Splende il sole a Napoli. Pur considerando qualche leggero annuvolamento, nella media spalmata sui quattro giorni si svetta ben oltre i 25°. Cè Cavazzano, dicono le agenzie stampa. Forse cè Manara, da qualche parte. Cè la fila per disegnino e dedica di Zerocalcare. E poi cè gente: Thor vari (anche in versione femminile..Thora?), Iron Men con armature e occhiali a goccia che lèvati, ma anche Lupin e Darth Vader, inframmezzati con gente con la capa di cavallo, samurai, mercenari e altra varia umanità.
Questanno limpressione è stata molto più netta che nel passato: anche Napoli ha il suo Primo Maggio, e si chiama Comicon, anche se viene con qualche giorno di anticipo.
Bypassati per quanto possibile alcuni problemi di carattere organizzativo, soprattutto per quanto concerne lerogazione e la vendita dei biglietti, il vialone delle fontane che fa da salone allaperto alla Mostra dOltremare è una distesa di giovani di tutte le età, che prendono il sole o assistono alle numerose riproposizioni in costume dei più famosi combattimenti, da Dragon Ball a seguire. Lala sinistra della Mostra è ancora una volta un concentrato di stand, esposizioni, autografi ed incontri, ma stavolta la sensazione è che lo spazio sia stato impiegato in una misura in qualche modo "giusta".
Il sito ufficiale riporta: "Quasi 15.000 visitatori al giorno, da tutto il centro e sud Italia, in quattro giornate hanno confermato anche questanno il successo ormai consolidato di Napoli COMICON, il Salone internazionale del Fumetto che ha chiuso la sua XV edizione", eppure mancano miracolosamente colli di bottiglia e/o rallentamenti vari, e anche il sole nelle ore più calde indulge a scagliarsi contro gli astanti, suscitando una non spasmodica ricerca dellombra, e anzi invitando a trangugiare noodles tra i fili derba.
La ricerca di unidentità per il Comicon continua a passare attraverso lapparente doppio binario logistico e dellofferta: lapparenza è dovuta al fatto che, come già si diceva, il progressivo passaggio dal Castel SantElmo alla Mostra ha permesso alla "creatura Comicon" di rilassarsi allinterno di uno spazio di maggior respiro, dove larcobaleno umano riesce anche a smussare gli angoli rigidi di unarchitettura di stampo fieristico: unopera capace di trasformare, allocchio del visitatore, gli spazi espositivi e di incontri in sale e salette quasi dessai, dove lintimità risulta pienamente amalgamata con la visibilità propria dei grandi scenari, ed il sempre alto numero di proposte culturali trova adeguatamente il proprio posto allinterno di una molteplice scaletta che - come si diceva - stavolta va assolutamente a braccetto con i metri quadri a disposizione.
A tale proposito, va recuperata una delle due postille in coda al reportage del 2012: la sfida dellarchitettura, intesa anche come scenografia, è stata effettivamente vinta, come dimostrato dallesposizione che campeggiava proprio allinizio della Mostra; in realtà, tutte le considerazioni fatte finora, lungi dal voler ripercorrere quanto già esposto nella precedente occasione, possono e vanno viste questa volta come cornice che si fa a sua volta dipinto, in un gioco di rimandi architetturali e culturali che - seppur in una location invariata rispetto al passato - stavolta fa sua la sfida di cui sopra per dimostrare che, nel grande come nel piccolo, il giocattolone funziona, e dichiara di perseguire la (o almeno una) strada della perfettibilità; strada che ovviamente, in quanto tale, non ha una fine, ma tanto il tempo e la volontà per future edizioni sembrano non mancare.
Lamalgama di cui prima va tuttavia anchesso inserito in un contesto più vasto che vede ancora, forse inevitabilmente, contrapposte larea dei comics da quella dei games: il pubblico le attraversa entrambe in virtù dei percorsi predefiniti, ma può anche sgattaiolare allaperto ogni tanto (posti a sedere inside rari come sempre!) e vivere le due esperienze in maniera ancor più separata. In questo salta agli occhi la differenza con la "sorella maggiore" Lucca Comics & Games, la quale, fin dal titolo furbo, ha voluto/cercato di trasformare acqua e olio in maionese, ed il catalizzatore (luovo) è dato ancora una volta da un centro storico dove si vive e si respira quel sense of wonder proprio della città, ed i cosplayer vanno simbolicamente in giro brandendo asce bipenne, ma con una copia de LIncal sottobraccio.
Però "è la somma che fa il totale", diceva Totò (tanto per rendere omaggio a Partenope ed i suoi figli). Il Comicon è un salone, è un salotto, è una location, è un teatro allaperto (e al chiuso), ma soprattutto è un luogo del tempo e dello spazio dove grandi nomi aspirano a venire, per parlare di letteratura disegnata e azzerare le distanze con i loro fans (ancora di più di quanto già non facciano grazie alla proliferazione dei social network). Il contatto umano è indispensabile per rendere unopera viva e particolare, anche solo concentrata in una dedica con disegnino.
La processione di stand e bancarelle offre al visitatore/lettore titoli e suggestioni che magari conosce solo in parte, ed in questo la costruzione dei percorsi ha un ruolo fondamentale, nel cercare di tenere sempre desta lattenzione, pur dovendo rispettare una sequenzialità spaziale.
Sequenzialità da un lato, contemporaneità/estemporaneità dallaltro, quindi: mondi inconciliabili? Forse la domanda è mal posta, come diceva qualcuno. La peculiarità di ogni mostra, in quanto evento, porta con sé aspetti positivi e negativi, che mai potrebbero mediare tra tutte le singole prospettive. Si può a ragion veduta dire che il Comicon ha cercato di operare già in partenza lavvicinamento tra queste due anime, giocando sulla magnifica suggestione di Castel SantElmo, ma poi ha preferito muoversi lungo strade diverse.
La verità non sta nel mezzo: ogni Mostra (ivi incluse quelle - chiamiamole con affetto "sorelle minori" che si ormai costellano il panorama peninsulare) ha un suo format, anzi è il suo proprio format, ed in quanto tale incommensurabile rispetto a tutte le altre. Certo, nulla vieta di sognare una Via Caracciolo con katane che sfrecciano in coreografici scontri a filo dacqua, e cartelli che offrono free hugs alternandosi con quelli degli chalet, che propugnano birra fredda e taralli caldi (un must del lungomare napoletano!), ed in mezzo a tutto questo artisti, personaggi, espositori e visitatori che pigramente incedono sullonda dellotium neapolitanum.
E poi, ledizione del 2014 partirà proprio il Primo Maggio..
P.S.: ah, sì, il gatto..sarà andato al PAN per la Mostra incentrata sul n.3000 di Topolino!