenziale, azione, leziosità romanticheggiante - e tutto miscelato a ritmo frenetico: per ogni situazione la sua degna rappresentazione grafica.

"Una Legs comica come da tempo non era dato vedere!"
   
Ostini dà il meglio di sé in una sceneggiatura dove indovina con precisione ogni incastro, scandendo le sequenze, i cambi di scena, di tono e di ritmo con ottimo senso della misura. Ogni gag è al suo posto, e spezza l’azione al momento giusto senza essere invasiva, come non lo sono le (relativamente poche) scene più riflessive. Un Harvey in simile veste di mattatore comico, poi, è difficile da ricordare. Il draghetto domestico delle due agenti Alfa è protagonista di due sottotrame gustose, e finalmente si sfrutta appieno il potenziale comico di un simile, buffo animale parlante. Se vederlo intento a pelare verdure di ogni genere può far venire in mente le decine di occasioni in cui Paperino si è ritrovato a dover sbucciare tonnellate di patate per colpa del suo ricchissimo zio, la sua lotta demenzial-titanica contro la guardia che gli sbarra l’ingresso allo stadio olimpico di Melpomene, fino all’inevitabile (in)successo quando tutto è ormai finito, ha qualcosa della monumentale, mitica sfortuna che perseguita sulle pagine di Zagor le ingegnosissime balordaggini che Cico e Trampy mettono in atto nel tentativo di far soldi facili e abbuffarsi senza fatica. Spassoso il Solomon Darver in versione libertina, gustoso l’intermezzo comico-erotico con l’irruzione di Legs e May nella stanza dove Blanca e Raji si danno al bel tempo (con annesso commento di May sulla perizia sessuo-acrobatica dei due :-)): conoscevamo Ostini come autore di storie quasi sempre interessanti, ma piuttosto "serie", e non ne sospettavamo questa vena comica così efficace.

Impreziosisce il tutto un bel "cattivo" di quelli convincenti.

"Un villain di classe: Greek"
   
Il tipo, di nome Greek, "funziona" sin da quel nome così stridente da far male ai denti al solo sillabarlo mentalmente, e che viene da pronunciare proprio trascinando la doppia "e", e non come se fosse la parola "greco" in inglese. Poche pennellate, poi, bastano a descrivere una personalità grigia e sgradevole, un villain realistico e pericoloso, al quale la caratterizzazione grafica, con la strana calotta cranica, dona un ulteriore marchio sinistro, ma senza costituirne l’unica cifra, o sostituirsi ad una vera dimensione umana.

"Un po' di fantascienza sulle pagine di Legs: un ingrediente davvero benvenuto!"
   
L’impalcatura sulla quale si regge tutta la frizzante architettura costruita da Ostini è semplice e lineare, con le due agenti Alfa chiamate ad un incarico di sorveglianza come tanti, in fondo, nonostante la loro partecipazione alle Olimpiadi Spaziali. A rendere il soggetto meno abituale e scontato, è la presenza - molto ben concepita - di un elemento che in genere è assente nelle storie di Legs (e che spesso latita anche in quelle della testata "sorella" Nathan Never): quello fantascientifico. Il Tetrathlon moderno, nel quale Legs e May si troveranno a dover gareggiare per adempiere al loro incarico, non è semplicemente uno strano sport sincretico, messo su come accozzaglia di vari sport esistenti, ma un logico sguardo sul futuro dell’attività sportiva e sulla sua spettacolarizzazione progressiva. Come lo fu, agli albori dell’universo Alfa, quel Fightball nei cui sapori e umori seppero immergerci Medda e Casini nel n.16 di NN, Il campione.



DISEGNI
Mario Alberti    

Alberti ha agito da puntuale contrappunto alla narrazione. La versatilità grafica messa in mostra per questa occasione è stata determinante nel sottolineare ogni stato d’animo dei personaggi e ogni momento e tema del testo.

La sua Legs, nervosa e dinamica, spigolosa e a tratti dura, è tuttavia un personaggio estremamente flessibile, credibilissimo anche nelle "deformazioni" a cui lo sottopone secondo stilemi giapponesi (si veda a pag.10 o a pag.39). Apprezzabilissima la sua May, femminile e dinamica (è un’agente speciale, ed è bello che qualcuno lo ricordi :-)), ed il cui sviluppo ghiandolare, ancorché evidente, non sconfina in certi assurdi ipermammari che troppo spesso si vedono sugli albi. E sono ben centrati tutti gli altri protagonisti, più o meno importanti che siano per la storia, ai quali Alberti sa dare ciò che di volta in volta serve: spessore psicologico, valenza caricaturale, dinamismo, amarezza, gioia, ecc.; il tutto amalgamato da un senso egregio per le inquadrature e la costruzione della tavola e delle vignette (ottimo esempio la sequenza alle pagg.37/40, con Legs e May che piombano nella stanza di Blanca).

"Versatile, narrativo, virtuoso del disegno: un Alberti in forma egregia"
   

Il disegnatore resta leggibilissimo nonostante la ricchezza di soluzioni grafiche adottate ed il forte contrasto di chiari e scuri di cui fa uso in molte tavole.

Tutto è infatti funzionale al racconto ed alla necessità di far entrare il lettore nel clima particolare di questa storia che mischia - anche graficamente appunto - realismo e comicità demenziale, farsa e dramma, azione e romanticismo. Questa è la meta principale di ogni buon disegnatore di fumetti; ad essa Mario Alberti ha aggiunto un ulteriore risultato: la bellezza del disegno.



GLOBALE
 

Non si pensi, per quanto si è detto in principio, che dal rammentato n.27 ad oggi non vi siano stati albi degni di essere ricordati. Infatti, nonostante un progressivo adagiarsi della testata su uno standard di comuni storie d’azione, ravvivate appena da spunti "leggeri" altrettanto comuni, non sono mancati del tutto gli acuti. Da Fuga tra i ghiacci - Legs n.36 sul versante puramente avventuroso - a due occasioni speciali come i numeri 50 "I mille volti di Legs" e 51 "Gli amori difficili", la serie ha saputo piazzare ogni tanto la zampata vincente.

Era da troppo tempo, però, che mancava una storia come questa; una storia dove le due anime del personaggio (ma soprattutto della testata) fossero così piacevolmente e compiutamente rappresentate,

"La Legs umoristica e quella avventurosa di nuovo armonicamente insieme per una storia piacevolissima"
   
dove umorismo e azione non fossero solo intenti, ma obiettivi raggiunti.

A queste anime Ostini ha aggiunto il tema del doping nello sport. Ne ha disinnescato, comunque, gran parte del potenziale retorico (inevitabile, almeno in parte, trattando di certi argomenti) circondandolo delle mille gags di cui si diceva, di una storia di amore e sesso torrido :-) al tempo stesso, di cattivi che non recitano da tali, ma fanno il loro mestiere, di un allenatore che non si fa più illusioni ma non ha perduto la capacità di sognare...
 

 


 
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