Un napoletano al Comicon 2012


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Comicon & Comicon-Off oggi

2012: il "Comicon-Off" è sempre più un sicurezza, e fa sfoggio di muscoli ospitando mostra e conferenza sui primi 50 anni di Diabolik, agendo così da apripista a lei, alla pluricitata Mostra d’Oltremare.
Come anticipavo, c’era un tempo in cui, da bambino, accompagnavo i miei alla Fiera della Casa, che si estendeva davvero per tutta o quasi l’estensione del complesso, da Piazzale Tecchio fino all’Edenlandia: un florilegio di stand e bancarelle, dove ogni cosa appariva agli occhi di un bambino come un promettente paese dei balocchi, per poi rivelarsi una triste (e lunghissima) sequela di "vorrei, ma non posso".

Era però l’esempio preclaro di come Napoli avesse uno spazio espositivo di prim’ordine, che non poteva e doveva fare altro che crescere, per affermarsi definitivamente. Diciamo che, con diretto riferimento al Comicon, questa promessa è stata quest’anno contemporaneamente mantenuta ed infranta.
Comiciando dal secondo aspetto: le biglietterie che alle 10 di mattina ancora non sono aperte, poi una saracinesca ogni tanto si apre tra le hole degli astanti, costretti ad attese spasmodiche sotto il sole per pass e biglietti (classica applicazione del detto che a Napoli recita: l’appuntamento è alle 10, se per le 11 non arrivi, ti aspetto fino alle 12, poi alle 13 me ne vado); un’occasione per certi versi sprecata di non utilizzare almeno il doppio dello spazio espositivo messo a disposizione: era (e sarebbe, per il futuro), l’occasione di fare rabbrividire per estensione tutte le altre mostre "big" della penisola; una non sempre all’atezza gestione dei servizi di contorno, così che il visitatore medio, dopo qualche ora, si sente più stressato per questo che non per la spensierata confusione che lo avvolge.

I 30 anni di Martin Mystere

(c) 2012 uBC Fumetti

I 30 anni di Martin Mystere<br><i>(c) 2012 uBC Fumetti</i>

Sergej Orloff a Napoli

(c) 2012 uBC Fumetti

Sergej Orloff a Napoli<br><i>(c) 2012 uBC Fumetti</i>

E allora, in ossequio alla più classica tradizione del "tarallucci e vino", diciamo che si può anche sorvolare su insolazioni, file interminabili per biglietti e panini vari (tanto per gli uni ci sono i bagarini, per gli altri c’è il carrellino appena fuori i cancelli della Mostra), e compagnia cantando, per concentrarci sulla macchina da scrivere che campeggia immediatamente all’ingresso del percorso, dove ogni tasto reca l’immagine di un fumetto diverso, efficace metafora della letteratura disegnata, contorniata da vere macchine da scrivere accompagnate da sceneggiature originali di Alan Moore, e tutto intorno il "solito" magniloquente surround di tavole originali del più bizzarro dei melting-pot di stili ed autori. Il tutto in una cornice quasi da cantiere illimitato provvisorio (come il foglio di congedo dei militari), in cui l’organizzazione minimal degli ambienti poco fa rimpiangere le spesse mura (e l’umidità) di Castel Sant’Elmo, se si decide di avere occhi solo per quelle tavole che, pur avendo a casa nella loro versione ufficiale, forse danno il meglio di sé in questo stato poco più che grezzo, e che forse molto di più trattiene e trasmette la forza creativa degli autori.

Passeggiando per gli stand

(c) 2012 uBC Fumetti

Passeggiando per gli stand<br><i>(c) 2012 uBC Fumetti</i>

Ad ogni modo, è solo un attimo, prima di entrare subito nella più classica ammuina di stand e vociame vario. Il percorso è strutturato secondo uno schema obbligato (ma già fuori basta spostare una paio di transenne per bypassare e trovarsi nella zona mensa, e tanti saluti ai semafori), che tuttavia non appesantisce l’attenzione, riproponendo il più genuino degli accostamenti tra case editrici di nicchia e giganti del settore, mentre si insinuano le voci provenienti dalla sala incontri, che si propone di non far sfigurare quella cui si era abituati nella precedente location.
Più in là, quasi nascosto alla vista, lo stand per gli autografi (per i quali bisogna prenotarsi con almeno un paio d’ore di anticipo, e come al solito tutti lo sanno e nessuno lo sa... ma tanto gli autori, se li conosci, li becchi in giro con un bicchiere di birra in mano!) e, abbastanza più in là, la "riserva" dedicata ai games, quasi fisicamente distaccata dal resto, e dove si concentra tutto il cosplayerume che, per questo motivo, poco invade il restante della mostra... al limite, per accaparrarsi una razione di noodles.

Dicevo: spazi abbastanza grandi, ma per chi conosce le reali potenzialità della Mostra d’Oltremare, il pensiero va al palazzone centrale, dove la sala incontri avrebbe avuto ben altra dignità, ma che invece rimane incellofanato in attesa di tempi sempre migliori, e si accontenta di fare da sfondo ad un palco su cui si esibiscono giappo con costumi da giappo che cantano canzoni originali giappo dei cartoni animati, mentre sul giardino di fronte prende piede un’invasione di visitatori che poco sfigura rispetto al primo maggio della capitale. Di nuovo: spazi abbastanza grandi, ma vai ad usare i fabbricati che stanno immediatamente dopo gli spazi della fiera, dove il concetto di spazio avrebbe potuto imporsi con ancora maggiore libertà, e lasciare la sensazione di qualcosa che ancor meglio funziona.

L'esposizione di tavole
Tavola originale tratta da DD 136, disegni di Bruno Brindisi

(c) 2012 uBC Fumetti

L'esposizione di tavole<br>Tavola originale tratta da DD 136, disegni di Bruno Brindisi<br><i>(c) 2012 uBC Fumetti</i>

Neanche lamentarsi troppo è però giusto nei confronti del Comicon, che ha subìto una coraggiosa muta nel corso di sole due edizioni, roba che per una macchina organizzativa di questa portata è un lasso di tempo veramente esiguo: basta vedere gli sguardi dei visitatori (travestiti e non, come alcuni indicano i cosplayer con un candore inconsapevolmente sarcastico), a loro agio tra spazi di tutto rispetto, premiati da un sole che ci ricorda che stiamo a Napoli, e quasi promette che l’anno prossimo Mergellina verrà spostata in un mega-stand apposito per l’occasione, e soprattutto in un contesto che fa chiaramente trasparire la capacità e la volontà di chi lavora, da un anno all’altro, per offrire un magnfico riassunto dell’universo fumettistico in sole quattro giornate: le "quattro giornate di Napoli" a fumetti, mica la storia si ferma ai tempi della rivoluzione del ’99!

Postilla 1: il Presidente di Mostra d'Oltremare, Nando Morra, ringrazia la famiglia di Andrea Pazienza per la sensibilità dimostrata, in relazione al recupero del magnifico murale che il grande Paz donò a Napoli nel 1983. A differenza della Battaglia di Anghiari di Leonardo, questo ora rivive e diventa ulteriore motivo di vanto per Mostra e Comicon, ideale mascotte per un percorso che così può solo prefggersi di crescere ancora.
Come dicevo, il turista arriva e riparte. Il murale di Paz (si spera) rimane qui.

Postilla 2: al TG Campania il Direttore Generale del Comicon, Claudio Curcio, parla della sfida del 2013: l’architettura, intesa anche come scenografia. La Mostra d’Oltremare tradisce in parte un’idea di architettura fascista, nel suo essere squadrata ed austera. La folla del Comicon è capace però di smussane gli spigoli non di poco, e vederla distribuita su spazi ancora maggiori è l’augurio che si affida alla trimurti partenopea di sole, mare e sfogliatelle (con i dovuti scongiuri e gli oboli a base di pizza e caffè!).