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" Nel paese di Alice "


Pagine correlate:

L'indizio sognato
recensione di Francesco Manetti



TESTI
Sog. e Sce. Giancarlo Berardi    

Gli incubi che perseguitano Julia in quasi ogni albo sono non soltanto un elemento in pi� per definire la personalit� del personaggio, ma, in alcuni casi, anche (come ci ha rivelato Daniele J. Farah col suo articolo La settima illuminazione) una trasfigurazione di elementi inerenti i casi dei quali, di volta in volta, la stessa Julia si occupa. In questo "Nel paese di Alice", l'attivit� onirica di Julia finisce invece per portare effettivamente alla soluzione del caso: � infatti in base a quanto detto dalle bambole Pepe e Nena nella prima vignetta di pag.83 che Julia riuscir� a intuire chi ha causato la morte della piccola Evita Gimenez.

"Nuova infrazione al realismo della serie, dopo il divertito omaggio ad Hitchcock di "Kidnapping Express""
   
Questa nuova infrazione al realismo (altri tipi di infrazione al realismo, di tutt'altro genere, erano rilevabili in "Kidnapping Express" JU 24) non � per� affatto criticabile, costituendo anzi il vero sale dell'albo. Tolte le sequenze oniriche, resterebbe una storia certamente ben scritta, ma non particolarmente memorabile. L'indagine svolta sul piano di realt� da Julia, Webb e Irving ha il pregio di farci conoscere il simpatico benzinaio Harry Leavitt ;-), ma ha anche il difetto di essere gestita in maniera pi� che discutibile (come si fa ad arrestare un restauratore di bambole solo perch�, come dice Webb, "nel suo laboratorio la scientifica ha trovato delle fibre di poliestere compatibili con una delle bambole usate dall'assassino"!?). Il triangolo fra Webb e le sorelle Kendall ha momenti gradevoli, ma finisce con l'avere lo spessore (anche dal punto di vista delle psicologie dei personaggi coinvolti) di un telefilmetto da fascia pomeridiana (per non parlare del fatto che nessuno ormai crede pi� nell'esistenza di una reale continuity in Julia...). Superficiale, inoltre, il modo in cui vengono trattati i problemi di droga di Norma e retoriche le considerazioni di Julia sulla famiglia Jimenez (pag.14-15) cos� come il suo pietismo nei confronti della piccola profuga che chiede la carit� per strada (pag.23-26).

Le tre sequenze oniriche in cui Julia indaga a fianco dell'orsacchiotto Jiro e di Charlie, la sua bambola preferita, sono invece dei gioiellini di umorismo e di poesia. Ho trovato toccanti - non mi vergogno minimamente ad ammetterlo - la scena in cui Pepe e Nena (le bambole di Evita) scoprono, tramite una frase "sciocca" di Julia, quanto potrebbe essere bello volersi bene come vera e propria coppia, cos� come � toccante, poco oltre, la scena in cui Candy, la bambola della figlia (morta) del poliziotto di quartiere Russel, dimenticata nella cameretta della bambina, chiede un gesto d'affetto. Spassosissima, invece, la pagina in cui Julia, Jiro e Charlie cercano di cavare qualche informazione dalla particolare bambola di Harry.



DISEGNI
Giorgio Trevisan    

Altro punto di forza dell'albo sono i disegni di Giorgio Trevisan, il cui unico vero difetto � forse, paradossalmente, quello di far capolino troppo raramente (l'unico suo altro albo per Julia risale a circa due anni fa) in una serie dominata perlopi� da disegnatori dal segno sostanzialmente "anonimo". Il suo caratteristico tratteggio ne fa un disegnatore troppo personale rispetto ai vari Enio, Antinori, Piccoli... Grazie a lui, sfogliare un albo di Julia diventa finalmente anche un piacere fine a se stesso, cosa che sinora mi era capitata solo con "Tornando a casa" JU 18 di Vannini e con gli ultimissimi albi disegnati da Laura Zuccheri.

(18k)
Julia, Jiri e Charlie indagano - Disegno di Giorgio Trevisan (c) 2001 SBE

E' peraltro vero che il suo segno � poco dinamico (quant'era curioso vederlo alternarsi, sugli albi di Ken Parker, alle agili linee di Milazzo), ma fortunatamente in questo albo non ci sono grandi scene d'azione ;-). Mi ha lasciato perplesso, piuttosto, il fatto che Julia abbia talvolta delle espressioni non del tutto adeguate alle situazioni in cui si trova. Nella seconda vignetta di pag.8, ad esempio, il suo volto non mi sembra manifestare compartecipazione emotiva nei confronti di Russell, cos� come suppongo prevedesse la sceneggiatura. Nel complesso, Julia � per� ben caratterizzata graficamente: lo stile evanescente di Trevisan ben si presta, del resto, alla raffigurazione di una donna dolce e sensibile qual era, perlomeno nell'immaginario collettivo, Audrey Hepburn... Effettivamente poco riuscita, invece, Emily, che Trevisan non riesce a dotare della consueta vitalit� ed espressivit� clownesca.

Risalta, qui come in "Se le montagne muoiono" JU 8, la peculiare tecnica adottata da Trevisan per ottenere degli effetti sfumati. Segnalo, in particolare, l'ultima vignetta di pag.112, perfetta dimostrazione di come Trevisan riesca, in maniera "artigianale", a ottenere risultati pi� efficaci rispetto a quanto riescano a fare altri disegnatori ricorrendo ai retini...



GLOBALE
 

Malgrado i difetti ai quali ho accennato, "Nel paese di Alice" ha, grazie alla sua indagine onirica, un fascino, una gradevolezza particolari, tali da avermelo fatto leggere (e rileggere) con piacere. Pur non rappresentando una delle vette della serie ("vette" del resto assai rare, specialmente se si prende in considerazione l'ultima decina di albi usciti), � comunque uno dei numeri pi� interessanti.
 

 


 
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