Nippur: l'uomo, l'eroe e il mito

l'evoluzione di uno dei grandi del fumetto argentino
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Nippur: l'uomo, l'eroe e il mito
Nippur

Nippur: l'uomo, l'eroe e il mito


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È uno dei personaggi più importanti del pantheon delle "historietas" della scuola argentina al pari di fumetti del calibro dell'Eternauta, Mafalda e altri. Ha oltrepassato i confini del Sudamerica, riscuotendo successo anche nel resto del mondo, in particolare la Spagna e l'Italia, dove si è confermato tra le saghe più riconosciute dell'Eura Editoriale. È rimasto nelle edicole argentine per tre decenni conquistando diverse generazioni di lettori e la sua eredità è così pesante da essere ancora oggi presente, sempre in Italia, nella serie dedicata a suo figlio.
A più di dieci anni dal suo ultimo episodio, rendiamo omaggio al sumerio errante, ripercorrendo l'evoluzione di uno dei personaggi di carta più "umani" del panorama fumettistico mondiale.

Nippur e Robin, i due erranti

Nippur di Lagash esordisce nelle edicole argentine nel maggio del 1967, mentre in Italia arriva solo nel 1983. Le origini di Nippur, e quelle del Robin Wood sceneggiatore, sembrano la trama stessa di un fumetto, come raccontato dall'autore in interviste o nel suo sito ufficiale. Infatti, la prima avventura "Storia per Lagash" (inedita in Italia) nasce per caso, quando il disegnatore Luis "Lucho" Olivera (l'acclamato artista di Gilgamesh, l'immortale) chiede all'amico di scrivere un fumetto basato sull'antica civiltà dei sumeri, di cui entrambi erano appassionati, da presentare all'Editorial Columba dove lavorava. Quasi per gioco, il giovane Wood, all'epoca un semplice operaio emigrato a Buenos Aires dal Paraguay in cerca di fortuna, scrive un racconto dove si rifà a fatti storici come la caduta di Lagash e del re Urukagina per mano di Lugal-Zaggisi di Umma, ma aggiunge personaggi di fantasia come il giovane generale Nippur (non sapendo che nome dare a un guerriero dell'epoca, Wood gli affibbiò il nome di un'altra città sumeria, per l'appunto Nippur). La singola avventura, di cui non era previsto un proseguimento, si conclude con il protagonista esiliato dalla propria patria e lasciato al proprio destino.
Le origini di Nippur, e quelle del Robin Wood sceneggiatore, sembrano la trama stessa di un fumetto
Nel frattempo, i due amici si perdono di vista e alla casa editrice arrivano valanghe di lettere di lettori che vogliono conoscere il futuro del personaggio. Inizia una caccia all'uomo, dato che neanche Olivera sa come rintracciare il suo collega, incontrato solo nella scuola d'arte che frequentavano insieme. Un giorno, sempre per caso, Wood è licenziato dal suo lavoro e mentre torna a piedi e senza un soldo alla sua misera pensione, si ferma a un'edicola e sfogliando la D'Artagnan n.151 vede la propria storia. Senza pensarci due volte, magro e vestito come un poveraccio si presenta negli uffici della Editorial Columba per reclamare la paternità della sua opera. Non fidandosi di lui e, soprattutto, ritenendo Robin Wood solo uno pseudonimo, gli vengono chiesti i documenti ed una volta accertata la sua identità, firma il contratto con l'editore. Tre mesi dopo, ad agosto del '67, esce la seconda avventura di Nippur, dal titolo "Nofretamon", nome della principessa d'Egitto e primo amore del protagonista.

La genesi parodistica di Nippur
tratta dalla serie "Lei e io"

(c) Editoria Columba

La genesi parodistica di Nippur<br>tratta dalla serie "Lei e io"<br><i>(c) Editoria Columba</i>

Sin dalla prima vignetta, il personaggio presenta la sua caratteristica principale, quella di essere la voce narrante in prima persona, creando una forte sintonia con il lettore che, grazie a questo escamotage letterario, osserva tutto attraverso gli occhi di Nippur stesso. Con lo snodarsi degli episodi l'autore darà alla serie la sua tipica impronta personale, con storie dallo stampo realistico dove i veri avversari di Nippur sono l'ambizione, l'oppressione, la paura, la corruzione e il tradimento. Il personaggio stesso si dimostra uno dei più umani nel panorama fumettistico mondiale, con una carica di pregi e difetti non comune negli eroi di carta dell'epoca, tanto che Nippur non è infallibile e molte volte nella sua vita dovrà fare i conti con il peso delle conseguenze scaturite dalle sue azioni e dalle sue parole.

Il successo raggiunto da Nippur di Lagash in Argentina non ha paragoni, essendo uno dei personaggi più riconosciuti anche nell'attualità, dopo quasi un decennio dalla conclusione della serie. Nessuno degli altri personaggi di Wood ha raggiunto la fama dell'errante in patria; basti pensare al materiale proposto dall'Editorial Columba che pubblicò le sue storie ininterrottamente per 31 anni (1967-1998), il monografico dedicatogli tra il 1972 e il 1974, quattro serie di ristampe proposte tra il 1980 e il 2000 e la pubblicazione, tra il 1979 e il 2000, della rivista Nippur Magnum, una delle cinque antologie della casa editrice (nello stile della Lanciostory nazionale) che portava il suo nome. Per fare un esempio, Nippur godeva in Argentina della stessa notorietà e mole di pubblicazioni dedicate a Dago in Italia (per restare in ambito di personaggi woodiani) con inediti, speciali e ristampe.
Nonostante la chiusura della serie e il fallimento dell'Editoria Columba, ancora oggi vengono riproposte nel paese dei "guachos" volumi con episodi ristampati del personaggio da parte di diverse case editrici, seguendo in senso cronologico quelle proposte in passato.

Los “tomos negro, naranja y rojo”
i volumi nero, arancione e rosso

(c) Editorial Columba

Los “tomos negro, naranja y rojo” <br>i volumi nero, arancione e rosso<br><i>(c) Editorial Columba</i>

L'autore ci mostra epiche battaglie e re dall'ambizione smisurata, ma anche le piccole lotte tra vicini di casa per un pezzo di terra o una pecora, a dimostrarci come i peccati dell'uomo non abbiamo frontiere o classi sociali.
Il fatto strano è che l'impostazione della serie non è diversa da quelle della maggior parte delle saghe dello sceneggiatore, anche se questa è stata il capostipite di tutte le altre. Nippur è il classico cavaliere di ventura che arriva e risolve i problemi dei più deboli, non ha un lavoro, né una casa e viaggia senza meta fissa impartendo la sua particolare giustizia. Come in quasi tutta la produzione dell'autore, la continuity è appena accennata, essendo la serie composta da una somma di episodi auto-conclusivi e con alcune maxi-saghe che ogni tanto rompono la monotonia dei singoli capitoli. Le vicende si basano quasi esclusivamente sulle avventure del protagonista, lasciando alcuni spazi ai comprimari come l'amazzone Karien o il gobbo Hattusil, e dove l'unico personaggio capace di rubare la scena all'incorruttibile è suo figlio Hiras.

Le storie di Wood nascono dal quotidiano, dai piccoli gesti di tutti i giorni e le esperienze vissute, e questa ricetta crea una sinergia unica tra il personaggio e il suo lettore. L'autore ci mostra epiche battaglie e re dall'ambizione smisurata, ma anche le piccole lotte tra vicini di casa per un pezzo di terra o una pecora, a dimostrarci come i peccati dell'uomo non abbiamo frontiere o classi sociali. Allo stesso modo non ci presenta mai villain diabolici o buoni senza macchia, ma ci mostra uomini e donne con le loro virtù e le loro debolezze, come quelle persone che incontriamo tutti i giorni.
Nippur è il sogno di molti uomini che vogliono evadere dalla loro grigia realtà quotidiana: non lavora, non ha responsabilità, è coraggioso, invincibile guerriero, amico di ricchi e potenti, donnaiolo (anche se sposato con una delle donne più belle e desiderate dell'epoca) e non disdegna mai una buona sbronza.
D'altro canto, molte volte nell'arco della serie, quando si parla di lui, il protagonista dimostra di conoscere l'estensione della sua fama e il peso del suo nome nel mondo antico, di essere cosciente di essere uno dei migliori guerrieri e condottieri in circolazione senza nascondersi mai dietro ad una falsa modestia.

L'errante Robin Wood riversa nella sua creatura le sue esperienze personali di vero abitante globale, tanto da possedere vari passaporti e dividersi tra l'Argentina, il Paraguay, la Spagna, l'Australia e la Danimarca.
In più, il suo personaggio vive situazioni nelle quali i lettori s'immedesimano, con argomenti come quelli già citati che sono universali e senza tempo, come l'avaro che vuole più denaro o l'ambizioso più potere. Il genio dello scrittore sta nel trasportare sulla carta le realtà che viviamo, con personaggi credibili, e nel farci vedere come a distanza di migliaia di anni (ricordiamo che le storie di Nippur sono ambientate intorno alla prima metà del 2300 a.C.) il genere umano non abbia cambiato il proprio modo di essere; l'uomo (di qualsiasi razza, paese, credo politico o religione) invidia e ambisce sempre qualcosa del suo prossimo, siano questi il successo, il denaro o una donna, ma sa bene anche che l'amore della famiglia e l'amicizia restano alla base delle nostre vite.
Anche le sue storie non conoscono confini e possono soddisfare sia l'occasionale lettore come quello seriale e, allo stesso modo, sia il pubblico colto che quello popolare.

Il successo di Nippur è segnato da episodi e situazioni tra le più disparate, senza essere schiavo mai di uno schema rigido nelle sue storie. Senza ombra di dubbio, la mini-saga dove Nippur diventa guercio, perdendo ragione e coraggio, è quella più acclamata dai lettori. Altro piccolo capolavoro è l'episodio "La città", dove il personaggio incontra tutti i morti del suo passato ed è costretto a specchiarsi e guardare dentro la propria anima segnata dalla solitudine delle sue scelte di vita. Oppure, possiamo citare "Ricordi nel riflesso di una torcia", dove troviamo un Nippur ubriaco fradicio che cerca di annegare nell'alcool i fantasmi di un suo fallimento, quando senza rendersene conto uccise un innocente ed aiutò una coppia di tiranni a tornare sul trono. Forse il punto più alto dell'intera saga nippureana si tocca nel capitolo "I prezzi terribili"; in poche vignette si può ammirare tutta la bravura di Robin Wood come sceneggiatore e tutta la fragile umanità di Nippur. Nel dettaglio; una banda di fuorilegge chiede tributo agli abitanti della regione e uno di loro minaccia di morte l'infante Hiras lanciando un coltello a pochi centimetri dalla testa del bambino. Uno spaventato Nippur chiede soldi in prestito ai suoi amici Hattusil e Inim, per pagare. Mentre la donna cerca di farlo ragionare, Nippur, da padre in preda al panico che è, gli urla contro: "Conserva per te la tua dignità e copri con essa la tomba di tuo figlio. Io conserverò in vita il mio". Inim impallidisce e Hattusil va su tutte le furie, al ricordo del loro primogenito Nippur (chiamato così in onore dell'amico e morto in guerra). La donna calma il marito, che getta un sacchetto d'oro ai piedi dell'errante, che lo osserva con tutta la vergogna in corpo. Non c'è che dire, se non chiedere applausi a scena aperta e una standing ovation per Robin Wood e Nippur stesso.
Citiamo anche "La colonna degli avvoltoi", dove per puro divertimento i vari componenti dello staff interagiscono insieme a Nippur.
Una delle miniserie più interessanti è anche quella de "La morte di Nippur", dove il protagonista è dato per defunto e Hiras è incoronato re di Lagash. Si esplorano le reazioni e i sentimenti del ragazzo; diviso tra il dolore per la perdita, il peso di essere il figlio di una leggenda e la responsabilità nel governare la città e portare avanti il sogno del padre.
La fortuna del personaggio sta anche nei piccoli gesti, tanto comuni al lettore; vediamo Nippur cucinare, rammendarsi le vesti e persino correre nei cespugli tenendosi lo stomaco e maledicendo per il dolore intestinale.
Altra scena carica di vita normale è quella dove il piccolo Hiras indica il sole e lo chiama "Fu" e Nippur cerca di insegnarli che si chiama "sole". Solo quando il padre si arrende, dopo varie riprese, e gli dice: "Va bene. Quello è Fu", il bambino sorride e dice: "Sole".
Senza essere retorici, questo troverete nelle pagine di Nippur; oltre a battaglie epiche e gesti eroici, anche tanta umanità, quotidianità e situazioni familiari a qualsiasi di noi.

Nippur "educa" Hiras
disegni di Enrique Villagràn

(c) Editorial Columba / Eura Editoriale

Nippur "educa" Hiras<br>disegni di Enrique Villagràn<br><i>(c) Editorial Columba / Eura Editoriale</i>

Ovviamente, ci sono anche episodi che non raggiungono la sufficienza. Il peggiore flop dell'intera serie è l'attesissimo "Il cerchio completo". Stiamo parlando dell'episodio dove si assiste alla resa dei conti, dopo vent'anni, tra Nippur e la sua nemesi Lugal-Zaggisi, il ritorno a Lagash e il verificarsi dell'oracolo sulla morte di Ur-el. Colpiscono le striminzite didascalie, oltre alla totale mancanza di pathos e di una solida trama. La sensazione finale è quella che Wood abbia voluto accontentare il suo pubblico, scalpitante da anni, e abbia chiuso un po' frettolosamente l'ossatura dell'intera saga. Doveroso commento a parte per le scarse illustrazioni di un Sergio Mulko ai minimi storici. L'episodio più importante dell'intera epopea nippureana, è, paradossalmente, quello peggio disegnato tra i quasi 450 che compongono la serie.


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