Soggetto/Sceneggiatura:
Federico Memola
Disegni/Copertina:
Antonio Amodio, Giacomo Pueroni / Giancarlo Olivares
Lettering:
Cristina Bozzi
SERIE REGOLARE
n.19 "A un passo dall'inferno" - 94pp - 00.10
  
In due parole. .
Una telefonata annuncia a Jonathan il ritorno di Ripley e Delora, due figure che riaffiorano dal suo passato. E' l'occasione per gettare un po' di luce sulle oscure origini di Jonathan, che, nonostante qualche titubanza, decide finalmente di parlare di sè.
  
Note e citazioni
- La difficile infanzia di Jonathan richiama alla memoria "Oliver Twist" di Charles Dickens.
- Apprendiamo che Jonathan ha perso la verginità a 16 anni!
- Torna in scena Max, il simpatico uomo-tigre che aveva fatto il suo esordio nel n.8.
- Alla festa di pag.66 si riconoscono, tra i presenti, Dylan Dog e King Mob, uno dei protagonisti del fumetto The Invisibles. Dietro di lui si trova anche Adam Hughes, noto disegnatore. Segnalazione di Paolo Vanini
- Riportiamo qui alcune osservazioni, a proposito delle tematiche centrali della storia, che Federico Memola ha postato sulla mailing list ayaaaak.
La scena conclusiva è stata la prima che ho scritto, proprio perché sin
dall'inizio volevo quel finale. Se Jonathan avesse veramente ucciso Ripley,
la storia non avrebbe avuto senso, così come non lo avrebbe avuto nemmeno la
sequenza anticipata nel n. 12:che senso
avrebbe avuto mostrare al lettore lo stesso identico fatto per la seconda
volta? E' ovvio che le cose dovevano andare in modo diverso, e la variante è
data dalla presenza di Delora e dai suoi rapporti con Ripley. Pensiamo anche
alle motivazioni psicologiche del protagonista, che è sempre l'aspetto che
mi interessa di più in una storia, partendo proprio da Delora. Come
espressamente dichiarato a pag. 95, malgrado tutto, Jonathan la ama ancora
(nel finale, la frase non a caso è "l'amore che PROVO per te", non "che
provavo"), e proprio per questo non potrebbe uccidere il padre di sua
figlia, indipendentemente dal fatto che lei ami o meno Ripley (e direi che
la risposta è no. Delora si è messa con Ripley -da nessuna parte si parla di
matrimonio- perché si è ritrovata ragazza madre e sola, e aveva bisogno di
aiuto). In secondo luogo, a pag. 86 Jonathan riconosce che, sebbene Ripley
sia quella gran carogna che nessuno nega, probabilmente lui ha trovato
comodo attribuire a lui tutte le responsabilità che invece ricadevano anche
su di sé. Uccidere così Ripley, avrebbe significato rifiutare la propria
responsabilità, chiudere il discorso nei termini in cui l'aveva condotto
fino a quel momento, e di cui ora non è più così convinto. Terzo elemento:
Jonathan, in realtà, ha già ucciso Ripley, e più precisamente nel n. 12. E'
vero che non si trattava di una persona reale, ma questo Jonathan l'ha
scoperto dopo; nel momento in cui premeva il grilletto, quello per lui era
davvero Ripley. E quello, in fondo, è stato lo sfogo che aspettava da tanti
anni. Intendiamoci, questo comportamento non fa di Jonathan un eroe: la
situazione
in cui si era venuto a trovare era senza via d'uscita, e infatti lui non ne
esce vincitore (ma in questa storia non ci sono vincitori, questo mi pare
evidente). La differenza fra lui, Delora e Ripley è che gli ultimi due si
sono arresi (lo stesso Ripley, da carogna, ma "attivo" quale era, è divenuto
un patetico relitto che tira a campare), mentre Jonathan non rinuncia a
lottare. A questo proposito, un'ultima nota: nel finale, Jonathan avrebbe
potuto prendere con
sé Delora e la bambina, portandole via dallo squallore in cui vivono (gesto
che probabilmente avrebbe fatto di lui l'"eroe" classico),o almeno lasciare
loro del denaro per rifarsi una vita, ma non lo fa. Non starò io a dirvi il
perché: come molte altre cose in questa storia, sta all'interpretazione di
chi legge. Posso solo dirvi che il seguito del flashback interrotto con
l'esplosione verrà raccontato fra breve, nel corso di un'altra lunga
avventura che inizierà a Dicembre.
Inoltre c'è un ultimo dettaglio che pare sfuggito a tutti (nulla di grave,
s'intende, queste sono cose che può notare solo chi abbia voglia di mettersi
lì e fare mille ragionamenti sulla storia): come (anche qui) afferma lo
stesso Jonathan, questa è la prima volta che ha l'occasione di raccontare, e
quindi di rievocare, il suo passato. Questo è molto importante, perché un
conto è essere convinti di qualcosa, un altro è raccontarlo a terzi.
Spiegare gli avvenimenti, in realtà, obbliga anche chi li sta raccontando a
riesaminarli, e -spesso- a vederli quindi sotto un'altra luce. E' come
quando sei bloccato per una storia e proprio non riesci a risolvere un
problemi. Vai da tua moglie, o da un tuo amico, e cominci a raccontargliela
per spiegargli dove stia il problema. Solo che, improvvisamente, quando
arrivi al punto critico, ti rendi conto che stai già narrando anche la
soluzione, che bastava mettersi e parlarne a qualcuno perché tutto fosse più
chiaro, senza che il tuo interlocutore abbia aperto bocca.
Quello del racconto è un passaggio fondamentale e necessario anche per
Jonathan, è per questo che nella storia il suo passato non viene narrato
come semplice flashback.
L'età di Jonathan, al momento del suo primo rapporto sessuale, è di
circa 16 anni, mentre Delora ha dieci anni abbondanti più di lui. La
sceltadi questa differenza non è casuale, ma ha precise motivazioni, sia a
livello narrativo che "filosofico" (almeno per quanto mi riguarda). Partiamo
dalla storia e dal suo protagonista: l'età di Jonathan è fondamentale per
giustificare molti suoi comportamenti, anche da adulto, primo fra tutti
l'attaccamento del nostro a Delora. Jonathan vive la sua prima esperienza
sessuale in un'età molto delicata, e l'avvenimento non può non lasciare dei
segni. E' un po' lo stesso motivo per cui lui vive in modo piuttosto
problematico i rapporti sentimentali, e soprattutto per il quale ha sempre
preferito non sapere la verità su di lei e su quello che era accaduto la
famosa notte (e che prima o poi verrà raccontato). A questo proposito posso
anticipare che nel prossimo episodio ci sarà una scena (una gag, a dire il
vero) apparentemente in contraddizione con il comportamento dei personaggi
finora, ma in realtà molto coerente con il cambiamento della situazione fra
loro (se qualcuno se ne renderà conto, ne riparleremo).
A livello personale, invece, ho voluto creare questo rapporto perché nella
nostra società c'è una certa tendenza a condannare moralmente il sesso al di
sotto della maggiore età. Ora, premesso che sono favorevole a tutte le
precauzioni possibili per evitare "spiacevoli conseguenze non desiderate",
io ho sempre creduto che se la natura ci ha messo in grado di avere
esperienze sessuali (nonché di procreare, non dimentichiamocelo) fin dai 13
anni circa, forse avremmo anche il diritto -non il dovere- di farlo (e di
sapere in tempo tutto ciò che riguarda l'argomento). Poi la scelta è
personale, nessuno deve sentirsi in obbligo. Così, almeno, la vedo io.
Incongruenze
La frase
- "E adesso che lo sai, fallo! Uccidici! Spero solo che questo plachi una volta per tutte quella rabbia che ti porti dentro..."
Delora, pag.94
  
Personaggi
Steele, Jonathan
Leclair, Myriam
Rashad, Jasmine
Selene Dea
Delora primo e mai dimenticato amore di Jonathan
Ripley sfruttatore di bambini
Estrella figlia di Ripley e Delora
Max amico di Jonathan
Escobar boss mafioso
Ch'ang-O Dea
Locations
Città del Messico
Nuovo Messico
Parigi
Pedra del sol locale dove si tiene la festa
Limbo interdimensionale regno delle Dee
Elementi
passato di Jonathan
Ripley
relazioni sentimentali del giovane Jonathan
ricatto
omicidi a sangue freddo
inganni
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