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Biografia
Anteprima di Julia 14

Intervista a Laura Zuccheri
di Fabrizio Gallerani

Per la biografia dell'autrice vedere la Scheda del Database.


L'esordio, in sordina (nei credits delle storie è sempre apparsa come "collaboratrice") avviene sulle tavole di Ken Parker, sotto la guida di due numi tutelari che rispondono al nome di Berardi & Milazzo. Poi una lunga avventura di Ken a quattro mani ("I condannati" con Frisenda) e una bella storia di fantascienza su sceneggiatura di Maurizio Mantero ("Hardware" su Zona X). Poi Julia, suo il quinto numero della neonata eroina di Berardi. Nel breve arco di sette anni, Laura Zuccheri ha raggiunto una maturità professionale e, come scoprirete nell'intervista, una dedizione, assolutamente rilevanti.

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Laura Zuccheri - (c) 1999 uBC
   

Direi di iniziare nella maniera classica, quindi accennami ai tuoi inizi nella professione...

Prima di incontare Berardi & Milazzo, le mie esperienze professionali erano limitate al campo dell'illustrazione pubblicitaria. Poi, nel 1992, allo stand della Parker Editore a Lucca, ho approfittato della loro presenza e gli ho fatto vedere i miei disegni e loro, che cercavano disegnatori per Ken, mi hanno subito proposto di trasferirmi a Chiavari per lavorare nello studio di Milazzo. Non me lo sono fatta ripetere due volte e dopo pochi mesi ero là.

I loro insegnamenti sono stati fondamentali per la mia formazione artistica, disegnando Ken Parker ho imparato le basi della narrazione a fumetti. Confesso che oggi nutro un po' di nostalgia per Ken. Il West è un genere che mi ha sempre affascinato, i cavalli, le praterie, i saloon, il cuoio degli stivali... se potessi, mi vestirei tutti i giorni come un cowboy! :-)

Osservando i tuoi lavori attuali (ora mi riferisco in particolare al tuo primo albo di Julia), oltre ad una marcata attenzione alla narrazione, la cosa che più si nota è l'estrema verosimiglianza dei personaggi, praticamente tutti ispirati ad modelli reali.

I modelli cinematografici dei comprimari del mio primo albo di Julia sono delle mie precise scelte: le indicazioni della sceneggiatura di Mantero non richiedevano nessun viso specifico. All'epoca della lavorazione, avendo ben impresso nella memoria "I soliti sospetti", ho subito pensato che Kevin Spacey e Chazz Palmintieri fossero perfetti per quei ruoli, quasi antitetici a quelli del film.

Quella di usare dei riferimenti "reali" è una caratteristica che io ritengo fondamentale per il disegno, e con questo non intendo riferirmi esclusivamente ad attori o modelli, ma, soprattutto agli animali, alle cose, agli oggetti o ai materiali che fanno parte del racconto.

Se devi disegnare un tizio a cavallo (e facendo Ken mi è capitato spesso) è molto più utile osservare un cavallo dal vero (e magari aver provato almeno una volta a cavalcare sul serio) piuttosto che guardare mille disegni di altri autori. Perchè da un bravo collega si potrà magari imparare a riprodurre una posa, ma da una cavalcata si percepisce in maniera diretta la reale posizione del cavaliere in ogni momento.

Bè, senz'altro questa è una visione molto "poetica" del tuo lavoro. Non trovi, tuttavia, che quella dell'esperienza diretta non sia sempre una scelta praticabile per un disegnatore?

Certo, per ovvi motivi... e infatti a questo suppliscono, nel bene o nel male, film, video e fotografie. Anche se l'importante è non perdersi d'animo: per la mia seconda storia di Julia, che sto disegnando attualmente, dovevo disegnare alcuni aerei da turismo e non ne avevo mai visto nessuno dal vivo. Ebbene, dopo una rapida ricerca, ho trovato un aereoclub vicino a casa mia, disponibile per una visita. Detto fatto. Ora conosco esattamente le proporzioni degli aerei in relazione al corpo umano, e so, ad esempio, che ti devi abbassare per entrarvi: particolari che non mi sarebbere venuti in mente altrimenti.

E poi tutto questo serve anche a distrarsi un po' dalla reclusione di tutti i giorni: quello del disegnatore è un lavoro fin troppo solitario.
 


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Laura Zuccheri al lavoro - (c) 1999 uBC
   

 


Parlami un po' più nel dettaglio del tuo metodo di lavoro.

Be' innanzitutto, dopo una attenta lettura della sceneggiatura e la definizione dei personaggi, la prima vera fase operativa è la stesura dei layout. I layout, frutto degli insegnamenti della più classica tradizione di Berardi & Milazzo, sono realizzati sempre a doppia pagina, con la pagina pari e quella dispari affiancate, esattamente come nella pubblicazione definitiva. Questo accorgimento ha il preciso scopo di permettere un maggiore grado di controllo sulla narrazione.

Svolgo questa operazione, inizialmente, in maniera molto istintiva e questo mi permette di verificare immediatamente l'efficacia delle inquadrature. Successivamente poi, magari assieme all'autore della sceneggiatura, torno sui layout e verifico la fluidità del racconto, apportando eventualmente le correzioni del caso.

Terminata questa fase per una intera sequenza narrativa, passo a disegnare le tavole. Le mie matite, in genere, sono molto dettagliate e, anzi, a volte tendo a mettere troppi segni nelle vignette. Così mi capita spesso di "lucidare" [ricalcare con un tavolo luminoso, nda] solo il segno che mi interessa dall'altro lato della pagina, per poi cancellare la matita e ripassare a china utilizzando la matita così ripulita, di nuovo sul tavolo luminoso.

Infatti mi ero chiesto perchè, nei tuoi originali, molto spesso si notino intere vignette ridisegnate anche nella parte posteriore. Ma, alla fine, tutto questo non ti comporta un carico eccessivo di "superlavoro"?

Be' in effetti a volte i tempi si allungano, ma, siccome ritengo che le matite siano la parte più impegnativa del mio lavoro, questo sistema mi permette di farle al meglio delle mie capacità.

Tra le cose da te realizzate, ho avuto modo di ammirare anche le numerose illustrazioni per l'associazione Amici di Ken Parker. In particolare ricordo una stupenda copertina (di un numero del loro bollettino) che ritraeva un indiano Cherokee in puro stile Hugo Pratt (quello degli anni d'oro :-)) e l'ancor più affascinante poster con Ken protagonista...

Si, fare illustrazioni a colori è una cosa che mi diverte, in un certo senso mi rilassa, mi distoglie un po' dalla routine quotidiana. Per gli "Amici di Ken Parker" ho fatto quasi tutte le illustrazioni di "Tracce nel vento" (che idealmente prosegue l'analoga rubrica della prima serie di Ken) e qualche altra illustrazione per poster e copertine, compreso l'acquerello "Colori d'autunno" che hanno utilizzato per un poster da regalare ai soci [e che i lettori di uBC potranno scaricare cliccando l'immagine sottostante, nda] per il quale ho ricevuto diversi apprezzamenti.

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Colori d'autunno, acquerello di Laura Zuccheri
per un Poster realizzato per l'Associazione amici di Ken Parker

(c) 1997-99 degli autori.

Leggendo le tue note biografiche, ci si stupisce di fronte alla incredibile quantità di attività sportive (anche agonistiche) che pratichi: basket, pallavolo, podismo, nuoto, sci, equitazione e, soprattutto, incuriosisce quella che dicevi essere la tua passione principe (che fra l'altro hai in comune con Berardi): suonare il basso elettrico in una band rock.
E il tempo di disegnare dove lo trovi? :-)

Nei ritagli di tempo :-). Scherzi a parte, lo sport mi aiuta moltissimo a tenermi in forma e ti posso assicurare che è una vera manna dopo una giornata intera passata al tavolo da disegno. La musica, invece, è una vera e propria passione: ho sempre strimpellato e solo da poco suono da "professionista" (il nome della mia band è Caldobrado) e suonare dal vivo nei locali è una esperienza elettrizzante!

Ora a cosa stai lavorando? Mi puoi dare qualche anticipazione?

Come dicevo, al momento sto terminando il mio secondo albo di Julia, programmato per il n.14. E stato scritto da Gino D'Antonio e si dovrebbe intitolare "Il cacciatore" [di questo albo potete vedere alcune pagine di layout in anteprima, nda] e, contemporaneamente, sto realizzando alcune matite per il numero disegnato da Giorgio Trevisan che, malgrado non sia ancora stato completato, ha una scadenza abbastanza ravvicinata, essendo programmato per il prossimo n.8, in uscita a maggio.

Quest'ultimo episodio, scritto interamente da Giancarlo, è in parte ambientato in una riserva indiana che, come atmosfera, ricorda le migliori storie di Ken, tanto che anche il freddo carattere di Julia si scioglie e lei finisce per innamorarsi...

 

 


 
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