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" Il popolo dei
sogni"


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Un'avventura tutta onirica per Jonathan Steele.

Vivere in un sogno
recensione di Alessandro Franchini



TESTI
Sog. e Sce. Federico Memola    

Con questo albo e mezzo, tutti i gli ingranaggi sono entrati nella loro sede e ora la serie dovrebbe iniziare ad accelerare e a salire di tono. Gi� questa storia rappresenta una buona partenza, anche se poteva essere migliore. Ma andiamo con ordine.

Il primo fatto importante da registrare � che Myriam e Jasmine hanno alla fine deciso di fondare la "Agenzia di investigazioni magiche", ed � facile intuire che questa loro nuova attivit� sar� lo spunto iniziale per molte avventure. In secondo luogo vediamo definitivamente confermato il trio di protagonisti, con Jonathan nella parte dell'uomo d'azione. Altre conferme arrivano anche per la caratterizzazione psicologica del piccolo gruppo.

Jasmine rappresenta un tipo di bellezza molto composta e quasi aristocratica. E' sicura di s�, veste in maniera elegante e ricercata e tenta di imporsi all'attenzione degli altri facendo leva pi� sulla sua professionalit� e competenza in campo esoterico che sul suo corpo.

Myriam invece incarna un tipo di bellezza straripante e appariscente. E' praticamente l'opposto dell'amica/rivale, dato che veste sempre molto casual con abbondanti e generose scollature, e inoltre dimostra un temperamento gioviale ed espansivo, ma con una certa tendenza alla lamentela facile. Pecca spesso di ingenuit�, a volte sembra una bambina che che si � persa nel bosco, ma i suoi eccezionali poteri si sono sempre rivelati decisivi.

Jonathan rimane ancora una grossa incognita. Sappiamo che Jonathan Steele non � il suo vero nome, che � australiano, che svolge l'attivit� di investigatore privato e che � una specie di predestinato dagli dei. Dal cinismo e dall'amarezza che spesso traspare dal suo volto e dalle sue parole, possiamo intuire un passato difficile, fatto di violenze e soprusi. E questa avventura nel mondo dei sogni sembra in parte confermare queste ipotesi, rivelandoci per� anche un lato pi� umano dell'eroe. Lo vediamo infatti correre subito in aiuto delle sue amiche senza mai il minimo dubbio o tentennamento, e lo vediamo anche infervorarsi in favore dei sogni e contro la loro "burocratizzazione". Cinismo e generosit�, mischiati a una buona dose di senso del dovere, convivono in Jonathan; ma non bisogna pensare a lui come a un novello Tex: il personaggio creato da Memola � s� dalla parte dei "buoni" (recupera oggetti rubati, sventa omicidi e sabotaggi ecc.), ma non � spinto da nessun ideale di giustizia, nei suoi progetti non ci sono n� la salvezza n� il miglioramento del mondo; Jonathan fa quello che deve fare, e soprattutto lo fa perch� viene assunto e pagato (ma � capace anche di lavorare gratis come in questo caso). Questa avventura ci conferma tutto questo e ci mostra anche alcuni nuovi brandelli della vita passata del biondo investigatore. Da quello che Sandman fa riemergere, sembra che Jonathan abbia trascorso l'infanzia in un orfanotrofio da cui � fuggito molto giovane; le altre sequenze raccontano di lui che giovanissimo impugna la pistola, poi un'immagine di Jonathan ragazzo che cammina in un campo di battaglia disseminato di morti (forse una guerra civile), un amore fugace e infine quello che sembra l'inizio della carriera. L'anticonformismo di Jonathan risalta anche nel finale, dove rivela di non avere la licenza di investigatore privato: con una malcelata ironia spiega alle allibite amiche di essersi autoproclamato tale, per placare il bisogno di "etichettare" che ha la gente.

L'avventura in s� � ben sceneggiata, soprattutto grazie ai continui passaggi dal mondo reale al mondo dei sogni che contribuiscono a tenere alta la curiosit� del lettore, e grazie anche all'ottima caratterizzazione dei "cattivi" di turno. Una pecca rilevante � data dall'eccessiva lunghezza e verbosit� delle parti "raccontate" rispetto alla lunghezza totale della storia. In particolare la parte iniziale, con tutta la spiegazione della nascita dell'agenzia, e la parte in cui Alfin spiega a Jonathan il funzionamento e lo scopo del mondo dei sogni. Oggettivamente erano parti non omissibili; ma data la quantit� di parole spese era forse auspicabile un'avventura pi� articolata all'interno del palazzo del cristallo dei sogni. Un'altro appunto da fare � sulla scena dell'inseguimento aereo. Ormai la manovra di volare radente a una parete verticale per farci schiantare il nemico che insegue � lisa da quanto � stata proposta e riproposta; date le potenzialit� del luogo sarebbe stato possibile pensare a qualcosa di originale e magari divertente. E infine un ultimo appunto sulla trasformazione di Myriam: ormai � diventata una specie di siparietto. Non appena qualcuno azzarda un incantesimo, la ragazza si trasforma e lo neutralizza in un batter d'occhio; non c'� la minima suspence, si sa gi� che basta il semplice tocco per eliminare la presenza magica ostile. L'unica cosa che tiene vivo l'interesse in queste scene � vedere quale tipo di mostro pi� o meno deforme si lancia all'attacco. Forse Memola sta tentando di assuefarci per poi vibrare un colpo di scena spettacolare? Vedremo.



DISEGNI
Dis. Giacomo Pueroni    

Dopo avere disegnato gli sfondi delle vignette de "Il castello della morte", Pueroni si dedica a un albo disegnato "da solista", ritornando ai canoni tradizionali della Bonelli; e i risultati sono davvero buoni, soprattutto nella resa dei sentimenti dei personaggi attraverso l'espressione degli occhi, della bocca e della mimica del corpo. Spicca fra tutti Hans Gruber con il suo ghigno crudele e spietato: la vera "facies" della canaglia senza scrupoli. Ottimamente realizzata anche la scena della possessione che Sandman tenta di esercitare su Jonathan, e di grande effetto la vignetta a pagina piena in cui il nostro eroe recupera il controllo dei suoi ricordi. Curati e ben particolareggiati gli sfondi.



GLOBALE
 

La storia � godibile e ben scritta, peccato per l'eccessiva rapidit� nel sistemare le cose nel mondo dei sogni. Una sceneggiatura pi� ampia avrebbe sicuramente giovato a questa avventura.

Sempre di buon livello le copertine di Olivares, soprattutto quella del n.7 che riassume tutto il contenuto dell'albo.

 

 


 
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