Detective Dante n.8 e n.9
Henry Dante ascende dall'inferno al purgatorio
Recensione di R.Panichi | | italia/


Detective Dante n.8 e n.9
Scheda IT-DEDANT-8
- Inferno � un buco nel cuore, L'
valutazione 42%
Scheda IT-DEDANT-9
- Uccidere la bestia
valutazione 42%
Le serie ideate dalla prolifica coppia Bartoli/Recchioni sono paragonabili, per organizzazione della materia narrativa, ai serials televisivi americani. John Doe, di cui Detective Dante � una sorta di sorella minore, ha messo in luce in questi primi due anni le conseguenze positive di questo tipo di impostazione. Suddividendo la serie in minicicli strettamente collegati, paragonabili alle "stagioni" dei telefilm, John Doe � riuscito a mantenere una continuity serrata e allo stesso tempo pi� appagante per il lettore, troppo spesso costretto ad aspettare decine di numeri per avere tutte le risposte (come succede ad esempio su Nathan Never). Un'altra nota positiva
Ci aspettavamo quindi rivelazioni, cambiamenti, nuovi personaggi, ribaltoni, insomma: la deflagrazione di una dinamite creativa. Putroppo lo scoppio � stato quello di un petardo bagnato.
consiste nella ventata d'aria fresca che il nuovo miniciclo pu� significare per la serie: nuovi personaggi, nuove situazioni, nuovi ruoli da ricoprire. Un aspetto, questo, che sta rendendo la "seconda stagione" di John Doe persino migliore della prima.
Lo stesso non si pu� invece dire di Detective Dante.
Una delle regole base che tutti i serials si impongono di rispettare prescrive di concentrare il massimo sforzo creativo sul primo e sull'ultimo episodio di ogni stagione, in modo da invogliare il telespettatore a seguire anche il nuovo ciclo narrativo che ci si appresta a raccontare.
I numeri 8 e 9 erano allora potenzialmente interessanti proprio in virt� della loro natura liminale: il primo in quanto episodio terminale del miniciclo "infernale", il secondo in quanto principio di quello dedicato al purgatorio. Ci aspettavamo quindi rivelazioni, cambiamenti, nuovi personaggi, ribaltoni, insomma: la deflagrazione di una dinamite creativa. Putroppo lo scoppio � stato quello di un petardo bagnato.
Il n.8, va detto, quantomeno ci prova: con un coupe de theatre gli autori ribaltano la prospettiva valoriale del protagonista, trasformandolo da vittima in carnefice suo malgrado. Ma, sfortunatamente, l'escamotage con il quale Bartoli e Recchioni rivelano il vero volto di Dante, quello di un uomo instabile e in preda alle proprie ossessioni compulsive, rimane tale: un escamotage, un puro artificio narrativo, meccanicamente sceneggiato in tutta la sua schematicit�. Niente viene fatto affinch� la nuda concatenazione di eventi possa germogliare e rivelare (anche solo parzialmente) la propria ricchezza di implicazioni, la complessit� delle psicologie che mette in scena. Le didascalie, attraverso le quali le profondit� dei personaggi dovrebbero essere scandagliate, testimoniano soltanto la sclerotizzazione e la conseguente sterilit� di un linguaggio inutilmente barocco e ridondante, le cui risorse erano gi� state ampiamente prosciugate nei primi sette numeri.
Se il n.8, con tutti i suoi difetti, poteva tuttavia lasciarci almeno la speranza che in seguito la musica sarebbe cambiata, che sette anni di manicomio potessero generare un'inerzia sufficiente ad imprimere una svolta nel registro e nelle dinamiche della serie, allora ci sbagliavamo di grosso. A conti fatti, l'unica differenza apprezzabile tra il primo e il secondo miniciclo pare consistere nella trasformazione di Henry Dante da folle impiombatore senza remore a bel tenebroso con crisi di coscienza, che preme il grilletto solo come estremo rimedio. In questo n.9, a partire dall'insoddisfacente relazione con
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Una ulteriore delusione ci arriva dalle inspiegabili scelte operate in merito all'impostazione grafica dell'albo. Il cambiamento, preannunciato all'inizio della serie per connotare il secondo ciclo (allo stesso modo del cambio di logo avvenuto in John Doe), si � alla fine
rivelato in tutta la sua drammatica realt�: copertine affidate ad un Garcia Duran assolutamente a digiuno delle caratteristiche fisiche del personaggio e logo
e grafica complessiva rifatti seconda la logica del pi� elementare "Eura style" mai visto in edicola. Per un albo che si era distinto inizialmente per una grafica che non fosse un semplice accessorio alla pubblicazione (un ottimo Leomacs affiancato da
una efficacissima e insolita impostazione "pulpeggiante") la scelta risulta ancora pi� incomprensibile.
In conclusione, ci spiace constatare il naufragio delle buone intenzioni, espresse dal primo numero e dalle anticipazioni degli autori. Ci spiace perch� a noi il progetto di questa serie, a partire dall'insolente richiamo dantesco, aveva intrigato non poco.
Detective Dante nn.8 e 9 - testi di Bartoli/Recchioni (testi); disegni di Casalanguida (n.8) e Guglielmini (n.9), Eura Editoriale, albi brossurati, gennaio e febbraio 2006 in edicola e libreria, � 2,70
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