Milo Manara, disegnatore, illustratore, a volte sceneggiatore/2

parte seconda: verso la maturità
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Milo Manara, disegnatore, illustratore, a volte sceneggiatore/2
 

Milo Manara, disegnatore, illustratore, a volte sceneggiatore/2

Scheda

L'incontro con il fumetto d'autore

La trasformazione di Manara in un autore completo avviene, a partire dal 1976, sulle cosiddette riviste d'autore che compariranno in Italia sulla fine degli anni Settanta e prolifereranno negli anni Ottanta, per poi svanire con agonie più o meno lente. Una delle prime e delle più autorevoli fu "Alterlinus". La testata proseguiva, con periodicità mensile, il percorso tracciato dai supplementi di "Linus", la rivista che, per prima, a partire dell'aprile del 1965, aveva avuto l'ambizione e il coraggio di presentare il fumetto come un prodotto culturale di alto livello. Nel 1976 "Alterlinus" inaugurava il suo terzo anno di vita autonoma dalla testata maggiore, da cui si era staccato per compiere un balzo verso nuove frontiere. La rivista si era, infatti, in parte affrancata dal fumetto d'autore classico e ospitava nelle sue pagine le suggestioni che venivano in particolare da oltre alpe. Suggestioni che proponevano un modo nuovo di fare il fumetto, fantastico, ricco di fantasia, carico di libertà espressiva, spesso estremamente critico nei confronti della società costituita.

Arzach apre allo Scimmiotto
Alterlinus, gennaio 1976, copertina

(c) 1976 Milano Libri Edizioni

Arzach apre allo Scimmiotto<br>Alterlinus, gennaio 1976, copertina<br><i>(c) 1976 Milano Libri Edizioni</i>

Lo Scimmiotto

La prima parte di questa serie di articoli dedicati all'analisi della carriera artistica di Milo Manara può essere letta qui.

Fra le pagine di "Alterlinus", dunque, aperte a forme espressive anticonvenzionali, trova facilmente spazio, nel primo numero del 1976, Lo Scimmiotto, opera realizzata da Milo Manara con la sceneggiatura di Silverio Pisu. Il lavoro era stato probabilmente completato un po' di tempo prima, nel periodo in cui Manara aveva iniziato a lavorare per l'editore francese "Larousse", nella realizzazione de La storia di Francia a fumetti.

Nello Scimmiotto il tratto di Manara raggiunge la sua maturità artistica. Le figure femminili, oramai, emanano compiutamente il fascino e la sensuale leggiadria che contraddistingueranno lo stile dell'artista.

Dalla collaborazione con l'eclettico Silverio Pisu (Manara lo aveva conosciuto nel corso della sua attività per i fumetti dell'editore Renzo Barbieri) nasce un lavoro che prova a rivitalizzare un classico della letteratura cinese.

Lo Scimmiotto è infatti la reinvenzione di un classico della letteratura cinese del XVI secolo che testualmente si traduce come Viaggio in Occidente (ma è stato tradotto in italiano con il titolo Lo Scimmiotto), ancora oggi molto popolare in Oriente. La rivitalizzazione del classico cinese è stimolata da potenti iniezioni in cui sono mescolati tutti quegli ingredienti che erano nati dal Sessantotto.

La rivitalizzazione del classico cinese è stimolata da potenti iniezione in cui sono mescolati tutti quegli ingredienti che erano nati dal Sessantotto.
Vi troviamo dunque, in dosi più o meno massicce, le tematiche psichedeliche e del libero amore dei figli dei fiori, mescolate con velleità contestatrici e rivoluzionarie. Proprio lo scenario estremo orientale, ereditato dall'opera originale, è trasformato in una coreografia maoista da «Campagna dei cento fiori» o da «Rivoluzione culturale», così come potevano essere state percepite e rielaborate dallo spirito dei sedicenti rivoluzionari dell'Occidente. Erano questi e tali i temi e i miti che coinvolgevano la maggior parte dei giovani (e meno giovani) di quegli anni e in questi, gli autori de Lo Scimmiotto, vi si trovano immersi. Sebbene simili suggestioni fossero nate circa un decennio prima, avevano trovato una rielaborazione sostanziale proprio nella seconda metà degli anni Settanta, anni forieri di grandi illusioni che tristemente sfoceranno nella violenza cieca degli anni di piombo.

Le tre facce del potere

(c) 1977 Milano Libri Edizioni

Le tre facce del potere<br><i>(c) 1977 Milano Libri Edizioni</i>

Il fumetto, nonostante l'infarcimento politico, è semiserio e ironico, spesso grottesco e surreale e in questi aspetti riesce a riprodurre lo spirito dell'opera originaria.

La fine della storia, che corrisponde con la conclusione della prima parte del classico cinese, rispecchia un profondo pessimismo che è riassunto nella profetica iconografia finale della sepoltura simbolica, assieme allo Scimmiotto, di tutti i miti e gli ideali sessantottini.

"Lo Scimmiotto", in effetti, affascina soprattutto nel suo sorprendente inizio, dovuto al tratto sicuro e gradevole di Manara e alle tematiche anticonvenzionali che sicuramente si trovavano in sintonia con le passioni politiche dei lettore di "Alterlinus".

Lo Scimmiotto mostra le proprie credenziali
Alterlinus, gennaio 1976, pag. 28

(c) 1976 Milano Libri Edizioni

Lo Scimmiotto mostra le proprie credenziali<br>Alterlinus, gennaio 1976, pag. 28<br><i>(c) 1976 Milano Libri Edizioni</i>
Nel corso della lunga pubblicazione (si concluderà nel 1977) sulle pagine di "Alterlinus", la storia segnerà un po' il passo, soffrendo spesso di momenti di stanca, anche a cause di passaggi astrusi e poco consueti per il lettore italiano.

Alessio il Borghese rivoluzionario

Nel novembre del 1977, sul numero 11 della rivista "Alteralter", prosecuzione di "Alterlinus", Manara e Pisu riescono a stupire nuovamente il lettore proponendo la storia: Alessio il Borghese rivoluzionario. Alessio è un ufficiale zarista che si trova coinvolto, per caso, nella Rivoluzione russa, dalla parte dei bolscevichi. Alessio non ha volto o, per meglio dire, il completamento dei tratti del volto di Alessio, lasciato in bianco, è demandato alla fantasia del lettore.

Alessio, eroe senza volto
alteralter, novembre 1977, pag. 62

(c) 1977 Milano Libri Edizioni

Alessio, eroe senza volto<br>alteralter, novembre 1977, pag. 62<br><i>(c) 1977 Milano Libri Edizioni</i>
Ma la caratteristica originale dell'opera è che la sceneggiatura è riportata a fianco dei disegni e non si fonde con questa per rappresentare, come di consueto, un amalgama narrativo. La voce dello sceneggiatore e quella del disegnatore, dunque, si alternano e si confondono, giocando a rimpiattino sui contenuti e sul significato della storia. Ne viene fuori un racconto lungo, molto originale, su problematiche generali legate alla narrazione che esplora anche altri campi, sino a diventare un dialogo meta filosofico, per immagini e per scritti, tra Pisu e Manara, sulla società, sulla politica, sul mondo e sul suo futuro.

Una sperimentazione molto avvincente, se pur con qualche eccesso, che si serve della modalità del flusso ininterrotto di coscienze per svelare i meccanismi segreti della narrazione e mostrare spudoratamente quel che può succede tra lo sceneggiatore e il suo disegnatore.

Ritratti di famiglia
alteralter, dicembre 1977, pag. 77

(c) 1977 Milano Libri Edizioni

Ritratti di famiglia<br>alteralter, dicembre 1977, pag. 77<br><i>(c) 1977 Milano Libri Edizioni</i>

H.P. e Giuseppe Bergman

Nel 1978 Manara pubblica la storia H.P. e Giuseppe Bergman per la nuova rivista francese di fumetti "(A Suivre)" (cioè "continua", in italiano, parolina magica che è abitudine inserire alla fine di un fumetto che prosegue su un numero successivo).

Giuseppe Bergman in copertina di "(À Suivre)"
(À Suivre), 9. copertina

(c) aventi diritto

Giuseppe Bergman in copertina di "(À Suivre)"<br>(À Suivre), 9. copertina<br><i>(c) aventi diritto</i>
Il fumetto è interamente realizzato da Milo Manara. H.P. e Giuseppe Bergman è un fumetto profondamente innovativo in quanto riflette, con modalità anche intimistiche e autobiografiche, sul senso e la possibilità di vivere l'avventura nel mondo contemporaneo.

Una invitante autostoppista
Totem, n. 1, pag. 91

(c) 1980 aventi diritto

Una invitante autostoppista<br>Totem, n. 1, pag. 91<br><i>(c) 1980 aventi diritto</i>
In particolare si pone il problema del rapporto che ci può essere tra normalità e spirito avventuroso. In altri termini quale può essere, realisticamente, l'approccio di una persona tutto sommato normale con il mondo dell'avventura. Giuseppe Bergman, in tal senso, rispecchia, sia dal punto di vista psicologico che somatico, interamente l'autore. Come l'autore Giuseppe Bergman è alla ricerca di H.P., ovvero di Hugo Pratt, l'artista che Manara aveva considerato, sin dai tempi in cui lavorava per il "Corriere dei Piccoli", come il proprio maestro.

Il maestro di Venezia
Totem, n. 1, pag. 97

(c) 1980 aventi diritto

Il maestro di Venezia<br>Totem, n. 1, pag. 97<br><i>(c) 1980 aventi diritto</i>
La conclusione della riflessione fumettistica è che l'avventura è comunque possibile e che non deve essere necessariamente ricercata in luoghi esotici, bensì si può ritrovare anche dietro la figura dell'impiegato di un ente di assistenza che cela, sotto la scrivania, i suoi attributi luciferini. H.P. e Giuseppe Bergman è un fumetto piacevole, fuori dagli schemi, ricco di risvolti drammatici, ironici ma anche carico di erotismo. Ma soprattutto è un omaggio del fumettista emergente al maestro di Malamocco. Nonostante le doti intrinseche l'opera non trova subito spazio in Italia, in quanto "Alteralter" rifiuta la pubblicazione che avverrà solo nel febbraio del 1980, sulle pagine del primo numero della rivista "Totem".

La collaborazione di Manara con "Totem" prosegue a lungo. A cominciare dal febbraio del 1981 la rivista pubblica Le nuove avventure di Giuseppe Bergman che saranno successivamente ristampate in due volumi con il titolo Le avventure africane di Giuseppe Bergman.

L'inarrestabile marcia
Totem, n. 25, pag. 93

(c) 1983 aventi diritto

L'inarrestabile marcia<br>Totem, n. 25, pag. 93<br><i>(c) 1983 aventi diritto</i>
Nel dicembre del 1981 la rivista "Pilot" celebra la sua uscita nelle edicole italiane con la pubblicazione della prima puntata del western anticonvenzionale L'uomo di carta: disegni, soggetto e sceneggiatura sono di Milo Manara. Nel giugno del 1982 Milo Manara tiene a battesimo, con la storia Acherontia Atropos, il primo numero di "Orient Express". Oramai è divenuto quasi un rito ben augurante che il primo numero di una nuova rivista, in Italia, apra con un fumetto di Manara.

Continua...



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