Alla scoperta del Vajont

l'eredità di una tragedia
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Alla scoperta del Vajont
Il mio Vajont

Alla scoperta del Vajont

Il disastro del Vajont è avvenuto il 9 ottobre del 1963, notte in cui una frana colossale si riversò nel bacino idroelettrico appena ultimato, provocando un'onda d'acqua che travolse tutta la vallata dell'omonimo fiume friulano, causando la distruzione dei paesi di Erto, Casso, Longarone, provocando la morte di quasi duemila persone. Una tragedia, assolutamente evitabile, come testimoniato da una sessione dell'Assemblea Generale dell'Onu tenutasi nel 2008 durante l'Anno Internazionale del Pianeta Terra, che ben rappresenta l'incapacità dell'uomo di gestire in maniera adeguata il territorio che lo circonda, provocando danni epocali, andando a coronare quasi la propria vocazione autodistruttiva.
La gravità dell'evento è stata tale che ancora adesso, a più di 50 anni, sono numerose le testimonianze e le riletture che ne vengono fatte attraverso i più differenti strumenti narrativi, a partire dal monologo teatrale Racconto del Vajont di Marco Paolini e Gabriele Vacis, dal bel film di Renzo Martinelli, Vajont la diga del disonore, e che hanno già riguardato anche il fumetto con Vajont, storia di una diga realizzato per Becco Giallo da Francesco Nicolini e Duccio Boscoli.

In giro per la rete

Lavieri edizioni
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Paolo Cossi
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Marco Pugliese
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Di certe calamità, per nulla naturali, non se ne parla mai abbastanza, bene ha fatto pertanto la casa editrice casertana Lavieri a dare alle stampe nel 2012 il volume a fumetti Il mio Vajont, realizzato dallo sceneggiatore Paolo Cossi e dal disegnatore Marco Pugliese. Gli autori riescono ad approcciarsi alla vicenda in maniera innovativa, realizzando una storia intimista e delicata, accompagnando il lettore alla scoperta di quello che ha rappresentato il disastro per gli abitanti della vallata, attraverso lo sguardo ingenuo del giovane protagonista, Luca, in vacanza in quei posti e che attraverso un percorso interiore arriva a compiere una scelta radicale e inaspettata, che ripercorre in parte quella dello sceneggiatore Cossi.

La diga finta
Illustrazione di M.Pugliese, pag.18, Il mio Vajont

(c) 2012 Ipermedium comunicazioni e servizi

La diga finta<br>Illustrazione di M.Pugliese, pag.18, Il mio Vajont<br><i>(c) 2012 Ipermedium comunicazioni e servizi</i>
La carriera di Paolo Cossi è singolare, quasi unica, all'interno del panorama fumettistico italiano. Autore completo, anche se di questa storia si limita a disegnare, con il suo stile inimitabile, esclusivamente l'introduzione, ha realizzato negli anni opere differenti, arrivando anche alla pubblicazione sul mercato internazionale, e conquistandosi una certa notorietà come insolito biografo di Hugo Pratt, con tre bei volumi realizzati per Hazard edizioni.
La storia racconta, bilanciando gli aspetti narrativi e quelli di cronaca, l'incontro tra il giovane Luca e la valle del Vajont, con i suoi abitanti e i suoi fantasmi, il suo viaggio alla ricerca di un equilibrio personale, che costituisce paradossalmente, nei luoghi di una tragedia così efferata, un inno alla vita, alla capacità dell'uomo di rigenerarsi e di ricominciare nonostante tutto.

Mauro Corona e Luca
Vignetta di M.Pugliese, pag.49

(c) 2012 Ipermedium comunicazioni e servizi

Mauro Corona e Luca<br>Vignetta di M.Pugliese, pag.49<br><i>(c) 2012 Ipermedium comunicazioni e servizi</i>
Positivo l'apporto grafico di Marco Pugliese, disegnatore praticamente esordiente, con uno stile, forse ancora non completamente maturo se non altro nei movimenti dei personaggi, che deve molto a Cossi, e che contribuisce con il suo segno tremolante alla buona riuscita della storia, riuscendo ad alternare in maniera efficace gli scenari alpini, le vie deserte dei paesi spopolati, dove il tempo pare si sia fermato, come afferma uno dei personaggi, e le sequenze maggiormente dialogate, riuscendo a far ben recitare i protagonisti.

Ospite a sorpresa nel racconto è lo scrittore Mauro Corona, cui Cossi aveva già dedicato la sua prima opera, L'uomo del bosco di Erto.In allegato al volume, uscito anche insieme al quotidiano Messaggero Veneto, è presente un dvd, con un documentario di presentazione della vallata, teatro della tragedia, realizzato dal regista Christian Calderan, mentre la postfazione è curata da Vincenzo Bottecchia.

Copertina di "Il mio Vajont"
Illustrazione di Marco Pugliese

(c) 2012 Ipermedium Comunicazione e Servizi S.a.S.

Copertina di "Il mio Vajont"<br>Illustrazione di Marco Pugliese<br><i>(c) 2012 Ipermedium Comunicazione e Servizi S.a.S.</i>

Una tra le sequenze che maggiormente colpisce è il momento in cui Luca si trova davanti, nei boschi, il modello della diga, preparato per il film di Martinelli, soprattutto se paragonato a quando poi, incredulo, trova la diga vera, imponente, ai tempi della costruzione la più grande del mondo, incredibilmente rimasta intatta dopo la tragedia. Si realizza quasi un cortocircuito tra la realtà e la sua rappresentazione, che assurdamente rischia quasi, con la complicità del tempo che scorre, di farci dimenticare gli effetti di un disastro di questo tipo che ha sconvolto la vita di interi paesi e di migliaia di persone. Cossi e Pugliese, in bilico tra cronaca e testimonianza personale, riescono al contrario a concentrare la vicenda sugli aspetti umani, sull'eredità che i sopravvissuti hanno voluto affrontare, decidendo di rimanere nei luoghi in cui hanno sempre vissuto. Un volume che dimostra una volta di più la capacità del fumetto, in quanto medium narrativo, di raccontare la realtà in maniera peculiare.
Il mio Vajont di Paolo Cossi (testi) e Marco Pugliese (disegni) - volume brossurato - b/n - Lavieri edizioni - 10,35€